Tavolo per uno, grazie

C’è sempre qualche ricerca dietro. Una “tal” università che sforna dati e statistiche elaborate su campioni umani che si prestano per il bene comune.

Un Dottore che studia il comportamento di queste cavie non proprio da laboratorio e un team di esperti che dopo ore, ore e ore di elaborazione statistica arriva ad una conclusione. Quella che vi presento oggi è una di quelle che mi ha fatto più sorridere: “dovremmo fare più cose da soli”.

Secondo questo recente studio, condotto dalla professoressa di marketing Rebecca Ratner: “Le persone non fanno altro che rinunciare a fare qualcosa solo per il fatto che sono sole”. Il problema di base starebbe nella paura del giudizio altrui.

Chissà cosa pensa la gente se mi vede da sola? La risposta? Assolutamente niente, il più delle volte non ti calcola nemmeno. La dottoressa avrebbe dovuto chiedere a me.

Non ho nessun problema ad andare al cinema da sola, a comprare un solo biglietto per un concerto per Me Medesima, a viaggiare e neppure a scegliere delle viti al Leroy Merlin. Senza pensieri proprio.

Mi capita spesso di andare al ristorante e chiedere un tavolo per uno e vi posso garantire che non servono barriere difensive, libro, giornale o cellulare che sia. Dopo i primi sguardi incuriositi ognuno torna a fare quello che stava facendo, mangiare, litigare o chattare su whatsapp.

Io inizio a guardare loro. Osservo il comportamento umano. Non cerco di passare il tempo con uno strumento alternativo alla parola di un’ipotetica compagnia, mi godo il momento e basta. Mi godo la cena, il film o semplicemente il girovagare in solitaria nelle corsie di un centro commerciale per il fai-da-te.Non che non abbia amici con cui condividere queste cose, ma perché credo nella positività dell’indipendenza.

Saper stare anche da soli. Riuscire a decidere per se stessi, cavarsela.

È anche un modo per sperimentare fino a dove si è in grado di arrivare, per poi capire che l’eremita è quello che si perde il gusto della vita.

Riuscire a stare bene da soli, per poi stare benissimo anche con gli altri…Bella scoperta dottoressa.

Su Clara

Sono cresciuta a libri,moda e rock'n'roll. Mangio arte fin da piccola e ho sempre saputo che mi sarei occupata dell'immagine in tutto quello che la riguarda. Dopo i canonici anni di Liceo Artistico frequento l'Istituto Marangoni e l'Accademia del Lusso e della Moda a Milano dove spazio tra creazioni, styling e scrittura di settore. Ho una passione per il vintage a cui do una seconda vita, riutilizzando accessori e complementi d'arredo la cui immagine si stravolge e ne esce completamente rinnovata, la linea si chiama Resurrection Design, un nome che è tutto un programma, ma soprattutto una filosofia sulle possibilità. Scrivo, disegno e dispenso consigli su quello che sarà cool, una sorta di guida semiseria di quello che fotografo in giro per la City con l'occhio marcato dall'eyeliner e che racconto come se fosse una storia. Rido tanto, sogno molto e macino chilometri...ma sempre con un certo stile!

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