La maledizione della noce moscata. Parabole per un pianeta in crisi - Amitav Ghosh

La maledizione della noce moscata. Parabole per un pianeta in crisi – Amitav Ghosh

La maledizione della noce moscata. Parabole per un pianeta in crisi di Amitav Ghos è un saggio elegante ed originale che combina al meglio l’analisi economica a riflessioni antropologiche complesse ed originali, permettendo al lettore di divagare e poi tornare al tema del libro: dietro ogni ricchezza c’è una storia da ascoltare.

La maledizione della noce moscata. Parabole per un pianeta in crisi di Amitav Ghosh

Nell’aprile del 1621 a Selamon, un villaggio nell’arcipelago delle Banda, una spruzzata di minuscole isole perse tra l’Oceano Indiano e il Pacifico, un banale incidente – una lampada schiantatasi al suolo nella bale-bale, la sala riunioni requisita per sé e per i suoi da Martijn Sonck, funzionario olandese della Compagnia delle Indie orientali – innescò uno dei crimini più efferati che la storia del colonialismo ricordi.

Sonck aveva ricevuto l’ordine di distruggere il villaggio ed eliminare i suoi abitanti. Sonck e i suoi uomini distrussero, o almeno tentarono, un’intera popolazione di nativi del villaggio di Selamon per timore di una vendetta nei confronti dei coloni olandesi che da anni, attraverso vari strumenti di raggiro e violenza, stavano sottomettendo l’intero arcipelago per accaparrarsi il monopolio dell’albero della noce moscata e dei fiori di garofano. Due elementi di cucina e non solo (per tutto il medioevo saranno considerate piante medicinali) che all’improvviso, nel 1600, diventarono indispensabili simboli di ricchezza per le famiglie europee.

Amitav Ghosh parte dal racconto della colonizzazione di queste piante magiche per raccontarci la storia dell’altra parte del mondo, quella che non conosciamo ma grazie alla quale l’Europa può permettersi di sopravvivere nel benessere. Un libro che in qualche modo si infila sulla scia di Anarchia di William Dalrymple (leggi la recensione), ripercorrendo la storia delle spezie alla ricerca della nascita del capitalismo.

L’analisi di Ghosh parte da alcuni elementi semplici: l’accaparramento delle materie prime permette ad una società di prosperare e progredire. Questo progresso, come amiamo chiamarlo in questa parte del mondo, si giustifica però su una precisa base filosofica, ovvero che alcune popolazioni abbiano il diritto di godere infimamente sui beni della terra, anche a discapito di altre popolazioni.

La maledizione della noce moscata

Due filoni: antropologico e geopolitico

La maledizione della noce moscata, partendo dalla semplice analisi di come si crei profitto e prosperità attraverso l’efferatezza segue due filoni: quello antropologico e quello geo-politico.

Se il filone antropologico ci mostra un’orda di assettati affaristi disposti a tutto pur di arricchire le proprie tasche, egoismo che si giustifica anche attraverso una presunta superiorità morale e di costumi, l’aspetto geo-politico è più complesso e multiforme, spesso incrociato al primo filone in modo stupefacente.

Una delle fasi centrali del discorso di Ghosh è quella che riguarda lo sterminio, ovvero il portare fuori da sé un popolo attraverso il suo ecosistema. Il giornalista e antropologo di origini indiane porta, a dimostrazione di questa tesi, il caso della colonizzazione europea nel Nord America a scapito della popolazione indiana. Quando i primi coloni arrivarono non solo furono brutali con le popolazioni native, ma deturparono il territorio e l’ecosistema per poterli soggiogare più facilmente. Malattie, virus, impoverimento del territorio e della fauna locale determinarono in maniera uguale o molto simile la scomparsa di interi popoli e tribù nel giro di poco meno di un secolo.

In questa impresa che ora appare catastrofica, Ghosh vede il perpetuarsi di un’immagine di natura-oggetto, terraforma, in cui la natura viene soggiogata a favore dei bisogni di una piccola parte della popolazione umana. Piante, fiumi, animali, insomma tutto ciò che è non-umano verrebbe ritenuto, in questa concezione ipercapitalistica, utile al bisogno di sopravvivenza (a breve termine) di una parte dell’umanità ritenuta degna di una vita al di sopra della natura.

Per corroborare le tesi molto forti, ma per niente campate per aria, Ghosh analizza i rapporti di potere che si creano attraverso la gestione e la distribuzione dei beni ritenuti fondamentali per la società del benessere. Discorso che ovviamente non può prescindere da una riflessione sul petrolio e sulla subdola forma di controllo sociale a cui sottopone.

L’unica pecca di questo saggio, per il resto davvero illuminante (non che Ghosh sia nuovo in quanto a saggi preziosi), è l’eterogeneità degli argomenti affrontati che talvolta risultano complessi da collegare e quindi richiedono una lettura più approfondita. Caratteristica però che di per sé non può considerarsi negativa.

La maledizione della noce moscata è un saggio elegante ed originale che combina al meglio l’analisi economica, sia passata che contemporanea, a riflessioni antropologiche complesse ed originali, permettendo al lettore di divagare e poi tornare al tema del libro: dietro ogni ricchezza c’è una storia da ascoltare.

Amitav Ghosh – La maledizione della noce moscata. Parabole per un pianeta in crisiNeri Pozza
Traduzione: Anna Nadotti, Norman Gobetti

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Su Andrea Labanca

Andrea Labanca cantautore, laureato in filosofia e performer, ha scritto tre album impregnati di letteratura. "I Pesci ci osservano" disco della settimana di Fahrenheit Rai RadioTre e "Carrozzeria Lacan" ospitato a Sanremo dal Premio Tenco. Ha collaborato con diversi scrittori (tra cui Aldo Nove e Livia Grossi) e ha lavorato come attore per Tino Seghal. Quest’anno è uscito il suo terzo album, “Per non tornare”, racconto noir-poetico in chiave elettro-vintage.

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