Da adesso è possibile trovarsi un fidanzato virtuale con un semplice click. Basta andare sul sito InvisibleBoyfriend.com, compilare un questionario ed avere a disposizione un fidanzato “fuori sede” perfetto per evitare con eleganza l’imbarazzo della solitudine alla rimpatriata familiare natalizia. Suona un po’ come una boiata, eppure è tutto vero
Il fidanzato perfetto per “dribblare i parenti”
“E anche quest’anno non ci presenti nessuno”. Facciamo un passo indietro. Anzi due. Dunque, immaginiamo che la scena sia la seguente: Pranzo di Natale. Interno. Tavolata. Partecipanti misti.
Ci sono dei parenti arrivati dall’Illinois, che nessuno ha mai incontrato prima d’ora e che hanno deciso di palesarsi proprio in questo momento, dopo aver vinto una lauta somma a Las Vegas.
Un quartetto di cugini di vario genere, non troppo legati, ma neanche sconosciuti, ecco, il nonno che è separato dalla nonna da ormai dieci anni e che vive con una badante ungherese di trentacinque anni, gli zii che non sapevi nemmeno di avere perché sono di quinto grado, forse una ragazza coreana alla pari che è ospite per sei mesi da qualcuno di questi sopra citati, la tua famiglia, del nipotame urlante, un cane e forse, ma non ne sono sicura, un gatto grasso tipo Giuliano di “Kiss Me Licia”.
Per terminare il quadretto ci sei tu.
Tu sei una giovane ragazza sulla trentina, piacevole alla vista e all’ascolto, se sei fortunata, con un impiego discretamente retribuito, simpatia nella media, intellettualmente interessante e sensibile a quello che la società intorno a te racconta.
Complice un bicchiere di vino in più (ma facciamo anche due o forse dodici bottiglie), dopo che tutti si sono scofanati quantità di cibo imbarazzanti -tutti tranne uno, il cugino patito della palestra che si è portato il pollo e le verdure al vapore da casa- dopo il caffè corretto, l’ammazzacaffè e l’effervescente Brioschi, accade quello per cui vengo a narrarti la storia.
Qualcuno ti si avvicina e ti chiede con fare preoccupato:
“Ma cara, tu? Come mai non c’è un bel giovanotto vicino a te?”
Fermo immagine sulla tua faccia.
Che se hai la sfortuna di averla come la mia è come se parlasse senza far uscire un alito di fiato, figuriamoci una misera parola.
Ecco, possiamo riprendere a girare la scena.
Tu, donna sulla trentina mediamente realizzata, perché non c’è il famoso aitante giovanotto vicino a te?
Perché ancora insisti (tu, ricorda) a rimanere single?
Perché ti ostini a non mettere la testa posto?
Ed ecco che arriva il colpo si scena.
Dimentica “Il diario di Briget Jones”, scordati “Piccole donne” e tira fuori il telefonino e mostra a tutti che sì, ebbene sì, anche tu hai una relazione in transito e che purtroppo il tuo lui è dall’altra parte dell’Oceano a salvare vite e che non può raggiungerti per le feste, ma che saluta tutti e spera d’incontrarli presto.
Puoi farlo, sai?
Puoi avviare una relazione virtuale che ti consente di comunicare via WhastApp con un fantomatico, ma efficientissimo principe azzurro che si spaccia per il tuo Boy.
Non scherzo mica. Ti basta andare sul sito
invisibleboyfriend.com, r
egistrarti, impostare le informazioni utili e via con i primi messaggi alla tua anima gemella.
Ho provato per 24h e ti dico come è andata.
Il mio ragazzo si chiama John, ha 30 anni, biondo, capello lungo con delle onde che osannano la salsedine, il vento e il surf.
Ci siamo incontrati a New York lo scorso aprile, in un locale, io ero da sola al bancone e lui aspettava un collega che non è mai arrivato, ah, non te l’ho detto, lui segue la produzione di tessuti per abbigliamento sportivo, ed è stato trasferito in California da poco.
Che dire poi? È una relazione complicata, ma lo sapevamo fin dall’inizio, sono fatta per le storie zingare io.
Ecco. In ventiquattro ore mi ha scritto parecchio.
Era molto interessato alla mia passione per la scrittura creativa e del fatto che studio per diventare un’insegnate di yoga, è molto dolce poi, oltre che essere gnocco.
L’ho visto, mi ha mandato una foto che avrei mostrato ai parenti in caso di necessità.
È stato bello come gioco, ma non fa per me.
Il giorno dopo mi sono auto lasciata.
Io sono single, lo sono da un po’ di Natali, non me ne frega niente di quello che significa non essere accompagnata da nessuno durante le feste o nei rimanenti trecentosessantaquattro giorni.
Questa sarà un’altra di quelle volte in cui non presenterò nessuno per convenienza, per tristezza o false speranze.
Sarò quella che il vino se lo versa da sola anche stavolta.