The End Of The F***ing World - La serie Netflix

The End Of The F***ing World – La recensione della serie Netflix più amata del momento

The End Of The F***ing World – La serie Netflix ci racconta di Alyssa e James, due adolescenti in fuga dalle istituzioni, dal sistema e dalle sue leggi. Il tutto condito da una fotografia esaltante e una soundtrack perfetta.

Sono James, ho 17 anni, e sono abbastanza sicuro di essere uno psicopatico

Con questa presentazione fuoricampo si aprono su Netflix gli otto episodi The End Of The F***ing World. Da questo momento in poi, gli spettatori nostalgici dell’adolescenza vissuta un po’ da disadattati, con un retrogusto punk, cadono felicemente nel cupo mondo emotivo di James e Alyssa.

I protagonisti

Alyssa, 17 anni,  eccessiva, volgare e aggressiva? Sbagliato. È un codice criptato di chi, come lei, ha bisogno di contestare il mondo in cui si ritrova. Il mondo degli adulti per la ragazza ribelle è desolante: un patrigno molto giovane che accentra il meglio su sé stesso peggiorando invece il ruolo della compagna, madre di Alyssa, la quale sembra avere priorità di piccola borghesia senza grossi ragionamenti; apparentemente la classica mamma che non capisce il dolore della figlia. L’unico vero rapporto empatico di Alyssa è quello con un biglietto di compleanno che il padre-fantasma spedisce ogni anno al compleanno della figlia.
Alyssa odia, odia il mondo. Lo fa con la sua ribellione comica e tenera al tempo stesso. È lei che compie sempre il primo passo, che si lancia senza filtri. Come con James: lo bacia, gli dirige la mano e non le importa di passare per la ninfomane o ingorda di cibo quale è.
Ad un certo punto, una sincronicità fra disagiati fa sì che si trovi James, che all’opposto è di poche parole. Qualche “ok” di tenera accondiscendenza e qualche “maybe” di poche certezze. James è rinchiuso in sé stesso, chissà cosa si trova lì dentro. Ci sono misteri, come la passione che aveva fin da piccolo di uccidere cani, gatti, pipistrelli e tutti gli animali che si trovava a tiro. Ma questo è un segreto. Ora pare il suo obiettivo sia più ambizioso, forse è proprio Alyssa.

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Alyssa e James

La fuga, il viaggio

Il legame fra Alyssa e James li porta ad intraprendere un viaggio, una fuga dal mondo, un luogo in cui non sono mai stati i benvenuti. In cerca di libertà, di divertimento, di caos, di emozioni, di amore, partono alla rinfusa per una fuga tra l’ironico e il tragico.
Ovviamente decide Alyssa, è lei che mostra una parte maschile ben amplificata. Il viaggio farà nascere il bisogno di un obiettivo, un traguardo: l’arrivo dal padre di Alyssa. Il punto di riferimento fuori da quel mondo ipocrita e algido, senza valori né sentimenti veri. Alla ricerca di vita vera.
I due adolescenti si ritroveranno coinvolti in eventi sempre più complicati e nuovi personaggi lungo il cammino e la loro fuga da casa, ben presto, diventerà una fuga dalle istituzioni, dal sistema e dalle sue leggi.
È un viaggio dalle immagini preziose, create da una fotografia esaltante e accompagnate da una soundtrack perfetta e musicalmente ricca che ne accrescono il valore, donando il videoclip perfetto per il viaggio musicale che molti di noi hanno compiuto fra punk, new wave e dark.

Il fumetto e la serie

The End of the F***ing World è di Charlie Covell, attrice e autrice britannica, ma si basa su una serie a fumetti di Charles S. Forsman (Clicca qui per acquistarla), con lo stesso titolo e datato 2007. Per esigenze di scrittura, il fumetto è molto essenziale e si concentra molto sui suoi protagonisti e il loro piccolo mondo che li include senza far entrare null’altro. Il disagio esistenziale che li tiene uniti è il motore della narrazione e il dramma adolescenziale tocca le corde emotive del lettore.
La serie segue il fumetto, ma può concedersi di inserire i protagonisti in ambientazioni molto suggestive, che armonicamente creano la scenografia perfetta per questa storia. Ciò che li circonda sono distese in aperta campagna e mare aperto, dove a mala pena si vede l’orizzonte, lì dove cade l’occhio della speranza, dove tutto può avere un inizio o forse una fine.

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Su Andrea Labanca

Andrea Labanca cantautore, laureato in filosofia e performer, ha scritto tre album impregnati di letteratura. "I Pesci ci osservano" disco della settimana di Fahrenheit Rai RadioTre e "Carrozzeria Lacan" ospitato a Sanremo dal Premio Tenco. Ha collaborato con diversi scrittori (tra cui Aldo Nove e Livia Grossi) e ha lavorato come attore per Tino Seghal. Quest’anno è uscito il suo terzo album, “Per non tornare”, racconto noir-poetico in chiave elettro-vintage.

Un commento

  1. A me non è piaciuta una cosa: il messaggio, che ad alcuni, mi sembra abbia dato.
    Se ognuno di noi, ogni volta che ha subito una ingistizia, dovesse andare in giro ad accoltellare gente(mi riferisco alla scena finale in cui la ragazza accoltella suo padre come se niente fosse), a rapinare negozi, chiudere donne dentro uno sgabuzzino senza un minimo rispetto, anche solo per fare benzina… stendere un poliziotto.. andare in giro a fare del male alla gente. Se tutti reagissero così ci sarebbe una guerra civile, tutti i giorni. (la mia è una provocazione).
    Vedo un pochino troppo perdonismo nei confronti di questi ragazzi. Ne hanno fatte tante di cose. Sono quasi maggiorenni(lui compie 18 anni durante la serie), un minimo di responsabilità delle proprie azioni, nella vita reale è importante.

    Hanno avuto brutte esperienze… questo dispiace. Lui ha avuto l’esperienza traumatica di vedere morire la madre in quel modo.. anche questo è una brutta cosa.. però secondo me, anche nei commenti, vedo troppa bontà. Fregarsene della legge, delle regole, della proprietà privata altrui(come nel caso in cui lei ruba nel negozio o altre scene) ha un costo.. si paga caro, per tutta la vita. E’ anche giusto che sia così. Niente ci autorizza a danneggiare altri senza pagarne le conseguenza nella vita reale. Questo dovrebbe essere insegnato ai ragazzi, fin da giovanissimi.
    Vedo troppe persone dire: ah.. sono ragazzi in fondo.. poverini.. speriamo che vengano perdonati..
    Non sono d’accordo.
    Ci sono persone che hanno passato momenti brutti alla pari o molto peggiori dei loro, ingiustizie se ne possono subire anche tutti i giorni, ci sono ragazzini nel mondo che non hanno nemmeno i soldi per mangiare, che sognerebbero di poter avere una casa come loro.. ci sono fra gli adulti disoccupati che lottano tutti i giorni e non arrivano alla fine del mese.. alcuni di quelli sono eroi da cui prendere esempio.. e potrei andare avanti con la lista.
    Loro avevano comunque una vita mediamente agiata(nonostante alcuni problemi psicologici dovuti al trauma di lui e altri problemi), avrebbero potuto sfruttarla meglio invece che buttarla nella spazzatura.
    Non ho visto la 2a stagione, non so cosa succederà.. ma se dovessero essere troppo clementi con loro, secondo me rischierebbero di dare un messaggio non corretto.
    Ci sono un numero enorme di persone che subiscono cose veramente negative.. si rialzano sempre e lottano(nei limiti delle proprie possibilità) per migliorare le cose.
    Non vorrei essere frainteso: non voglio sottovalutare il dramma che ci può essere alcune famiglie, solo che non vorrei che si finisse all’estremo opposto. In alcuni forum ho visto persone parlare di loro addirittura come degli “eroi”… Per me le persone da cui far prendere esempio a un giovane sono altre..
    P.s: è solo la mia opinione. Questo detto in linea di massima.. è importante il “messaggio” che si trasmette.

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