Conversazione su Beckett - Theodor W

Conversazione su Beckett – Theodor W. Adorno

Conversazione su Beckett di Theodor W. Adorno è un piccolo saggio per cogliere l’applicazione del pensiero di Adorno alla critica dell’arte, una mise en place dell’immaginario del filosofo.

Adorno da riscoprire

Dovremmo prima o poi ringraziare tutte le piccole case editrici che periodicamente riesumano piccole chicche delle letteratura e del pensiero. Piccoli bozzetti che ci permettono di vedere il pensiero dell’autore muoversi di nascosto, in forma embrionale. Un piccolo schizzo da cui osservare opere più complesse.

Oggi è la volta della attenta casa editrice romana L’orma che, da diverso tempo, ci ha abituati a titoli insoliti, poco praticati, quindi ancora più preziosi.

Nel caso di Conversazioni su Beckett ci troviamo di fronte ad un documento elegante e articolato che ha come protagonista il filosofo tedesco T. W. Adorno, autore che nonostante l’importanza capitale nella storia della filosofia contemporanea riscuote ancora troppo poco successo tra il grande pubblico.

Fenomeno strano quello della divulgazione dei testi del pensatore della fortunata Scuola di Francoforte, perché se da un lato le sue considerazioni su arte, società e politica sono state assorbite per osmosi da molti epigoni più o meno addetti ai lavori, la sua fama è rimasta nell’ombra rispetto a nomi entrati nella discussione comune con maggiore forza.

Le ragioni sono tante e quasi tutte ascrivibili alla difficoltà di lettura delle sue considerazioni e alla loro radicalità. Fatta esclusione per i Minima moralia, dove la suddivisione in brevi paragrafi tematici facilita la comprensione, la lettura del pensiero di Adorno non è scorrevole, non è immediata, proprio come il suo pensiero che si confronta costantemente col limite e la provocazione.

Ma se la complessità delle argomentazioni di Adorno può essere un deterrente all’approccio ai suoi testi, “il lungo sguardo” che se ne guadagna è illuminante per poter criticare e cogliere l’arte del Novecento.

Conversazione su Beckett di Theodor W. Adorno

Conversazione su Beckett, tratto da Il nulla positivo. Gli scritti su Beckett, è un piccolo saggio per cogliere l’applicazione del pensiero di Adorno alla critica dell’arte, una mise en place dell’immaginario del filosofo.

Adorno è ospite di una trasmissione dell’emittente televisiva della Repubblica Federale Tedesca, Westdeutscher Rundfunk, che, dopo aver mandato in onda un opera di Samuel Beckett, Comédie, e il mediometraggio Film, con Buster Keaton e la regia di Alan Schneider, costruì un dibattito approfondito sull’opera di Beckett e più in generale sulla funzione e la finalità dell’arte contemporanea.

Il dibattito, di cui nella trascrizione troviamo una versione facilitata con note molto accurate grazie alla cura di Gabriella Frasca, fu molto apprezzato dallo stesso Adorno che, in seguito, scrisse una lettera di lode per il pregevole dibattito costruito dall’emittente tedesca.

I temi di cui si dibatte nel testo sono principalmente la funzione e l’interpretazione dell’opera di Beckett, dove il suo “decadentismo” viene interpretato come una pura conseguenza della aderenza dell’opera all’attualità. L’assioma di partenza è quello che l’opera di Beckett si appoggi sulla dimostrazione di un nulla positivo, un nulla non concepito come mancanza ma, al contrario, come assenza di partecipazione, una fuga dall’essere. L’opera di Beckett, per Adorno, non è metafisica, non rimanda ad altro, è da cogliere alla lettera come un texture da cui si possono prescindere persino i nomi e i soggetti.

Adorno sostiene addirittura che l’opera di Beckett è talmente aderente alla realtà da essere considerata “semplice” dal pubblico comune, stroncando anche la critica anti borghese di Lukács. “A mio avviso l’accorata resistenza all’arte d’avanguardia non scaturisce dal fatto che la gente non la comprende; al contrario, dipende proprio dal fatto che la gente la capisce fin troppo bene, e ne è tanto toccata da cercare di difendersene.”

Tema strettamente collegato al nulla positivo è l’esse est percipi che esiste sempre nella percezione di un occhio esterno e per questo non riuscirebbe a raggiungere la pace, il Nirvana a cui anelerebbero i personaggi di Beckett, probabilmente la morte.

Al pessimismo del pensiero e alla positività dell’azione, all’impossibilità di sottrarsi all’inferno della vita è dedicata l’ultima parte del dibattito, dove Adorno esprime con chiarezza anche la considerazione dell’arte come negazione, come contrapporsi all’alienazione del società iper produttiva.

Theodor W. AdornoConversazione su BeckettL’orma
Traduzione: Eusebio Trabucchi

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Su Andrea Labanca

Andrea Labanca cantautore, laureato in filosofia e performer, ha scritto tre album impregnati di letteratura. "I Pesci ci osservano" disco della settimana di Fahrenheit Rai RadioTre e "Carrozzeria Lacan" ospitato a Sanremo dal Premio Tenco. Ha collaborato con diversi scrittori (tra cui Aldo Nove e Livia Grossi) e ha lavorato come attore per Tino Seghal. Quest’anno è uscito il suo terzo album, “Per non tornare”, racconto noir-poetico in chiave elettro-vintage.

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