I figli del diluvio, Lydia Millet – NN Editore

Lydia Millet ne I figli del Diluvio mescola suggestioni provenienti da mondi differenti fra loro: escatologia laica, escatologia cristiana, ecologismo, realismo, senso dei tempi e fanta (quasi) scienza.

I figli del diluvio infatti è un romanzo sfaccettato e ricco di rivoli che si rincorrono lungo il fiume della vicenda raccontata. Una storia che parte in sordina e che cresce lentamente fino a travolgerti superata la metà del libro. Le prime lentezze del libro sono in realtà l’imbastitura che poi andrà a costituire l’impalcatura su cui si reggerà in tutta la sua potenza la vicenda narrata.

Se non sai niente, forse può essere anche tutto. Una volta che le mie molecole si fossero disperse sarei stata qui per sempre. Libera”

Un gruppo di ragazzini si ritrova con i propri genitori in una casa di villeggiatura nei pressi di un lago. I ragazzi da subito fondano una società segreta in cui la massima vergogna è sancita dall’avere dei genitori, classe quest’ultima a cui sono ascritti tutti i vizi e difetti che si possano immaginare. I genitori in particolare sono accusati di essere ciecamente travolti dall’alcol che gli annebbia la mente e la visione della realtà, rendendoli vittime e complici degli eventi.

In questo quadro disincantato ma sereno si inserisce un fatto drammatico, un uragano seguito da tempesta che potremmo chiamare diluvio, dando ancora maggiore senso escatologico a questo libro (il titolo originale, non a caso, è A children’s Bible).

Quello che inizialmente sembra solo lassismo e voglia di stare fuori dal mondo da parte dei genitori, presto si trasformerà in incapacità di leggere segnali premonitori chiari sulle catastrofi che stanno per investire il gruppo radunatosi in villeggiatura.

Affascina immediatamente, ma conquista lentamente questo I figli del diluvio, tanto da rimanere nella testa a distanza di giorni dalla conclusione della lettura.

Eppure, tempo dopo, ci eravamo resi conto che i nostri genitori non avevano fatto proprio niente. Si erano dimenticati la cosa più importante, nota anche come: futuro.

La metafora è chiara e perfettamente riuscita seguendo due coordinate molto potenti. La prima è la divisione in classi ragazzi/genitori in cui il rapporto di speranza e comprensione della realtà dei più giovani, viene frustrato dall’incapacità di guardare fuori dalla finestra della propria stanza da parte della generazione più vecchia. L’altro elemento che esalta la metafora è nella scelta dei fenomeni naturali presenti nella narrazione. L’uragano, la tempesta, sono sinonimo di cambiamento climatico, qui la metafora si fa stringente con la realtà ancora una volta. Molto suggestivo invece è l’utilizzo degli elementi umani: la plastica e i beni di confronto. Se da lato la plastica è considerata comune un tempo prima dell’uragano poi diventa simbolo del degrado, dall’altro alcol e droghe sono trasformate nello specchio di un edonismo cieco e pericoloso. La considerazione di chi poteva prendere una decisione ancora, è una critica sociale neanche tanto velata che la Millet consegna alla voce della ragazzina narrante.

Come sottolineato da Gioia Guerzoni, traduttrice bravissima che ha interpretato al meglio questo romanzo, i ragazzi non hanno pietà nei confronti delle generazioni che li hanno preceduti, sono freddi, informati e disillusi, per questo si esprimono in modo secco e cinico. Anche qui la Millet disegna alla perfezione la realtà, consegnandoci anche un rapporto sulla sociologico dell’era in cui viviamo.

I figli del diluvio dichiara abbastanza esplicitamente gli autori che hanno ispirato questo storia, si colgono infatti alcuni stilemi che ricordano John Lansdale e più in generale la fantascienza americana che spesso si trasforma in pseudoscienza.

I figli del diluvio conquista e non tradisce, lanciando una riflessione urgente giocando coi generi e con le metafore, con il risultato di rimanere uno dei migliori libri usciti in questo 2021

Photo by Jon Sailer on Unsplash

 

Traduttore:Gioia Guerzoni
Editore:NN Editore
Anno edizione: 2021
In commercio dal: 17 giugno 2021
Pagine: 208 p., Brossura
EAN: 9791280284099

Il voto di Andrea - 90%

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Su Andrea Labanca

Andrea Labanca cantautore, laureato in filosofia e performer, ha scritto tre album impregnati di letteratura. "I Pesci ci osservano" disco della settimana di Fahrenheit Rai RadioTre e "Carrozzeria Lacan" ospitato a Sanremo dal Premio Tenco. Ha collaborato con diversi scrittori (tra cui Aldo Nove e Livia Grossi) e ha lavorato come attore per Tino Seghal. Quest’anno è uscito il suo terzo album, “Per non tornare”, racconto noir-poetico in chiave elettro-vintage.

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