Carbone. Storia di un’anima errante di Alessandro Tognon: i viaggi di Peter, alla ricerca della pace interiore

«Le urla che sembravano provenire da un altro mondo lasciarono spazio a sirene simili a quelle delle giostre, mentre gli spintoni delle persone sembravano l’unico gesto umano in quello che pareva un grande circo con i colori della guerra di trincea […] Capii lì, in quel momento e in tutti i sogni in cui quell’immagine mi sarebbe apparsa, cos’è l’inferno, cos’è il male: un manifestarsi contro il quale nulla è concesso, se non la rassegnazione e l’attesa, forse infinita, che tutto abbia un termine»: “Carbone. Storia di un’anima errante” è il drammatico ed evocativo romanzo d’esordio di Alessandro Tognon, sviluppato in sette atti corrispondenti a sei luoghi più un settimo che ha i contorni più sfumati, e del quale è arduo fare una descrizione. L’autore racconta la storia di Peter legandola a delle città in cui egli si ritrova a vivere, mentre girovaga in cerca di una pace interiore quasi impossibile da raggiungere. Tognon, che oltre ad essere uno scrittore è anche un architetto, restituisce delle straordinarie descrizioni di questi luoghi, conferendo loro una dignità e un’importanza da renderli a tutti gli effetti dei personaggi con i quali Peter intrattiene rapporti complessi, a volte armoniosi e altri contrastanti. La vicenda è narrata senza seguire un ordine cronologico, e presentando quindi alcuni avvenimenti cardine nell’esistenza di Peter, i quali segnano profondamente il suo cammino; l’opera viene ambientata tra il 1980 e il 2010, e in questo arco temporale il protagonista lotta contro un mostro nero che abita la sua mente, sin da un triste giorno d’estate quando, da bambino, ha visto distrutta la sua felicità in un battito di ciglia. Quel mostro si incarna in una nube oscura che lo perseguita e che lo fa sentire senza via di scampo quando meno se lo aspetta: appare nel suo campo visivo e tinge tutto ciò che ha intorno di un color nero carbone, privandolo di ogni luce e gioia. Ma da dove proviene questo trauma talmente grande da materializzarsi concretamente? È il colpo di scena più tragico del romanzo: un evento noto e straziante, che permette all’autore di intrecciare la storia personale di Peter con quella di un’Italia messa in ginocchio. È così che il protagonista comincia a viaggiare: Padova, Colonia, Berlino, solo per dirne alcune: città che diventano un palcoscenico solitario in cui Peter recita il suo dramma, perennemente oppresso da quella nube insistente, da quel dolore insopportabile, da quell’affilato senso di colpa nato in lui pur non avendo compiuto nessun peccato.

Casa editrice: Il Poligrafo

Collana: Poligrafie – voci, storie, narrazioni

Genere: Narrativa contemporanea

Pagine: 88Prezzo: 22,00 €

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