Lunga storia di noi stessi - Joseph Ledoux

Lunga storia di noi stessi. Come il cervello è diventato cosciente – Joseph Ledoux

Lunga storia di noi stessi. Come il cervello è diventato cosciente di Joseph Ledoux è un titolo che non esagera, ma anzi minimizza: la storia di noi stessi che viene raccontata non è lunga, è la più lunga possibile. Parte dalle origini della vita fino ad arrivare a ipotesi attualissime, percorrendo l’arco vitale degli esseri viventi per giungere ad una teoria sulla coscienza.

Lunga storia di noi stessi. Come il cervello è diventato cosciente di Joseph Ledoux

Per me, le emozioni umane sono esperienze coscienti autonoetiche che sono assemblate cognitivamente, proprio come qualsiasi altra esperienza cosciente autonoetica. L’idea di emozione inconscia è un ossimoro: se non la senti, non è un sentimento, non è un’emozione. Tuttavia i fattori inconsci vi contribuiscono.

Ecco un caso in cui il titolo non esagera, ma anzi minimizza: la storia di noi stessi che viene raccontata non è lunga, è lunghissima, la più lunga possibile. Ledoux parte dalle origini della vita fino ad arrivare a ipotesi di ricerca attualissime, percorrendo l’arco vitale degli esseri viventi per giungere ad una teoria sulla coscienza. Un viaggio profondo che parte da lontano e arriva alla più umana delle specializzazioni, talmente umana da non appartenere, forse, a nessun altro animale: le emozioni.

La teoria proposta dall’autore occupa solo l’ultima parte del libro, mentre tutta la parte precedente è preparatoria, perché per capire l’essere umano è necessario sapere da dove viene, soprattutto se l’obiettivo è mettere in risalto una caratteristica che si sostiene differenziarlo da tutte le altre specie mai esistite. Va da sé che quindi i contenuti più interessanti siano concentrati verso la fine.

Tutto quel che precede è un riassunto interessante, che ci si gusta nella misura in cui non si conoscono i contenuti o se ne sono dimenticati la maggior parte, come nel mio caso; però forse non necessario con tutti quei dettagli per arrivare al punto. Al netto del piacere personale di ripercorrere la storia della vita, ho avuto la sensazione di non ravvisare pienamente l’importanza di una tale introduzione che, probabilmente, poteva essere asciugata.

Lunga storia di noi stessi

Le umane emozioni

Detto ciò, la teoria di Ledoux è coerente con i passaggi proposti e per molti versi interessante. In sostanza viene affermato che le emozioni sono legate alla coscienza e che quindi solo gli esseri umani possono provarle. Questo perché solo gli esseri umani hanno sviluppato schemi di ulteriore elaborazione che inglobano gli elementi precedenti per porli sotto la lente di una consapevolezza di ordine superiore. Ben inteso si intende superiorità gerarchica all’interno di uno schema, nessuna prevaricazione di ordine morale.

L’autore è molto chiaro: a livello di sopravvivenza i batteri ci battono milioni di anni, passati e quasi sicuramente futuri, a uno. Quindi non è una questione di meglio o peggio, anche perché le scale possono essere decise solo sulla base di un punto di vista. Semplicemente, l’essere umano si è sviluppato in una certa maniera per determinati vantaggi evolutivi, che, tra l’altro, non sono immuni da controindicazioni.

Lo spunto davvero incisivo è quello di vedere le emozioni come uno stato avanzato nello sviluppo della specie umana, possibile solo collegandolo al pensiero autocosciente che appartiene unicamente agli uomini ed è sopraggiunto recentemente. Si tratta di un fondamentale smottamento del punto di vista sulla questione delle emozioni che, a questo punto, non sono più suscitate dalle situazioni, bensì da schemi superiori: dunque non proviamo paura di fronte ad un pericolo come meccanismo inconscio di difesa, invece la paura è gestita dai meccanismi coscienti come elemento ulteriore e più raffinato. Questo per il semplice motivo che un’emozione non può essere tale se non ne siamo consapevoli, non è il mondo a suscitarci emozioni, sono i nostri circuiti neuronali a produrre emozioni per gestire il mondo. Tra l’altro non si tratta certo dell’unico caso in cui gli schemi cerebrali guidano dall’alto i nostri rapporti con il mondo.

In tutto questo che fine fanno le emozioni degli animali? Al di là delle nostre sensazioni e speranze, non abbiamo modo di provare scientificamente la coscienza e quindi le emozioni degli animali. Questo non significa essere sicuri che gli animali ne siano privi, ma, finché non riusciremo a produrre prove incontrovertibili della presenza, Ledoux ha tutto il diritto di ipotizzarne l’assenza in conseguenza delle sue teorie. I comportamenti animali, proprio come quelli umani, non sono il sintomo di emozioni, ma potrebbero riferirsi a schemi cognitivi di ordine inferiore. L’antropomorfizzazione ha conseguenze nefaste quanto l’antropocentrismo.

Con la coscienza e le emozioni che ne derivano l’uomo ha costruito un dominio sulle altre specie animali e un’occupazione territoriale invasiva. Sta all’uomo gestire i due elementi in modo consapevole, non permettendo di prevalere alla controindicazione evolutiva insita nello sviluppo delle emozioni: la produzione di atti egoistici fino all’estremo.

Joseph Ledoux – Lunga storia di noi stessi. Come il cervello è diventato coscienteRaffaello Cortina Editore
Traduzione: Gianbruno Guerrerio

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Su Giuseppe Ponissa

Aga la maga; racchetta come bacchetta magica a magheggiare armonie irriverenti; manina delicata e nobile; sontuose invenzioni su letto di intelligenza tattica; volée amabilmente retrò; tessitrice ipnotica; smorzate naturali come carezze; sofferenza sui teloni; luogo della mente; ninfa incerottata; fantasia di ricami; lettera scritta a mano; ultima sigaretta della serata.

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