Bellezza imperfetta. Io e Pasolini di Dante Ferretti è un libro imprescindibile per gli amanti del cinema in generale e di Pasolini in particolare, ma può essere anche un buon viatico per chi si avvicina alle professioni del cinema per conoscere alcuni aspetti poco sotto i riflettori di questo mondo impalpabile eppure così vicino a tutti noi.
Bellezza imperfetta. Io e Pasolini di Dante Ferretti
La memoria scricchiola come le assi di legno del pavimento, ma quando mi guardo indietro, oltre a ringraziare per la vita vissuta (quella da morto ancora non so), mi rendo conto di essere grato soprattutto a due persone: Gesù Cristo e Pier Paolo Pasolini.
Questa sono alcune delle parole con cui Dante Ferretti ci porta a conoscere Pier Paolo Pasolini non dalla porta principale sul grande artista, bensì dall’uomo di tutti i giorni, dal lavoro pratico e materiale che sta dietro ogni creazione cinematografica.
Dante Ferretti ha una grande fortuna: poco più che ventenne, scopre per caso e per gioco che alla parola scenografia, che compariva così misteriosa nei titoli di coda, corrisponde un mestiere concreto, reale. Un lavoro fatto di grande praticità, fisicità, ma che si collega istantaneamente alle visioni dei grandi registi, dando per così dire concretezza ai sogni.
Ferretti racconta nelle prime pagine il cinema visionario, allucinato e coltissimo degli anni ‘60 in Italia, dove cinema, psicologia, magia, sesso e storia spesso si confondevano in un unico humus fertile per l’arte.
Così Ferretti, tre premi Oscar e tra i più celebrati scenografi al mondo, partendo dalle origini racconta il suo lungo sodalizio professionale e umano con Pier Paolo Pasolini, cominciato da giovanissimo sul set de Il Vangelo secondo Matteo e terminato il 2 novembre 1975, quando il cadavere martoriato del grande poeta e pensatore fu ritrovato all’idroscalo di Ostia.

Il libro è curato di David Miliozzi, scrittore, sceneggiatore e critico d’arte, che imbecca Ferretti in un’atmosfera in bilico tra il sogno e il ricordo, efficace per raccontare quegli anni.
Ferretti ci consegna un ritratto scanzonato e crepuscolare di Pasolini, descrivendo un uomo che possedeva il raro dono di capire il suo tempo, mescolando costantemente cultura, pensiero e materia. Descrivendo Pasolini, appunto, emerge il sapore di un’epoca irripetibile del cinema italiano e internazionale, in cui il cinema era soprattutto artigiano magico, prima ancora che business.
Il racconto nelle pagine iniziali dello “scambio” di case tra il primo psicologo junghiano e lo stesso Ferretti mette i brividi, emoziona ed estrania, rendendo perfettamente l’idea di quanto il confine fra magia e realtà sia sottile e labile.
Dopo il prologo e due sezioni introduttive che esplorano il rapporto di Ferretti con Pasolini e Fellini, nonché la relazione professionale tra i due, i capitoli successivi sono dedicati ai film che lo scenografo e il regista hanno girato insieme. I titoli procedono cronologicamente e l’autore ne analizza la realizzazione tecnica e artistica, ricordando episodi e dialoghi che, oltre a offrire uno spaccato della vita sul set, contribuiscono a mettere in luce aspetti meno conosciuti del carattere e del lavoro del regista.
Il libro è ricco di illustrazioni a colori: pagina dopo pagina, Ferretti mostra gli straordinari bozzetti delle scenografie che hanno dato forma all’immaginario filmico pasoliniano. I disegni si alternano con i fotogrammi dei film, permettendo di confrontarli e di immergersi nei retroscena. Non è casuale la cura delle immagini, queste infatti permettono di cogliere il senso pittorico del lavoro di Pasolini, importante quasi quanto la ricerca letteraria e antropologica compiuta dal regista.
Scoprire come molte scene simboliche sono state costruite da Ferretti e Pasolini è un’emozione molto forte per chi, come il sottoscritto, ha amato molto Medea, Edipo Re o gli altri film del regista friuliano.
Ciò che mi affascinò fin da subito fu il modo in cui Pier Paolo vedeva, letteralmente, le cose; la luce dei luoghi, la luce che vi avrebbe potuto portare, come un pittore. Grazie a lui ho imparato a vedere il cinema attraverso la pittura, grazie a lui ho imparato che le arti figurative sono una fonte di ispirazione fondamentale per chi fa cinema. Pasolini mi ha insegnato che ogni atmosfera può essere evocata da un quadro.
Bellezza imperfetta è un libro imprescindibile per gli amanti del cinema in generale e di Pasolini in particolare, ma può essere anche un buon viatico per chi si avvicina alle professioni del cinema per conoscere alcuni aspetti poco sotto i riflettori di questo mondo impalpabile eppure così vicino a tutti noi.
Dante Ferretti – Bellezza imperfetta. Io e Pasolini – Edizioni Pendragon
Curatore: David Miliozzi