Lungomare nostalgia di Andrea Malabaila racconta una storia che accompagna dolce come un bicchiere di Barbaresco un pomeriggio di pioggia. Un pomeriggio in cui ci si concede il lusso di godere il rumore della nostalgia. Così conquista al primo colpo e dalla prime pagine per la sua pulizia e semplicità, per qualità artigianale della scrittura.
Lungomare nostalgia di Andrea Malabaila
Ci sono libri che hanno profumi, essenze che si diffondo nell’aria e che rimandano impregnate sui vestiti, sui mobili. Ci sono case che queste essenze le accolgono, sono fatte di mattoni, hanno foto con i contorni ingialliti e le figure un po’ sfocate. Molte di queste case si trovano nelle Langhe, territorio baciato da Dio che conserva ancora i sapori della tradizione e della storia che l’hanno attraversata, pur aprendosi all’innovazione culturale e tecnologica.
Andrea Malabaila ha la fortuna, aiutata da un buon talento evidente, di mettere tutte queste cose insieme e cavarci una storia che accompagna dolce come un bicchiere di Barbaresco un pomeriggio di pioggia. Un pomeriggio in cui ci si concede il lusso di non fare nulla per potersi godere il rumore della nostalgia. Così Lungomare nostalgia conquista al primo colpo e dalla prime pagine per la sua pulizia e semplicità, per qualità artigianale della scrittura.
Questo racconto a ritroso del rapporto nonno-nipote parte da una passione che li accomuna: i libri. Il nonno tipografo linotipista, il nipote scrittore ed editore. Una passione che stringe il rapporto oltre il tempo e lo spazio, su un livello più alto.
È questo che mi fa male perché è sulle parole che noi due abbiamo fondato le nostre esperienze. Tu, ex tipografo linotipista, io ex giovane scrittore di belle speranze. Sappiamo entrambi che le parole hanno bisogno di cura, precisione, passione. Mi piace pensare che, oltre a un po’ del tuo corredo genetico, tu mi abbia trasmesso in qualche maniera anche questo dono.
Purtroppo, quando Andrea trova l’anziano ricoverato in fin di vita si rende conto che sta per perdere l’uomo che l’ha visto crescere e la sua la sua storia, quella che si era ripromesso di scrivere. Così parte una roulette di ricordi, aneddoti singolari e vicende comuni del nonno che, tuttavia, hanno lo stupore e la potenza dello straordinario: le bravate da ragazzo, la fuga rocambolesca dalla guerra, la minaccia di fucilazione da parte di nazifascisti e partigiani e poi la salvezza, la sorprendente vittoria alla Lotteria durante il boom degli anni Sessanta, il lungo e doloroso addio alla compagna di tutta una vita. Nel mezzo, circa cinquant’anni a comporre libri con la sua linotype, l’odore di piombo, una precisione maniacale e quella volta che Cesare Pavese montò su tutte le furie.
Ricordi che si intersecano, si colorano di nuovo, vanno a zonzo nella vita del nipote che cerca come uno storico di raccogliere pezzetti che possano costruire un futuro: quello delle altre generazioni.
Così troviamo il mondo delle Langhe, quello caro proprio a Pavese che difatti entrerà nel racconto, ma troviamo anche la Liguria, Finale Ligure, dove i ricordi sono semplici: quelli della pizzeria, del calice di vino, di cose ancora una volta piccole.
La mia immaginazione scorre tra le campagne del Monferrato. È notte e sto venendo a prenderti perché al mare non ci posso proprio andare senza di te.
Nel racconto il nipote non scompare, anzi è vivo e carne dietro il racconto come quando si immagina a rapire il nonno dalla casa di cura per portarlo ancora a Finale Ligure, un’ultima volta a vedere il suo mare. Un momento in cui si racconta del sentimento della nostalgia.
Sono malato cronico di nostalgia, io. La nostalgia di ieri. Sapendo già che domani avrò nostalgia di oggi.
C’è un triangolo di terra, la Lombardia compare come limite estremo, che racconta una vita semplice, ma ricca e piena di soddisfazioni. C’è un nipote intelligente che, proprio come diceva Tolstòj, sa come per il narratore saggio è sempre bene partire dal proprio villaggio per raccontare il mondo. E poi c’è la lezione di Pavese, Fenoglio, ma potremmo anche azzardare Calvino. Grandi scrittori irraggiungibili a cui però Malabaila ha saputo strappare un po’ della leggerezza del racconto, la capacità di inquadrare con luce fioca solo i particolari importanti.
Andrea Malabaila – Lungomare nostalgia – Spartaco