Recensione – L’ombra del vento – Carlos Luis Zafon

L’ombra del vento, opera prima di Carlos Luiz Zafon, racconta di un intrigo con al centro uno scrittore tanto sconosciuto quanto dannato, un luogo misterioso, sepolcro di tutti i libri dimenticati…

… una Barcellona oppressa dal regime franchista e un ragazzo, Daniel Sempere, che cerca di venirne a capo con tutta la curiosità e l’astuzia tipica della giovane età. A prima vista, dunque, la tipica ricetta funzionale alle vendite, uno dei tanti libri “sui libri” che affollano lo scenario editoriale odierno.

Ebbene, Carlos Ruiz Zafon, ci ha ingannati. E “l’ombra del vento” non è affatto quello che sembra, o almeno, non solo. L’avventura, il mistero e i colpi di scena sono soltanto la cornice di un densissimo (e ben fatto) saggio sull’amore. Amore in ogni sua declinazione, da quello rivolto al proprio figlio a quello profuso (e a volte buttato) in nome di una passione, dall’amore per un amico a quello per la donna amata. E Zafon si destreggia attraversando i vari livelli narrativi con grande scioltezza, alternando dialoghi carichi di ironia a momenti di grande intensità emotiva. È difficile non ridere alle battute del focoso Fermin come è altrettanto difficile non rivedere parte di ciò che siamo stati nei desideri, nei sogni e nelle piccole vigliaccherie del giovane Daniel. Consigliato.

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Valutazioni emotive

Felicità - 82%
Tristezza - 74%
Appagamento - 88%
Profondità - 80%
Indice metatemporale - 77%

80%

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Su massimo miliani

Ho il CV più schizofrenico di Jack Torrence, per questo motivo enunciare qui la mia bio potrebbe risultare complicato. Semplificando, per lo Stato e per l'Inpgi, attualmente risulto essere giornalista.

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