Prendere o lasciare, il nuovo libro di Lydia Millet, volume che arriva dopo I figli del diluvio, titolo che ha fatto scalpore nel panorama letterario dell’anno 2020.
Considerato da numerosi media come uno dei libri più significativi per la critica sociale, la scelta dei temi e, soprattutto, l’innovativa narrazione, I figli del diluvio rimane un imperdibile esperimento letterario degli ultimi anni. In quest’opera, la scrittrice affrontava il tema imminente della catastrofe ecologica, immaginandola come una sorta di fine-vacanza. Attraverso una trama avvolta da un’atmosfera umida e opprimente, si mescolavano elementi di cultura della droga e nichilismo, delineando così un quadro incisivo in poche e splendide pagine.
Dopo il successo di un tale libro, era inevitabile che i lettori si aspettassero con ansia quale nuova opera avrebbe presentato Lydia Millet. E ora, le loro aspettative vengono soddisfatte con Prendere o lasciare. Leggendo le prime pagine di questo romanzo, si percepisce immediatamente che l’autrice americana ha scelto un’inedita prospettiva narrativa, abbandonando il tono coinvolgente utilizzato nel suo lavoro precedente per adottarne uno più distante e meno immerso nell’evento. In questa nuova modalità di racconto contemporaneo, le brutture del mondo non sono teorizzate, ma si manifestano nella loro brutale realtà così come sono.
La trama di Prendere o lasciare
Il romanzo segue la storia di Nina, un’agente immobiliare di Los Angeles. Il suo lavoro consiste nel vendere costose abitazioni a clienti eccentrici e imprevedibili, oltre che soddisfare le richieste dei proprietari che abbandonano le proprie case sperando di sfuggire ai fantasmi della loro vita passata. Attraverso il suo lavoro, Nina incontra un presunto dittatore africano che tenta improvvisamente di annegarsi in piscina, un adolescente arrabbiato che viene sorpreso mentre guarda un film porno e una donna abbandonata dal marito, convinta che ci siano degli gnomi pronti a riparare tutto ciò che non funziona nella sua villa. Nel corso di questa coinvolgente girandola di personaggi, Nina entra ed esce da case che diventano lo specchio delle vite altrui, contenitori di confessioni e verità nascoste, fino a quando non viene colpita da un improvviso amore che cambierà la sua vita per sempre.
Prendere o lasciare è un romanzo a quadri che intreccia le vite di uomini e donne sospesi tra l’accettazione del destino e la lotta per i propri sogni. Lydia Millet, in questa nuova opera, racconta storie ricche di realismo e poesia, in cui anche le esperienze più cruente trovano redenzione nella compassione. Uno sguardo che, tra ironia e tenerezza, rivela che accettare il caos è l’unica strada per trovare la felicità e un luogo nel mondo che possiamo chiamare casa. Le storie, tutte legate tra loro da un filo invisibile, si sviluppano in una Los Angeles che si manifesta nella sua migliore e peggiore versione. In ogni racconto, si avverte una sessualità strisciante, perversa e al contempo innata nei personaggi, che permea le vicende narrate. Come se la devianza fosse un ostacolo da superare per raggiungere un livello superiore di vita e accettazione. Non è un caso che tra le pagine di questi racconti venga citato il controverso Marchese De Sade, maestro della tortura corporea e dell’annullamento spirituale. Proprio come nei romanzi e nei saggi di De Sade, troviamo personaggi che hanno abbandonato completamente la morale della normalità per immergersi nel puro piacere in una forma o nell’altra. Sia che si tratti di una masturbazione compulsiva e metodica, o della pornografia di un dittatore africano, queste modalità rappresentano un modo per sfuggire da se stessi e cercare qualcosa di diverso.
Leggendo le pagine della Millet, carico di aspettative come tutti i suoi lettori, mi sono trovato a fare il gioco meno utile della letteratura: indovina le somiglianze.
Di sicuro la filosofia dell’annullamento fisico, della trance del piacere o della sua ossessione cadono in una visione desadiana, ma è interessante provare a capire chi potrebbe essere accostato alla scrittura della Millet.
Infatti se da un lato vengono in mente il Bolaño di Puttane e assassini, da un altro lato viene in mente un certo modo di raccontare di alcuni scrittori russi (scegliete voi chi) che usano il degrado esteriore per potersi elevare spiritualmente. Il fatto che Lydia Millet sembri, a mio avviso, così poco americana eppure così profondamente americana, appare essere la sua caratteristica più viva e più esaltante, spostando su piano puramente ideale un mondo di grovigli carnali.
Autore:Lydia Millet
Traduttore:Gioia Guerzoni
Editore:NN Editore
Collana:La stagione
Anno edizione:2023
In commercio dal:12 maggio 2023
Pagine:224 p., Brossura
EAN: 9791280284853