Boris Egorov – Le bolle di sapone non fanno male

Ci sono volte in cui il mio cuore si comporta come una bolla di sapone. Esplode in milioni di piccole parti che un istante prima creavano un’emozione, molto bella o molto brutta, ma pur sempre incontenibile. Questo è appena successo, ma porta lo strascico di un sorriso, quindi non me lo faccio scappare e lo condivido con voi. Boris Egorov è un’artista di strada, capelli bianchi e occhi buoni.

Ha un vocione da personaggio felliniano e mi incanta come tutti i circensi sanno fare. È un dottore lui.Lascia la sua terra natale, cioè la Russia, dieci anni fa per mancanza di soldi e arriva nel nostro paese, precisamente a Viareggio, dove viene chiamato “l’uomo delle bolle”.

Quello che fa ha un che di magico agli occhi dei bambini e non solo.

Regala lo stupore.

Con del semplice sapone crea forme fluttuanti che vibrano e si elevano per una breve, ma meravigliosa vita. Boris è diventato tristemente famoso pochi giorni fa a causa di un’aggressione da lui subita da parte di un dipendente del negozio vicino la postazione, da lui scelta per intrattenere i passanti, sulla Passeggiata.

Questa aggressione è stata prontamente ripresa da un video maker di nome Victor Musetti, che stava riprendendo Boris per una serie di documentari sugli artisti di strada.

Il video, inutile dirlo, ha raggiunto milioni di visualizzazioni e suscitato sdegno nei confronti del dipendente del negozio di dischi in questione, Mondodisco 48, che non solo ha insultato e minacciato Boris più volte, ma lo ha anche innaffiato con una canna.

Il video è on line, così come i messaggi di solidarietà e le iniziative verso l’uomo delle bolle.Uno fra tanti è stato l’evento creato da Facebook nella giornata di domenica 24 aprile-Fare le bolle insieme a Boris davanti il 48 a cui hanno partecipato moltissime persone.

Difficile dire se tutti sapessero dell’accaduto, ma fatto sta che erano lì ad ammirare delle bellissime e magiche bolle di sapone.

C’erano tutti tranne il proprietario del negozio e il dipendente che ora uno stipendio non ha più.

Al loro posto un cartello appeso sulla saracinesca con scritto:”Abbiamo sbagliato, abbiamo chiesto scusa e lo facciamo anche oggi restando chiusi”.

Questa è la versione raccontata per il fatto in se.

Ora veniamo al nocciolo della questione.

Ovvero che questa storia sarà come le bolle di sapone di cui parla, una tra le tante, che scoppiano nel giro di poco tempo e nessuno si ricorda di averla sentita.

Arriverà un altro cattivo da sconfiggere e il bene da far trionfare, il famoso cavaliere senza macchia e senza paura che ridona onore e stima all’indifesa vittima.

Ecco che poi scomparirà anche quella.

Quello che non deve scomparire invece è la lezione di vita che queste bolle portano dentro di loro, è quello che deve durare.

Boris si è sentito dire “Ti spacco la testa” e “Ma ti devo ammazzar di botte?” con la stessa semplicità nel chiedere un caffè e lui dopo essersi lasciato insultare ripetutamente e annaffiare con la violenza del getto d’acqua, ha reagito in un modo che Gandhi avrebbe sicuramente apprezzato, si è fatto bagnare dimostrando quanta pochezza c’era nel suo aggressore e poi gli ha detto solo due cose.

Che stava avendo un atteggiamento fascista e che lui voleva solo far divertire i bambini.

VOLEVA SOLO FAR DIVERTIRE I BAMBINI.

Io bambina non sono più, ma il sorriso lo avevo anche attraverso uno schermo. A chi lo ha intervistato nei giorni seguenti l’accaduto, e nel video di Musetti ha raccontato la sua arte magica così: “la vita somiglia ad una bolla di sapone…è bellissima…ma prima poi scoppia”.

 Ecco che il cuore mi va in altri mille piccole parti.

Grazie della lezione magico uomo delle bolle.

#iostoconboris

Su Clara

Sono cresciuta a libri,moda e rock'n'roll. Mangio arte fin da piccola e ho sempre saputo che mi sarei occupata dell'immagine in tutto quello che la riguarda. Dopo i canonici anni di Liceo Artistico frequento l'Istituto Marangoni e l'Accademia del Lusso e della Moda a Milano dove spazio tra creazioni, styling e scrittura di settore. Ho una passione per il vintage a cui do una seconda vita, riutilizzando accessori e complementi d'arredo la cui immagine si stravolge e ne esce completamente rinnovata, la linea si chiama Resurrection Design, un nome che è tutto un programma, ma soprattutto una filosofia sulle possibilità. Scrivo, disegno e dispenso consigli su quello che sarà cool, una sorta di guida semiseria di quello che fotografo in giro per la City con l'occhio marcato dall'eyeliner e che racconto come se fosse una storia. Rido tanto, sogno molto e macino chilometri...ma sempre con un certo stile!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.