In Il codice del tempo. Cervello, mente e coscienza di Georg Northoff l’autore si gioca una carta sorprendente e azzardata: il tempo. Un rilancio che rende il viaggio originale, trovando la soluzione ad un problema complicato, la coscienza, attraverso un elemento altrettanto intricato, il tempo. Ci ritroviamo in un flusso di teoria stuzzicante, intrigati da una soluzione che, invece di stare alla larga dalle criticità, vi si immerge.
Il codice del tempo. Cervello, mente e coscienza di Georg Northoff
Metaforicamente parlando, la coscienza non è altro che la tavola da surf sempre presente grazie alla quale surfiamo e cavalchiamo le sempre cangianti onde del mondo. […] La coscienza è una sorta di surf mentale il cui persistere dipende dal continuo mutare delle onde del mondo. Così un surfista prova piacere quando riesce a navigare e cavalcare a lungo e bene le onde dell’oceano, allo stesso modo proviamo gioia e piacere quando siamo ben allineati alle onde del mondo.
Siamo nell’ambito di un annoso e difficile problema: la natura della coscienza. Esiste un mondo mentale, separato dal corpo, in cui può nascere e fiorire la coscienza? Se invece vogliamo ridurre tutto al mondo corporeo, com’è possibile che ne nasca la coscienza che con esso pare non avere nulla a che fare?
Georg Northoff arriva a espellere la mente dalla realtà dei fatti e a non accettare le teorie che trasferiscono la mente dalla metafisica al cervello. Nel primo caso rende la mente non necessaria alla risoluzione dell’enigma coscienza, così da non dare adito ad una separazione tre mente e corpo; nel secondo caso smaschera l’operazione delle recenti teorie che non farebbero altro che riprendere quella separazione riversandola tutta all’interno del cervello.
In tutto questo, l’autore si gioca una carta davvero sorprendente e azzardata: il tempo. Un rilancio che rende il viaggio di questo libro originale, trovando la soluzione ad un problema complicato, la coscienza, attraverso un elemento altrettanto intricato, il tempo. Ci ritroviamo così in un flusso di teoria stuzzicante, intrigati da una soluzione che, invece di stare alla larga dalle criticità, vi si immerge con entusiasmo.
Non so quanto sia convincente, quanto risolva la questione o, invece, se siano ancora troppi i punti che lascia aperti; di certo il saggio ha un piglio che cattura, va in una direzione per molti versi apprezzabile e presenta una teoria affascinante.
Il tempo della coscienza
Non tenterò di riassumere entrando nei particolari, ma va detto che, al di là del fascino, stiamo parlando di teorie che cercano la loro conferma in ambito scientifico e non in svolazzi ipotetici. L’approdo poetico è un gradevole sbocco non necessario.
Il cervello, anche quando il soggetto è a riposo e non stimolato dal mondo esterno, produce onde di diversa frequenza: maggiore è la velocità, minore è la potenza; oltre alla velocità è da tenere presente la durata. Ecco i fattori che dettano il tempo della coscienza e del Sé, anzi che compongono la coscienza e il Sé.
Viene superata l’atemporalità del Sé immergendovelo, conservando così la continuità nel cambiamento, arrivando ad accettare che è proprio il cambiamento a renderla possibile. La coscienza e il Sé corrispondono alla durata del tempo delle onde, che hanno un inizio e una fine, interne del cervello, in modo da ottenere un punto di vista interno al tempo misurabile dall’esterno.
Non è necessario postulare una mente distaccata, può essere tutto riportato alla fisicità, ma non al cervello in quanto tale o ai suoi percorsi o schemi neuronali, altrimenti resteremmo di nuovo legati ad una mente separata, spostandole semplicemente la sede. La chiave del tempo àncora gli elementi mentali al mondo fisico e lo fa con tale immersione da non prevedere un’insorgenza misteriosa, negando loro una sede, fornendo piuttosto un supporto. Il tempo è la moneta corrente tra mondo fisico e mentale.
Il tempo del mondo
Il tempo del cervello è solo una manifestazione del tempo del mondo: le onde del mondo transitano attraverso il cervello, dove assumono la forma di neuroonde. Le neuroonde perciò non sono puramente neuronali, ma neuroecologiche. Se le nostre onde cerebrali fossero puramente neuronali, anziché neuroecologiche, non saremmo minimamente coscienti.
La direzione molto importante che Northoff impone alla sua teoria è quella dell’ecologia, fornendo un elemento di primaria importanza che vuole evitare di chiudere la mente in se stessa. Le onde non sussistono solo nel cervello. In primo luogo, sono emesse dal resto del corpo, tessendo un dialogo tra cervello e resto del corpo. Il cervello non è una monade, bensì recepisce le onde, e quindi il tempo, del corpo.
Ma dobbiamo andare ancora più in là, pensare più in grande e svelare il rapporto fondamentale per la coscienza: le onde del cervello, le neuroonde, non sono altro che un’espressione delle onde del mondo e quindi sono costituzionalmente neuroecologiche. Le neuroonde non sono altro che un’espressione delle onde del mondo e quindi il tempo del della coscienza e del Sé è strettamente legato a quello del mondo. Tutto è collegato attraverso il tempo, l’uomo non è un’isola ma l’elemento di un più vasto contesto che va al di là del pianeta Terra stesso.
Se l’insolita puntata sul tempo fornisce alla teoria un’aura letteraria, la sinergia del tutto va in una direzione forse non abbastanza tenuta in conto, liberandoci dall’antropocentrismo che non finiamo di amare. Questo contesto ha due conseguenze non minime. La prima è che la coscienza e il Sé non possono risultare elementi esclusivi degli esseri umani, anche il cervello degli animali, pur in modo diverso, intercetta il tempo del mondo. La seconda è che l’intelligenza artificiale, almeno per come viene concepita al momento, non può avere coscienza per la mancanza di un rapporto con il mondo che si basi sulle sue onde e, quindi, sul tempo. In futuro chissà, ma i presupposti dovrebbero cambiare.
Georg Northoff – Il codice del tempo. Cervello, mente e coscienza – Il Mulino