Sorelle Materassi – Aldo Palazzeschi

Se quando si dice zitelle si pensa immediatamente alle Sorelle Materassi di Aldo Palazzeschi un motivo ci sarà. Scopritelo da voi leggendo questa perla di libro, grottesco e tenero, dove la commedia umana trova sviluppi che penetreranno nel vostro immaginario. A volte succede che se un libro ha successo è perché ne vale la pena, ecco uno di quei casi.

Le zitelle più famose d’Italia e giustamente. Teresa e Carolina Materassi sono due provette ricamatrici, così come Palazzeschi che le racconta. Le prime ricamano corredi per donne di un certo livello, il secondo ricama la lingua italiana per raccontarci la loro vicenda. Fin dalla descrizione dei luoghi, quella campagna che circonda Firenze e di cui fa parte Santa Maria a Coverciano, l’autore tesse parole impregnate di un’ironia garbata e insolente. Come quando denuncia la solennità delle colline rispetto alla pianura:

Riporterò alcuni nomi di queste colline riuscendo essi, meglio assai delle parole, a dimostrarci tale evidenza: Bellosguardo, e notate che molte ve ne sono dove lo sguardo è ancor più bello, Il Gelsomino, Giramonte, Il Poggio Imperiale, Torre del Gallo, San Gersolè, Settignano, Fiesole, Montereggi, Castel di Poggio, Montebeni il Poggio delle Tortore, Montiloro, L’Incontro, L’Apparita, Monte Asinario, il Giogo, Monte Morello… Sentite invece i nomi della pianura: Le Panche, Le Caldine, Rifredi, Peretola, Legnaia, Soffiano, Petriolo, Brozzi, Campi, Quarto, Quinto, Sesto… anche la fantasia pedestre si spegne, sembrano gli evirati dell’immaginazione.

L’ironia, il grottesco, il tragicomico sono il filo conduttore di questa commedia umana che ruota attorno alle Sorelle Materassi travolgendole per spostarle solo qualche metro più in là. Le scene da ricordare sono molte: le sorelle che imbellettate si affacciano alla finestra di domenica, o quando vengono rinchiuse dal nipote perché firmino una cambiale, o sorprese nella visita di buon auspicio ai campi, o il loro abbigliamento al matrimonio di Remo. Non solo il racconto è costellato da queste immagini indimenticabili, è permeato dallo spirito che le anima a tratteggiare una vicenda che mischia miserie e nobiltà, paure e speranze, amore e crudeltà.

Le Sorelle Materassi sono due apprezzate ricamatrici, tanto da spingere donne altolocate a recarsi in campagna per avvalersi dei loro servigi. La vita di Teresa e Carolina si svolge cristallizzata in un assiduo e meticoloso lavoro che le ha salvate da una situazione economica disastrata e ha tolto loro una vita privata. A stravolgere tutto arriva in casa Remo, nipote rimasto orfano che scialacquerà la piccola fortuna accumulata dalle zie. Il balletto viene arricchito dalla presenza di Niobe, la domestica di casa, dalla quarta sorella Giselda, da Palle, fido amico di Remo e dagli abitanti di Santa Maria a Coverciano.

Così assistiamo al subbuglio apportato da Remo, adorato dalle Materassi che vengono astutamente sfruttate da questo ragazzo e poi giovane uomo entrato nelle vite di chi non ha mai conosciuto gli uomini. Remo smuove sentimenti mai sopiti nelle sorelle che conducono una vita castigata forse più per circostanze che per convinzione. È un misto di affetto familiare e di sconvolgimento di ormoni, di obiettivi piccolo borghesi e di invidie di paese, di sudato riscatto e di chiusure impaurite. E poi c’è Remo, l’uomo e uomo nuovo che insegue avventura e occasioni inventate e ricchezze triturando tutto ciò che trova sul suo percorso, senza nemmeno curarsi di nasconderlo:

[…] Assalita quindi da uno slancio di tenerezza esclamò:
– Oh! scimmie incantate!
– No, mia cara, no – corresse Remo affettuosamente, – addomesticate, solamente addomesticate.

Remo che diviene il centro del paese, anche dei paesani che comprendono la rovina verso cui spinge le Materassi ma che sono assetati delle sue gesta. E diviene naturalmente il fulcro della vita delle Materassi che, sempre e con poche resistenze, cedono alle sue richieste e lusinghe, gli concedono i propri averi e si fanno condurre a quella vita mondana tanto lontana dalla loro precedentemente condotta.

La conclusione è in qualche modo scontata, non fosse per quel nuovo riscatto che viene incontro alle Sorelle Materassi in forma meno sontuosa e più umile. Eppure, anche quando tutto è finito, Remo non c’è più e la loro vita deve trovare nuovi sbocchi, nuovi spunti di sopravvivenza che diventa una rinascita in tono minore ma sereno, anche allora Remo rimane l’amato nipote, immortalato per sempre in un ritratto che è tutto un programma.

Dopo aver letto diversi autori stranieri, più moderni, più cool, sono ritornato ad un autore italiano, un meraviglioso autore italiano. Una boccata d’ossigeno di cui avevo bisogno e che consiglio a tutti. Un libro scritto meravigliosamente, una vicenda memorabile, un’ironia centrata  che narra miserie e gioie piccolo borghesi inscenando quella commedia che risponde al nome di vita.

Felicità: 91%
Tristezza: 82%
Profondità: 74%
Appagamento: 83%
Indice metatemporale: 90%

Su Giuseppe Ponissa

Aga la maga; racchetta come bacchetta magica a magheggiare armonie irriverenti; manina delicata e nobile; sontuose invenzioni su letto di intelligenza tattica; volée amabilmente retrò; tessitrice ipnotica; smorzate naturali come carezze; sofferenza sui teloni; luogo della mente; ninfa incerottata; fantasia di ricami; lettera scritta a mano; ultima sigaretta della serata.

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