#MarteGP, il ritorno di Marquez

Lo devo ammettere: che vincesse Marc Marquez al Sachsenring, non me l’aspettavo. Nel mio pronostico personale l’avevo messo secondo, della serie: “È la sua pista, può fare bene”. Ma non pensavo così tanto addirittura da dominare quasi tutta la corsa e vincere con distacco.

La differenza l’ha fatta in un unico solo momento: quando è iniziato a piovere. Mentre gli altri hanno tirato i remi in barca per capire e analizzare la situazione, lui ha fatto l’opposto, ha aperto il gas e li ha seminati. Da quel momento in poi è stato solo un miraggio, impossibile da prendere per Miguel Oliveira anche quando Marc ha commesso qualche sbavatura.

Marquez almeno al Sachsenring è tornato e ha dato una bella legnata agli avversari. Avvisandoli: “Quando sarò al 100%, non ce ne sarà più per nessuno”. Ed effettivamente penso che sarà una cosa simile. Per il secondo anno di fila, infatti, non c’è un dominatore assoluto in MotoGP. Dopo otto gare i primi cinque sono in 32 punti. Vero che Fabio Quartararo lo vedo più concreto e più completo degli altri, ma è anche la classifica a doverlo dire e un vantaggio di 22 punti sul secondo è ancora troppo poco per pensare che sia lui il chiaro favorito al titolo. Il nostro sport è più che mai imprevedibile, mancano ancora troppe gare per delineare il nome del vincitore in questa situazione.

È una sorpresa continua Miguel Oliveira. A parte che è una bellezza sentire il suo italiano quasi perfetto durante le interviste, ma poi in pista sta riuscendo a fare cose a cui gli altri piloti KTM non si avvicinano. C’è solo lui a tenere alta la bandiera della Casa austriaca e nonostante un inizio davvero difficile, tre podi fanno una convinzione: Oliveira non è da sottovalutare. Mi aspettavo invece di più da Fabio Quartararo, terzo al traguardo che in una gara per lui complicata ha fatto il ragioniere. Se poi consideriamo dove hanno finito le altre Yamaha, allora sì, il terzo era miglior risultato alla sua portata.

Moto3. Un’altra prova entusiasmante di Pedro Acosta. Quel ragazzino mi emoziona proprio. In Germania ha di nuovo tirato fuori la bacchetta magica e ha messo tutti in riga all’ultimo giro. Non so come si sente ora un pilota di quella classe, vedendo quello che riesce a fare lui. Con quale sicurezza e determinazione riesce in ciò che vuole. Pazzesco!

Chiudo con una frase che mi è piaciuta tantissimo e mi ha commossa. Quella con cui il team Prustel ha voluto salutare Jason Dupasquier, venerdì, quando è stato ritirato il suo numero 50 dalla classe Moto3: “He did not leave us. He’s just a little ahead of us”.

Su massimo miliani

Ho il CV più schizofrenico di Jack Torrence, per questo motivo enunciare qui la mia bio potrebbe risultare complicato. Semplificando, per lo Stato e per l'Inpgi, attualmente risulto essere giornalista.

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