Baldini & Castoldi è un marchio da cui emana una antica nobiltà editoriale. Siamo nella Milano che si trasforma in grande città industriale, che si prepara ai “primi dieci anni del secolo”, a Boccioni, al futurismo, ai cattolici modernisti e al socialismo. La casa editrice viene fondata nel 1897 da Ettore Baldini e Antenore Castoldi – fra i consulenti più attivi il poeta Gian Pietro Lucini – con una sede, prestigiosa, in Galleria Vittorio Emanuele. Caratterizzata dalle copertine illustrate a piena pagina, raggiunge il successo con Piccolo mondo antico di Antonio Fogazzaro e conosce una vera stagione di best seller con i romanzi popolari di Guido da Verona.
Nel 1991 Alessandro Dalai acquista il marchio Baldini&Castoldi, ormai inattivo da una decina d’anni, e ne affida la direzione a Oreste del Buono e Piero Gelli, rilanciandola, anche grazie a titoli italiani come Va’ dove ti porta il cuore di Susanna Tamaro, Jack Frusciante è uscito dal gruppo di Enrico Brizzi e i formidabili romanzi di Giorgio Faletti. Decisiva la narrativa straniera di qualità, con autori che comprendono Haruki Murakami e Hunter Thompson, Tom Robbins e Annie Proulx, Ulrich Becher e Kingsley Amis. Dal 2015 entrano in gioco Michele Dalai e Filippo Vannucini che ridisegnano la mappa dei successi più recenti (fra tutti il Nel mare ci sono i coccodrilli di Fabio Geda) e la fisionomia delle collane. Spiccano una rinvigorita attenzione allo sport, alla musica, al teatro, alla divulgazione scientifica, e naturalmente alle grandi narrazioni (quelle dei giovani narratori e quelle del romanzo di intrattenimento).
C’è uno spirito nuovo, che vuole aprire strade e, al contempo, riorganizzare le punte di qualità di un catalogo che si rivela pieno di gemme e di ricchezza culturale. Da Margherita Hack a Rita Levi Montalcini, da Guy Debord a Norberto Bobbio, la sequenza di nomi suona strategica: guarda da lontano e guarda lontano. Si riapre la collana La Tartaruga con uno sguardo rinnovato che richiama all’attenzione dei lettori autrici e autori come Sofja Tolstoja e Jakob Wasserman.
Baldini&Castoldi sembra portare in è la generosità anarchica di Gian Pietro Lucini (“L’umanità fa suo cammino coll’allontanarsi ogni giorno più dalla fondamentale bestialità da cui esce”), sembra avvertire il ventoso senso di libertà che chiude Manhattan Transfer di John Dos Passos (ripubblicato dopo decenni e con fierezza nel 2002) e ora scava nel reportage narrativo di Misha Glenny ancorandosi al presente.
Ed è proprio quando si sta nel presente, e nella fattispecie nel presente del libro, che si può cominciare a costruire futuro.
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Titoli Baldini e Castoldi
Manhattan Transfer – John Dos Passos
Se Manhattan Transfer di John Dos Passos è un canto, è dolente. Una sola grande protagonista, la New York di inizio ‘900, riflessa in una miriade di personaggi. Un’ode stonata per una protagonista sporca, pronta a promettere e incapace di mantenere, selezionatrice ambigua in grado frammentare il panorama umano, con la gioia sempre pronta a …
La solitudine di Matteo – Giovanni Robertini
La solitudine di Matteo di Giovanni Robertini apre spazi di immaginazione e riflessione oltre la quotidianità, lanciando alcuni interrogativi. Il grande pregio del libro è quello di porre la domanda sulle nostre identità senza ricorrere ai cliché che troppo spesso affaticano i romanzi che affrontano questioni di prosaica quotidianità.La solitudine di Matteo di Giovanni RobertiniAlla …
Partire. Un’odissea clandestina – Mahmoud Traoré, Bruno Le Dantec
Partire. Un’odissea clandestina di Mahmoud Traoré e Bruno Le Dantec è la testimonianza di chi ha vissuto l’estenuante ricerca di una vita migliore, ritrovandosi al centro delle contraddizioni di un mondo distratto e superficiale, preso al lazzo dal bombardamento mediatico.