Intervistato dal Processo del Lunedì, Claudio Ranieri spiega i perché di una vittoria storica, si toglie qualche sassolino dalla scarpa e rassicura i tifosi: “Io resto qui”
“Resto al Leicester, anche se io e il presidente sappiamo che questa rimarrà una stagione irripetibile. L’unica dedica che posso fare a tutti quanti è dirgli di crederci, provateci non solo nel calcio ma in tutti i campi della vita” Esordisce così Claudio Ranieri ai microfoni della Rai. La sua è una vittoria storica, costruita on dedizione: “Il mio Leicester è come una squadra di rugby: si aiutano sempre tra loro, proprio come in una squadra di rugby“. Poi si leva qualche sassolino dalla scarpa, lui, da sempre considerato un allenatore non vincente: “Più che una dedica vorrei dire che ho sempre pensato che prima o poi lo scudetto lo avrei vinto. Ora tutti mi elogiano ma a me piace ricordare che sono lo stesso uomo mandato via dalla Grecia. I meriti degli italiani in Inghilterra? Io mi prendo volentieri le responsabilità, i meriti preferisco darli a uno come Gianfranco Zola, che è stato un ambasciatore ai tempi del Chelsea, era un modello di professionalità per tutti“. Infine un pensiero anche alla nostra SerieA: “Cosa servirebbe in Italia per avere ‘altri Leicester’ anche in Serie A? Forse bisognerebbe ripartire meglio i soldi dei diritti tv”.