Jovanotti a San Siro, #Lorenzoneglistadi2015 – Report e scaletta

Un paio di premesse parlando del concerto di Jovanotti a San Siro mi sembrano doverose. Sarà difficile che io sia obiettiva.

Amo Jovanotti e lo adoro ancora di più live, dove dà sicuramente il suo meglio (nonostante la voce non sempre perfetta e intonata, come lo hanno accusato sin dai giovanili esordi). E quando vedo alcuni concerti (il suo, per esempio) entro in una trance che forse gli uomini paragonerebbero alla “trance agonistica”, da partita di calcio. Tradotto: non capisco più niente. Nessun abuso smodato di alcool né di droga giovedì sera al Meazza, solo puro e semplice abuso di energia e musica.

Altra premessa doverosa: era difficile superare l’impatto emotivo del concerto di due anni fa, quando il Lorenzo nazionale fece il suo esordio a San Siro festeggiando i 25 anni di onorata attività. E quindi le mie parole saranno comunque intrise di una sorta di malinconia o comunque di aspettative così alte che già si sapeva in partenza che sarebbero state deluse.

Deluse solo in parte, in minima parte, fortunatamente. Forse perché in trance, come ho dichiarato, o forse perché comunque “il Jova” di energia ne ha da vendere. E io a quell’energia mi abbevero e mi ricarico a mia volta, cantando e ballando come una matta (definita la tarantolata, come scoprirete fra qualche riga…).

Una menzione speciale alla “vicina di prato”, che forse infastidita da cotanta energia, attaccata saldamente al suo zainetto montato rigorosamente al contrario (ma si può?), lamentava che ballassi “manco fossimo in discoteca” scatenando in me solo la voglia a ballare ancora di più (che poi sei andata ad un concerto, che pensavi di essere, in chiesa?). E poi sfido chiunque a rimanere fermi ad uno di questi concerti dell’ultimo Jovanotti, che di atmosfera dance ne hanno davvero tanta. A partire dal dj set che apre i suoi concerti (giovedì a San Siro c’era Andrea Oliva), passando per i remix e gli arrangiamenti super originali delle sue canzoni storiche ( “Bella” in versione reggae direi, o la storica “Attaccami la spina” in versione dance appunto).

Altra menzione alle 3 galline +1 ovvero i miei compagni di concerto. Gallina uomo che ha sostituito una gallina storica del mio gruppo di amiche e che fra qualche riga aggiungerà i suoi commenti. Grazie di esserti adattato così bene all’atmosfera sgallinante. Ti abbiamo trovato perfettamente nel tuo (ma forse questo non dovrei esplicitarlo nel ringraziarlo…).

E per il resto… che dire. Tanta musica, meno parole di due anni fa (che gli interventi politicizzanti ci stanno, per carità, ma io a un concerto vado per sentire musica innanzitutto). Tanta energia, carica e atmosfera, conditi da speciali superpoteri da lui stesso citati (amore, intelligenza, tolleranza, diversità, passione e desiderio). Lorenzo ti trasmette il “ce la puoi fare”, il pensiero positivo, il “io lo so che non sono solo anche quando sono solo”. Un concerto che è innanzitutto uno spettacolo: lo provano le scenografie imponenti, i video che vengono trasmessi su uno schermo di 800mq (piccino eh?), un palco enorme dove Lorenzo salta, balla, corre e tu (non solo io dal mio scarso metro e sessanta) non sai mai dov’è finito. D’altronde un concerto che finisce con i titoli di coda, va da sé che tanto ordinario non è. Insomma in definitiva è stata una notte fantastica e piena di desideri dove Lorenzo mi ha portato via con sé. Cullata da una serenata rap, danzando nell’ombelico del mondo e celebrando l’estate addosso.

Note di colore by Ninja
Premessa doverosa: il mio rapporto con San Siro è sostanzialmente di fedeltà assoluta. Per motivi non musicali ci sono entrato solo due volte e sempre e solo da pischello. La prima volta per il 50esimo compleanno di Pelé (io ero uno dei bimbi della coreografia), la seconda per uno squallidissimo Inter-Lazio (erano gli anni in cui le colpe delle sconfitte non venivano attribuite a una Calciopoli qualunque, ma al fatto di avere Centofanti come terzino e Fresi come stopper). A livello musicale, invece, al Meazza ci sono entrato solo per Vasco (anche perché il resto dei cantanti che ascolto, forse, San Siro lo riempirebbero vendendo i biglietti di un tour intero).

Il mio rozzo background, dunque, è una lente che giocoforza condizionerà l’obiettività di queste note. Ma andiamo a incominciare.

Al posto degli alcolici e del Polase, al concerto di Jovanotti le promoter ti danno volantini che promuovono feste e altre cose gioiose. Non è un male di per sé ma lo shottino alcolico (soprattutto se sei ammassato nel prato), è un plus che se non c’è, manca.

– Fuori dallo stadio, per terra, è poco sporco, non ci sono i soliti abbirrazzati con Il Vate di Zocca tatuato sulla fronte, ma in compenso è pieno di bimbi e di nonne. Graziaddio le ragazze sono sempre bellissime.

– Jovanotti a quarantanove anni ha più vitalità di me quando ne avevo venti.

– Elisa, invece, tarantolata per due ore e mezza, è più iperattiva del Jovanotti ventenne.

– Capitolo fashion: Lorenzone per questo tour, o ha assunto un costumista ubriaco, oppure i cambi d’abito li ha fatti al buio pescando nell’armadio dei Village People.

– Saturnino, al contrario, assieme a Bruce Willis, è uno dei pochi pelati che sento di innalzare a mia personale icona di stile. Sobrio e vestito di bianco era l’unico della band che avrei potuto accettare come fidanzato della figlia che mai avrò.

– Sarò anche entrato nella parte del gallo (gallina no, dai…) ma care le mie compari di concerto, non riuscirete a convincermi. L’unico culo degno di nota non appartiene a Lorenzo Cherubini ma a Scarlett Johannson. E quello si che è rotondo, i satelliti, i mappamondi e tutto il resto.

– Bellissimi i minifilm a corredo del concerto. Una menzione agli zigomi di Ornella Muti, ai disegni di Davide Toffolo e al suo gorilla. L’oscar però se lo merita la coppia che per immagini ha raccontato Fango. Bravissimi e a loro modo bellissimi.

– Secondo il mio word count interno, le parole più utilizzate per questo live sono state: amore, musica e Africa.

– A proposito di amore: Jovanotti ne ha regalato talmente tanto in sole due ore e mezza che se fosse lui a rispondere al Numero Verde Pronto Suicidio, abbasserebbe drasticamente la media annuale delle vittime. Persino io, che attualmente sto vivendo una fase di nichilismo estremo, ne sono rimasto contagiato. Ero così pieno d’amore che, per riequilibrare il livello di glucosio nel sangue, il viaggio di ritorno da San Siro a Piazzale Lodi l’ho dovuto fare sparandomi nelle orecchie chilate di sana depressione brondiana.

Qui sotto il link Amazon dell’ultimo album, Lorenzo 2015 cc

E ora, la scaletta:

Penso positivo
Tutto acceso
Attaccami la spina
L’Alba
Una scintilla
Sabato video
Il più grande spettacolo dopo il big bang
Bella
Stella cometa
Ora
Fango
Il mondo è tuo
Non mi annoio/ Falla girare/ La scienza bellezza/Tanto
L’ombelico del mondo
Musica
L’estate addosso
Estate
Le tasche piene di sassi
L’Astronauta
Serenata rap
Come musica
Tutto l’amore che ho
La notte dei desideri
Tensione evolutiva
Mezzogiorno
Ragazzo fortunato
A te
Gli immortali
Ti porto via con me.

Su Elisa

Se si può dire di una cosa non facile nella mia vita è il rapporto con la scrittura… beh, ripensandoci, non è proprio l’unica cosa non facile. Ma d’altronde, se no, che noia sarebbe? A complicare il tutto, da buon Pesci, la costanza non è la mia dote migliore quindi su questo blog mi vedrete e non mi vedrete. Non sono parente di Houdini né tantomeno del divino Otelma, ma solo una giovane donna con la passione del cinema (odio quando mi danno della signora. Per galateo, dicono…). Sembro seria, ma non lo sono. E come potrei esserlo dopo aver scritto una tesi di laurea su Sex and the city?!?

2 Commenti

  1. Pingback Jovanotti lo direbbe co(f)ì

  2. Pingback Lorenzo Illuminato e Illuminante. | ROSSINiLLUMINA

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