Mentre nella capitale inglese impazza il torneo di tennis più caratteristico e unico e la nostra redazione lo segue e lo documenta minuto per minuto, io mi sono goduta un weekend nella fantastica Londra, patria del fish and chips e del the delle cinque… e ho scoperto un po’ di cose nuove e curiose.
Ho scoperto che Wimbledon (by the way si pronuncia [uimboldon] e non [uimbledon] in Inghilterra rappresenta l’estate e si identifica con le fragole e la panna, simbolo della bella stagione qui.
(A proposito di bella stagione, anche a Londra impazzava il caldo, almeno caldo per i loro standard. 37 gradi: secondo le proverbiali statistiche inglesi la temperatura più caldo registrata a Luglio da… sempre!)
Tornando alle fragole. Le ho assaggiate anch’io, le famigerate fragole dell’estate inglese, ed oltre ad essere dopate sopra ogni misura (grandi come quasi una pesca, non scherzo!) sono anche buone. Chissà con cosa le pompano per essere così dolci.
Ho scoperto che puoi avere un albergo la cui reception è nel pub sottostante, parte integrante dell’hotel. E che se in ufficio non c’è nessuno puoi andare di sotto a chiedere! (Guardare per credere!)
Ho scoperto la differenza tra un pic nic tra italiani e inglesi. I primi si preoccupano di avere cibo a sufficienza (pane ce n’è? Affettati? E vogliamo dimenticare i grissini? E il formaggio?) i secondi solo che l’alcool sia in quantità industriali (birra ovviamente).
Ho scoperto che un tizio – evidentemente alticcio, anzi più che alticcio – può approcciarti in inglese, dandoti dell’italiana al 95% (damn it! Se n’è accorto! Come ha fatto??) e spacciandosi per un filmaker italiano (che parla, in effetti, un italiano corretto, ma con un accento marcatamente e dannatamente british). E la domanda può sorgere spontanea, se era più alticcio lui o io…
Al pub poi scopri che il lasso di tempo tra la campana che segnala “l’ultimo giro” e il momento in cui il buttafuori ti caccia dal locale perchè la tua ultima pinta dovresti averla abbondantemente finita è calcolato su ritmi di bevuta decisamente inglesi. Che non sono proprio i miei, neanche ai tempi in cui ero più “sul pezzo”.
A Londra puoi darti appuntamento con un’amica alla ballerina di fronte alla Royal Opera House. Avevo sempre sognato di farlo!
Ho scoperto che amo la Londra dei quartieri, lontana dalle folle dei turisti, lontana da tutto ciò che è un monumento troppo noto o una via troppo trafficata e che puoi passare giornate intere a “fair la flaneur” (letteralmente gironzolare) per le vie dei quartieri, che sembrano davvero dei piccoli paesi. Tanto da finire persino in una festa sulla via, organizzata da un’associazione di sordomuti, dove sei tu a sentirti “diversa”.
Ho scoperto che la qualità del cibo inglese è nettamente migliorata. Da quando i gastro-pub si sono diffusi a macchia d’olio o da quando lo street food ha preso sempre più piede. O da quando la tua amica che qui ci ha vissuto un paio d’anni, ti ha fatto scoprire il bugigattolo cinese a Chinatown che fa ravioli, fatti a mano da una simpatica signora cinese. Una bontà inimmaginabile.
Scopri che Barbra Streisand può diventare Barber Streisand ed essere un barbiere nella bellissima Exmouth Market (via consigliata assolutamente per una cena!!)
Camminando sempre a zonzo ti può capitare di finire in un parco/cimitero, dove sono sepolti niente popo’ di meno che William Blake e Daniel Defoe (quello di Robinson Crusoe, proprio lui).
Ho scoperto che ci sono diverse tipologie di taxisti: da quello paziente che dopo che ti ha fatto fare il giro di tre bancomat – invano – aspetta sotto al tuo pub-albergo che tu recuperi gli euro per pagarlo. E che saprà darti persino il resto giusto in sterline. Un’altra tipologia è quella compagnia di taxi che ti dice che il tuo taxista Paul è partito per venirti a prendere. E ti manda il link del suo spostamento.
La Domenica poi: scordatevi la colazione dopo le 11 (solo e soltanto brunch) o un hamburger al pub (è la giornata del sacrosanto Sunday rost. E non si serve quasi nient’altro).
La domenica è anche il giorno del complessino jazz nel pub di quartiere (età media 70 anni), dello Spitafields Market (dove compri vinili inglesi. I Blondie, convinta appunto che siano british…) e del mercato di fiori di Columbia Road (dove vendono peonie dopate quasi quanto le fragole).
Scopri che alcuni simboli di Londra sono cambiati: le cabine telefoniche rosse ci sono ancora, ma spopolano quelle nere con la connessione wifi nelle vicinanze. A Soho invece puoi trovare un negozio che vende copertine vintage di riviste degli anni passati (solo in una città come Londra, davvero!). Il West End è sempre sinonimo di teatro di grande qualità. E il cartellone che annuncia Bradley Cooper nel cast non mente, nient’affatto.
Poi scopri che torni in Italia e atterri a Bergamo con la stessa sensazione che si ha quando si atterra a Bangkok. E che la cappa di calura può peggiorare se appena arrivata in ufficio constati con un grido di dolore che l’aria condizionata è andata in blocco…
E ora alcuni indirizzi mitici
– The Clerk&Well pub and rooms: camere e drink al pub in un unico palazzo
– The Royal Opera House: per un concerto o per darsi appuntamento alla statua della ballerina
– Vintage Magazine Shop: trovare copertine di riviste vintage. A Soho
– Barber Streisand, barbiere in Exmouth Market
– Columbia Road: per comprare peonie dopate o qualsiasi altro fiore vogliate
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