Antonello Taurino e Andrea Labanca in “Gli intellettuali”: una risata intelligente li seppellirà

Gli intellettuali di e con Antonello Taurino e Andrea Labanca: uno spettacolo giovane, pretenzioso quanto basta e con potenziale ancora in canna. Per ridere, se non in modo intelligente, almeno differente

Personalmente ho un problema con il cabaret: non mi entusiasma. Non riesce a farmi sbellicare, al massimo mi strappa qualche risata contenuta, quando ci riesce. Perché, nel tempo, ho sviluppato una sorta di immunità autoindotta, per cui mi accosto con sospetto ad uno spettacolo di cabaret e poi quel sospetto lo confermo puntualmente. Ora non è che proprio sto lì come una statua di gesso, fosse solo per l’imbarazzo che mi procurerebbe essere serio di fronte a gente piegata dal ridere. Però non vado quasi mai al di là di un mezzo sorriso di sbieco. Tutto questo lo dico, non per tediarvi con i miei problemi personali, ma perché ieri sera sono stato ad uno spettacolo di cabaret e quindi, nello scriverne, vorrei mettere in chiaro le cose: dovrei essere l’ultimo a scrivere su questo argomento, non ne ho le competenze emotive e umorali. Però lo faccio, perché quello che ho visto è stato molto particolare e, sempre nei miei limiti, divertente.
Gli intellettuali di e con Antonello Taurino e Andrea Labanca, visto all’ Arci Cicco Simonetta di Milano, è qualcosa di insolito. Si tratta di un attore e un cantautore che si cimentano in battute a sfondo culturale. So che messa così ho indicato tutti gli elementi utili per tenersi lontani, eppure, vi giuro, non fatelo. Chiaramente aleggia spocchia e pretenziosità, ma di quelle a basso concentrato di allergeni: ce n’è il minimo sindacale, stemperati dalla giusta dose di autoironia. D’altronde come potrebbe non essere pretenzioso un progetto del genere? Lo è per sua stessa natura, deve esserlo anche per aspettativa: se ti annunci come battutaro intellettuale, io voglio ridere con battute ad alto contenuto di spocchia. Promettevano una “serata spietata, all’insegna dell’umorismo e della musica nella loro declinazione più colta e perfida: solo canzoni su Lacan, battute su Wittgenstein, ritornelli inneggianti ai presocratici, monologhi comici sulle avanguardie del primo Novecento, gustosissime siparietti a due sulla fisica quantistica, battute ridanciane riferite al Circolo di Jena”.
Detto questo, vorrei tranquillizzare i potenziali spettatori: si parla pure di figa, anche se partendo da un punto di vista diverso dal solito, diciamo che si dà dimostrazione matematica di ciò che si sperimenta nel quotidiano. Certo alcune battute possono risultare un po’ ostiche, ma ce ne sono abbastanza da permettersi di perderne qualcuna. E ce ne sono molte di facile comprensione, non crederete mica che il sottoscritto abbia le facoltà per seguire battute da intellettuali, tranquilli si ride anche in modo semplice. E poi quei due sul palco sono bravi. Taurino sa come prendersi la scena, non ha nulla dell’attore improvvisato; Labanca accompagna in punta di piedi e canta qualche suo pezzo (da non perdere il momento improvvisazione con chitarra in mano). Si tratta di uno spettacolo giovane, da limare e mettere a posto, ma la base su cui lavorare è solida.
Sono uscito con un dubbio: ma non è da stronzi ridere per battute di questo tipo? Non significa sentirsi migliori degli altri per dubbi meriti? Poi ho trovato la risposta, come al solito sul cesso: ma con tutto quello che ci propinano, in colpa dobbiamo sentirci noi? Mi pare troppo. Anche perché, alla fine, è uno spettacolo per tutti, quindi ognuno si senta libero di avvicinarlo.
Purtroppo non ci sono nuove date già previste, ma se vi capitano a tiro non fate la cazzata di perderli.

Su Giuseppe Ponissa

Aga la maga; racchetta come bacchetta magica a magheggiare armonie irriverenti; manina delicata e nobile; sontuose invenzioni su letto di intelligenza tattica; volée amabilmente retrò; tessitrice ipnotica; smorzate naturali come carezze; sofferenza sui teloni; luogo della mente; ninfa incerottata; fantasia di ricami; lettera scritta a mano; ultima sigaretta della serata.

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