Il sud aveva tradito le donne, tutte costrette alla verginità, alla fedeltà, costrette a trascorrere gran parte del loro tempo in cucina e tra tinozze colme d’indumenti che venivano bolliti, costrette ad occuparsi degli altri, obbligate a non reclamare, non immaginare diritti. Lina al sud non voleva tornare. Nonostante. Regina triste nel giorno delle nozze, e sorridente a Torino, nonostante.
Lori e Alberto sono in viaggio, in un presente da gustare e un futuro da costruire, forse, sempre che le loro esigenze, gli incastri, il passato, i timori consentano di continuare a coltivare la speranza. Un viaggio che da evasione si farà rivelatore, rimescolatore di destini, indicatore di galleggiamento.
Ad accompagnare i due viaggiatori il libro scritto da Lori, una storia di immigrazione dalla Puglia a Torino tra gli anni ’50 e ’70. Protagonista assoluta è Marta, la prima di tre figlie che percorre il tragitto della sua vita tra rinunce e sogni, incomprensioni e impossibilità, alla ricerca di un’indipendenza che sappia andare oltre i legami familiari per tuffarsi in un mondo in movimento. Il rapporto con la madre Lina è gabbia e nido, il termometro tarato su altre aspettative di un’anima irrequieta.
Inversi alterna il racconto di Lori a quello di Marta, ma l’alternanza si fa sovrapposizione, allusione, memoria condivisa, rimandi di esigenze, incrocio di debolezze. Nelle parti dedicate a Lori è molto presente il dialogo, i botta e risposta con Alberto, un battibeccare incerto tra costruzione e demolizione del rapporto. Le parti di Marta assumono invece la forma di un racconto, un racconto suggestivo la cui forma di romanzo si confonde con quella del racconto di un’esperienza reale.
Maria Inversi – Una strada per Marta – Castelvecchi