Terra di nessuno. L’incredibile storia di Moresnet, un luogo che non sarebbe dovuto esistere di Philip Dröge è un gustoso reportage che con scrittura agile riesce ad accattivare il lettore per tutto il racconto, lungo un secolo, di questa anomalia territoriale ricca di spunti di riflessione.
Terra di nessuno. L’incredibile storia di Moresnet, un luogo che non sarebbe dovuto esistere di Philip Dröge
Davvero un gustoso reportage, con scrittura agile riesce ad accattivare il lettore per tutto il racconto, lungo un secolo, di questa anomalia territoriale ricca di spunti di riflessione. Il taglio dato dall’autore permette non solo di narrare le vicende in modo puntuale, ma anche, concentrandosi su alcune persone e momenti, di vivacizzare la storia, incarnandola nelle varie figure e permettendo al lettore di entrarvi in pieno, avvicinandogli i protagonisti, risaltando i lati e le conseguenze più concrete dell’impasse istituzionale.
Moresnet neutrale è una scheggia impazzita uscita dal Congresso di Vienna del 1815 per mancanza di accordi tra Paesi Bassi e Prussia che se ne dividono il governo senza deciderne l’appartenenza. Lo stallo dura fino al 1920, risoltosi dopo la Prima Guerra Mondiale, coinvolgendo le nuove realtà venutesi a creare: Belgio e Germania. Un luogo di frontiera che ad un certo punto si trova al confine con Paesi Bassi, Belgio e Prussia, un nocciolo indipendente nel cuore dell’Europa.
L’incapacità del potere di sapersi accordare su un territorio così piccolo nasce di certo dalla sciatteria con cui al Congresso di Vienna sono stati tracciati i confini, ma rivela il comportamento capriccioso dei governanti che non riescono ad accordarsi per più di un secolo, un atteggiamento che stana il lato tragicomico degli uomini che hanno fatto la storia.
Detto della godibilità assoluta di questo testo, mi permetto di scrivere qualcuna delle considerazioni che il libro ha stimolato, perché il grande merito dell’autore è proprio quello di aver approfondito in modo piacevole una vicenda che permette riflessioni su grandi temi.
L’ambiguità del potere
L’elemento fondamentale da cui è scaturito tutto il pastrocchio è quello della presenza di una miniera di zinco sul territorio in questione. Le potenze sul cui confine si trovava Moresnet non volevano concedere il vantaggio economico all’altro confinante, così, pur di non permettere all’altro di controllare la miniera, hanno preferito mantenere l’ambiguità territoriale. Dunque tutto parte da ciò che più smuove mari e monti: i soldi e non i princìpi, quelli si possono costruire a posteriori.
Dunque Moresnet neutrale nacque per un gioco economico e prolungò la propria esistenza sempre grazie allo stesso motivo: non fosse stato per la miniera non ci sarebbe stata ragione per un bisticcio del genere a così alto livello. Ironia della sorte, la miniera ricavava zinco grazie all’invenzione di Dony che permise di separare lo zinco dal resto in modo efficiente. Dony avviò dunque il processo ai tempi di Napoleone, ma poi, essendo un inventore geniale ma non un uomo d’affari, perse tutto a favore di chi invece sapeva come gestire un’azienda promettente. La storia non la fanno i geni ma gli amministratori.
In tutta questa storia la popolazione non ha mai avuto voce in capitolo. Rinchiusi nel recinto del codice napoleonico (per non saper che costituzione dare ad un territorio senza governo) ben oltre ogni ragionevole limite temporale, il territorio divenne un’anomalia sotto moltissimi aspetti. Se da un lato la popolazione seppe sfruttare i vantaggi, tipo una tassazione molto agevolata che permetteva di risparmiare molto su tutto, e i forestieri sfruttarono il gioco a loro favore, i contrabbandieri su tutti crogiolandosi in una zona franca tra ben tre confini, dall’altro la popolazione rimase impermeabile agli sviluppi storici, chiusa in un piccolo mondo antico dipendente dall’azienda che sfruttava la miniera. Tutti i vantaggi e gli svantaggi della situazione ricadevano in modi diversi sulla popolazione, solo chi aveva il potere economico sapeva far fruttare il tutto senza ombre di dubbio.
Si potrebbe continuare ancora per molto, perché il libro mette in moto i pensieri e lo fa senza appesantire la lettura.
Philip Dröge – Terra di nessuno. L’incredibile storia di Moresnet, un luogo che non sarebbe dovuto esistere – Keller
Traduzione: Andrea Costa