Ecco una selezione di citazioni (vai alla nostra recensione) da Bruges la morta di Georges Rodenbach (leggi altre recensioni).
Non è forse come se la morte si impietosisse? Distrugge tutto, ma lascia intatte le chiome. Gli occhi, le labbra, tutto si confonde e crolla. I capelli nemmeno si scolorano. È in essi soltanto che si sopravvive!
La città, anch’essa bella e amata un tempo, incarnava così i suoi rimpianti. Bruges era la sua morta, e la sua morta era Bruges. Tutto era unito da un identico destino: era Bruges-la-Morta, anch’essa sepolta nella tomba dei suoi quasi di pietra, con le arterie gelate dei suoi canali, da quando aveva smesso di battervi il grande respiro del mare.
Ma il volto dei morti, che la memoria ci conserva per qualche tempo, a poco a poco si altera, deperisce, come un pastello senza vetro la cui polvere evapora. E i nostri morti muoiono per la seconda volta, dentro di noi.
Hugues rifletteva sul potere indefinibile della somiglianza. Essa corrisponde alle due necessità contrastanti della natura umana: l’abitudine e la novità.
La somiglianza è la linea d’orizzonte fra l’abitudine e la novità.
L’amore, come la fede, si preserva attraverso piccole pratiche.
Le somiglianze appartengono sempre e soltanto alle linee o all’insieme. Se si studiano i dettagli, tutto diverge.
Ogni città è una stato d’animo; e quando vi si soggiorna, questo comunica, si trasmette a noi come un fluido che, respirato con l’aria, entra a far parte del nostro corpo.
Le rotture amorose sono anch’esse una piccola morte, con le loro partenze senza addii.