#MarteGP, finalmente sono tornata nel paddock!

Sembrava un miraggio… invece il 2022 mi ha fatto tornare in pista. A svolgere di nuovo il lavoro sul campo, tra i circuiti, tra la gente, a guardare negli occhi le persone, a coglierne i dettagli, a camminare nel paddock, a sentire quel profumo inconfondibile della mia passione, a provare adrenalina, emozione, gratitudine. A indossare la collana più bella del mondo: il pass permanent

La prima tappa è stata all’Algarve, che al posto di regalarci il tradizionale caldo per cui è famosa, ha ben deciso di far diluviare per due giorni di fila, non senza sorprese pure la domenica. Se ripenso all’ultima volta in cui ho preso così tanta acqua resto in tema, era Valencia 2018, ma almeno quest’anno il maltempo ha risparmiato la gara di MotoGP. Meteo a parte, che neanche il k-way è riuscito a sopperire, visi conosciuti li ho iniziati a vedere in aereo prima e in hotel dopo, per riprendere subito confidenza con la top class. Ed è stato quel momento in cui si riconosce il pilota solo dal viso, perché senza divisa, e lo si vede nella sua sfera personale e privata. Quel momento in cui sono ancora dei ragazzi qualsiasi, con moglie o fidanzata e figli al seguito, e sono a ritirare la macchina a noleggio come te o stanno facendo colazione, indisturbati, nel loro mondo.

Poi si arriva in pista e li si vede nel loro ruolo, impegnati e concentrati nel proprio lavoro e alla guida delle loro moto. Ecco, le moto. Rivederle dal vivo è stato quel qualcosa in più che mi ha emozionata, non me lo ricordavo quasi quanto fossero belle e spaventose allo stesso tempo. Ma l’aspetto che più mi ha interessata direttamente è stato fare le interviste a quattr’occhi, con tutte le sensazioni del caso, la gestione della chiacchierata, le espressioni facciali, l’interazione diretta mentre prima osservavo uno schermo e tutto si appiattiva. Vogliamo poi parlare del meraviglioso pubblico che c’è stato a Jerez? Fin dal venerdì si sono sentiti il tifo, il calore, gli applausi, i cori, i suoni. Dico sempre che Jerez è il Mugello spagnolo, perché il modo in cui i tifosi vivono l’appuntamento è pressoché simile e anche quest’anno non si sono smentiti. 

L’unica cosa che mi è mancata dei due anni passati a lavorare da casa è stato godermi il podio dalla tv, sentendo le voci, l’inno, gustandomi la gioia dei primi tre. Quindi quando è toccato sentire l’Inno di Mameli per l’immensa prestazione di Pecco Bagnaia, sono uscita sul corridoio esterno ad ascoltarlo. Che gioia! Purtroppo è stata l’unica volta che l’ho sentito nei due Gran Premi, ma spero che in quelli a venire ci saranno molte, molte altre occasioni. Dulcis in fundo, proprio a Jerez è stato nominato Leggenda il pilota grazie a cui mi sono avvicinata a questo sport. Un altro ricordo che si va aggiungere ai tanti che ho legati al motociclismo, e che è stato semplicemente speciale.

Su Serena Zunino

Ligure d'origine, milanese di adozione, vivo le passioni in maniera viscerale - per la felicità di chi mi sta vicino - e sono curiosa come una scimmia

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