Metropolitania---Carolina-Cavalli

Metropolitania – Carolina Cavalli

Metropolitania di Carolina Cavalli è un romanzo sorprendente, di una vivacità carnale vissuta attraverso una scrittura arrembante e capace di trovare solidità su un terreno scivoloso. Una scrittura così estrema da risultare normale, una storia talmente sconclusionata da rivelarsi incisiva, personaggi così bislacchi da sostenere la quotidianità.

Metropolitania di Carolina Cavalli

Allora è proprio così che funziona la vita. Le cose non sembrano così importanti quando succedono, lo sembrano solo dopo perché uno pensa che ci saranno tante esteti e tanti amori, ma alla fine non sono poi così tanti, quindi quei pochi che ci sono restano incollati come manna e merda, e battono di brutto tutto il resto che viene dopo, sempre.

Una scrittura così estrema da risultare normale, una storia talmente sconclusionata da rivelarsi incisiva, personaggi così bislacchi da sostenere la quotidianità. Questo romanzo corre disperato attraverso le strade della metropoli, scoperchiando un’umanità rotta e priva di equilibrio, rendendo i particolari motori di sentimenti e azioni, alla ricerca ossessiva di una via d’uscita che si palesa sempre un passo troppo in là, con uno scarto così minimo da risultare abissale.

Narrato dal punto di vista di Eddi, la protagonista, il linguaggio spicca nella sua mancanza di compromessi, nello svolgersi senza filtri dal pensiero della narratrice, cesellato dalle durezze volgari e dai lampi di tenerezza che troppo spesso vengono soffocati dall’attimo successivo. Il linguaggio esplicito, duro, a volte catatonico come il filtro ormai incancrenito con cui Eddi percepisce il mondo, non è fine a se stesso, è anzi un punto di contatto diretto tra il lettore e la protagonista, è l’esposizione coerente del suo stare tra gli altri. Così come è insita un’ironia tagliente, un disincanto dettato dalla banalità dell’approccio del personaggio, una stimolante capacità dell’autrice di creare immagini oscenamente divertenti.

Eddi è una giovane donna che vive tra droga, bulimia, sesso occasionale e arte (si mantiene vendendo i propri quadri in galleria). Il suo ragazzo è morto di overdose accanto alla sua migliore amica pure lei morta, così saltuariamente affoga i ricordi attraverso il sesso col gemello del ragazzo, Lou. In questo quadro già molto disturbato subentra Masami, una nuova conoscenza che si rivela ancora più al limite di Eddi stessa, o forse sullo stesso identico limite.

Una comunione obliqua

Sì. ‘Sto cazzo, Masami. Ti piacerebbe fosse ormonale, c’hai uno squilibrio totale, che ti parte dalla punta dei capelli e ti arriva sotto i piedi, devi stare attenta a non pestarlo mentre cammini, che se inciampi nello squilibrio mentre cammini, cadi di faccia, porca troia, vivi da trent’anni e non ha ancora imparato. Già te lo trascini in giro come un cencio, si sporca ancora di più, si sporca di tutto quello che c’è per terra nel mondo, e ti giuro Masami, non so cosa c’è per terra dalle tue parti, ma qui c’è davvero roba schifosa, faresti meglio a tenertelo sulle spalle e non lasciarlo ciondolare a caso davanti a tutti.

Metropolitania

Eddi galleggia senza punti di riferimento, non solo perché il suo ragazzo non c’è più, ma anche quando era vivo e tossico gli appigli nella vita di Eddi erano precari. Scarica un disprezzo acido verso l’intero mondo, salvo rendersi conto di essere sola, in un’altalena che la sballotta tra noia e paura, tra richieste d’aiuto soffocate e una costante ricerca di alienazione. Esistono piccoli punti di gravità in cui la normalità la attrae, si affaccia come una possibilità remota ma almeno intuibile, ma sono allucinazioni che si disgregano al contatto con la realtà.

L’incontro con Masami è quasi un rispecchiamento deformante che produce una dipendenza, l’ennesima, disperata. Sono entrambe giovani donne inquiete, alla ricerca, anche se non sanno bene di cosa, forse perché sono loro stesse a doversi trovare. Un rapporto bizzarro che prende vita tra pericoli concreti e travisamenti incrociati. Si accompagnano senza continuità ma con un intenso bisogno, come se avessero entrambe trovato la peggiore ma unica possibile compagna di viaggio. Un afflato alla vita obliquo che sanno tenere in piedi solo loro, solo insieme.

Corpi che attraversano

Sono dei veri trip le magliette coi nomi delle città, è come vedere quella città dentro un’altra città che non c’entra un cazzo, così ti ricorda che potresti essere completamente da un’altra parte e vivere completamente un’altra vita, che potrebbe essere quella giusta ma tanto è troppo tardi.

Il tutto si svolge in una metropoli non precisata, in cui Eddi si muove come un corpo tra gli altri, in cui le isole d’appoggio latitano e ci si incrocia come oggetti, in un’indifferenza nemmeno cattiva quanto efficace. D’altronde l’attenzione al corpo è nel libro costante, la protagonista non solo è bulimica, ma osserva i corpi in modo ossessivo, quasi controcorrente rispetto all’invisibilità reciproca delle persone per le strade. Un’ossessione, quella di Eddi, che contrasta in modo così opposto da sembrare una ricerca viscerale di solidità, concretezza, di quella personificazione che viene negata dalla città.

In fondo quello di Eddi è il grido di chi vuole esserci nel mondo, solo non alle regole che vengono imposte, perché quelle regole non permettono di esserci ma di passare, non consentono un’esistenza ma una tremolante apparizione. Eddi trova in Masami il modo di incanalare una vitalità malintesa, facendo della città un luogo da attraversare con intenzione e personalità, non il contenitore di tristezze separate, non la casa respingente di fantasmi svuotati. Eddi e Masami sono rotte, piuttosto che aggiustarsi cercano di proseguire insieme coi loro acciacchi, riconoscendoli e cavalcandoli.

Carolina Cavalli esordisce con un romanzo sorprendente, di una vivacità carnale vissuta attraverso una scrittura arrembante e capace di trovare solidità su un terreno scivoloso.

Carolina Cavalli – MetropolitaniaFandango

Voto - 84%

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Su Agafan

Aga la maga; racchetta come bacchetta magica a magheggiare armonie irriverenti; manina delicata e nobile; sontuose invenzioni su letto di intelligenza tattica; volée amabilmente retrò; tessitrice ipnotica; smorzate naturali come carezze; sofferenza sui teloni; luogo della mente; ninfa incerottata; fantasia di ricami; lettera scritta a mano; ultima sigaretta della serata.

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