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La parabola dell’anguilla. Una nuova inchiesta di Sara Malerba- Luigi Irdi

La parabola dell’anguilla. Una nuova inchiesta di Sara Malerba di Luigi Irdi racconta il nuovo caso del magistrato Sara Malerba, un caso apparentemente semplice da risolvere, ma con alcuni particolari che lasciano domande e dubbi che meritano una risposta.

La parabola dell’anguilla. Una nuova inchiesta di Sara Malerba di Luigi Irdi

Impara a guardare le cose dall’alto. Non sai come cambia la prospettiva.

Così si apre l’ultimo romanzo noir di Luigi Irdi, giornalista per quarant’anni delle principali testate nazionali e autore di libri editi sempre per Nutrimenti: Operazione Athena e Il nero sta bene su tutto. Prosegue, con questo ultimo lavoro, il percorso noir, giallo, ma fortemente ironico iniziato coi due precedenti libri.

Ritroviamo ancora il magistrato Sara Malerba ed un nuovo caso, apparentemente semplice da risolvere, ma con alcuni particolari che lasciano domande e dubbi che meritano una risposta.

La prima cosa che colpisce di questo romanzo sono le ambientazioni. Se da un lato c’è la vita quotidiana di Sara Malerba, dall’altro lato c’è un’abbazia misteriosa in cui vivono le prescelte dell’Ordine delle Suore Mendicanti. In unatmosfera che richiama il romanzo gotico, su tutti Il nome della Rosa ovviamente, lanciando una traccia di mistero e di dubbio tra il procedere delle ordinarie giornate del magistrato. Proprio questo incontro di passato, presente, quotidianità e misticismo, donano al romanzo un’atmosfera un po’ retrò che coinvolge e seduce fin dalle prime pagine.

Troviamo Sara Malerba alle prese prima con una figlia adolescente, in un dialogo sulla necessità di cambiare vita per rinnovarsi e ritrovarsi. Poi troviamo il magistrato alle prese con un caso di stalking dai tratti piccanti e curiosi che scatenato la curiosità dei poliziotti, oltre a modificarne il linguaggio.

la parabola dell'anguilla

Ma è un caso  molto particolare quello che attrae l’attenzione dell’autore e che seguiamo per tutta la durata del romanzo: quella di Suor Sofonisba. Il corpo della povera suora già avanti con gli anni viene ritrovato senza vita in un discarica nei pressi del monastero. Tutte le informazioni a disposizione dei magistrati indicano che il cuore della suora non ha retto. Apparentemente il caso sembrerebbe già risolto, ma la testardaggine di Sara Malerba la induce a pensare che ci sia qualcosa che non appaia in mezzo a tutte quelle tracce, qualcosa di ancora sconosciuto.

Iniziano così delle indagine parallele dove l’aiuto dei collaborati del magistrato si fa fondamentale. La precisione aritmetica dell’appuntato Cantatore e l’esperienza del maresciallo Berardi saranno la chiave di volta per Sara Malerba per raggiungere il colpevole.

Sono i personaggi, al di là della storia, ad arricchire il romanzo di controcanti esilaranti e coloriti, la varietà dei caratteri incontrati ci dà un dipinto variegato della nostra società e una conferma sulle doti autoriali di Luigi Irdi.

Proprio da uno di questi personaggi disegnanti alla perfezione dentro ai loro ambienti, veniamo a scoprire di una miniera che avrebbe avvelenato le acque di Fiumarola, paese in cui si trova il monastero della Suora trovata morta. L’uomo che racconta di questa vicenda sepolta negli anni è Dino, il proprietario di una trattoria in cui assistiamo ad un gustoso siparietto di battute, leggende e segreti nascosti tra le acque del fiume del paese che ospitano Sara Malerba.

Questa ironia e questa capacità, di voltare spesso lo sguardo verso altri personaggi che a volte nulla c’entrano con la storia, rendono La parabola dell’anguilla un romanzo scorrevole e divertente, in cui da subito si intuisce che saranno molte le cose da osservare da vicino per vedere se rivelano altre forme oltre a quella conosciuta.

Tra giochi linguistici e personaggi ben disegnati, ci ritroviamo alle ultime pagine senza essercene resi conto, un pregio questo da destinare solo ai noir davvero avvincenti.

Luigi Irdi – La parabola dell’anguilla. Una nuova inchiesta di Sara Malerba – Nutrimenti

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Su Andrea Labanca

Andrea Labanca cantautore, laureato in filosofia e performer, ha scritto tre album impregnati di letteratura. "I Pesci ci osservano" disco della settimana di Fahrenheit Rai RadioTre e "Carrozzeria Lacan" ospitato a Sanremo dal Premio Tenco. Ha collaborato con diversi scrittori (tra cui Aldo Nove e Livia Grossi) e ha lavorato come attore per Tino Seghal. Quest’anno è uscito il suo terzo album, “Per non tornare”, racconto noir-poetico in chiave elettro-vintage.

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