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Le pianure – Gerald Murnane

Le pianure di Gerald Murnane è una creatura pulsante di scrittura intensa, di un’atmosfera che impregna il lettore, di pensiero declinato in letteratura e letteratura sconfinante in filosofia. Il ritmo ha pulsazioni bassissime, motivo per cui risulta ipnotico, un cullare le braci sottotraccia.

Le pianure di Gerald Murnane

[…]Per gli abitanti di quei luoghi, nella vita come nell’arte, gli eroi somigliavano all’uomo che per trent’anni ogni pomeriggio era tornato in una casa come tante col prato rasato e qualche cespuglio svogliato, e restava seduto fino a tardi a decidere il percorso migliore di un viaggio che magari faceva da trent’anni solo per arrivare nel posto in cui stava, o magari all’uomo che non avrebbe mai imboccato nemmeno la sola strada che portava lontano da quella fattoria isolata, per paura di non riconoscerla più, se l’avesse guardata da lontano da qualche punto panoramico, come facevano tutti gli altri.

Pubblicare per la prima volta in Italia autori che meritano assolutamente una possibilità: fatto da Safarà. Perché questo libro, dello stesso autore la casa editrice ha pubblicato e pubblicherà altri scritti, è una creatura pulsante di scrittura intensa, di un’atmosfera che impregna il lettore, di pensiero declinato in letteratura e letteratura sconfinante in filosofia. Il ritmo ha pulsazioni bassissime, motivo per cui potrebbe non essere digerito, ma, sempre per lo stesso motivo, può risultare ipnotico, un cullare le braci sottotraccia.

La trama è ridotta all’osso: un giovane regista vuole girare un film che racconti l’essenza delle pianure australiane e per farlo si reca sul posto e viene ospitato da un latifondista mecenate. Accade ben poco nel resoconto stilato dallo stesso protagonista, o meglio, accade ben poco a livello di azione, perché invece è un continuo mormorare della mente, un persistente svicolare dei pensieri che rincorrono sempre ulteriori precarietà. Murnane tratteggia una metafisica pratico poetica delle pianure, alimentata da grandi pensieri astratti, ispirazioni artistiche claudicanti e quotidianità reiterata.

Un libro del genere non può che fondarsi sulla scrittura dell’autore e questo scrittore dimostra una penna raffinata e ispirata. Passa da resoconti di araldica e sfide di polo a compendi di correnti filosofiche e artistiche, fino a spingersi a riflessioni intense e multiformi. La scrittura si adatta al narrato scivolando nei toni di soppiatto, senza delimitare i territori narrativi attraverso cesure, ma impostando un montare lento della prosa che trasporta inesorabilmente tutto con sé, compreso il lettore. Salta agli occhi l’ispirazione di certi passaggi, ma è ancora più caratterizzante l’atmosfera che crea Murnane, una cornice in cui riesce a infilare quel che vuole immergendolo in una rarefazione sognante e spietata.

le pianure

Pianure e orizzonti

La donna potrebbe quindi aver considerato, come il vantaggio principale di aver trascorso tanti anni tra pianure non cercate, e con un uomo che non si era ancora spiegato, proprio l’antica possibilità di ipotizzare l’esistenza di una donna il cui futuro comprendesse anche la prospettiva, per quanto improbabile, di trascorrere metà della vita tra pianure non cercate, e con un uomo che non si sarebbe mai spiegato.

Nella natura di questo libro è farsi trasportare ognuno a suo modo, che il lettore personalizzi un’esperienza tanto suggestiva. Quindi non posso che accennare a qualcuno degli elementi che ho tratto da questo viaggio. Un primo fattore è la presenza importante dell’arte e del pensiero all’interno della narrazione: artisti e pensatori hanno cercato in tutti i modo di catturare l’essenza delle pianure. Si tratta però di storie di insuccessi, nessun artista in nessuna forma d’arte e nessuna elucubrazione impegnata sono mai riusciti a catturare il segreto. In realtà sembra che sia proprio la ricerca del segreto l’obiettivo ultimo, il rincorrere una chimera di cui tutti gli abitanti percepiscono la presenza ma che nessuno può ingabbiare, quasi fosse un’allucinazione che si concretizza in scarti personali, una tensione permanente senza necessità di soluzione.

Naturalmente protagonista è il paesaggio, queste pianure vissute come un luogo isolato da tutto, con un loro movimento interiore lento e imperturbabile, questi paesaggi dell’anima sempre a disposizione e costantemente sfuggenti. Nelle pianure fioriscono orizzonti, perché è vero che l’orizzonte è sempre identico nella sua veste, ma proprio per questo trasporta profondamente. L’orizzonte è in ogni circostanza altro, l’orizzonte delle pianure è una porta verso quel che c’è oltre, in questo modo si personalizza e suggestiona in rifrazioni individuali pur appartenendo visceralmente al paesaggio. Un orizzonte sempre altro che si fa interiore ma irraggiungibile.

Questo paesaggio è impregnato di alternative, di un futuro ipotetico impastato al presente. Gli abitanti delle pianure non vivono nel passato, pur ricordandolo per costruirci sopra un’identità, ma in un presente che dal passato prende spunto e in un futuro già attuato perché combaciante con il presente. Essendo tutto visibile, in pianura il visibile racchiude il possibile, un possibile che ha senso nel suo essere ipotizzato seppur mai realizzato. Non è un paesaggio che spinge alla concretezza, o meglio, è concreto proprio perché impregnato di ipotesi sulle possibilità che non hanno l’obbligo di divenire reali, la realtà è l’ipotesi stessa, il suo spingere sempre oltre per rimanere sul posto. E tutto questo si sviluppa in una vita che si riconosce nella pianura ma la dà per scontata, non si fonda su di essa ma la scruta di sghimbescio, la sente nel quotidiano e la studia nella mente, ma solo per tornare a sentirla come un mistero irrisolvibile, che però non ha senso risolvere, non ne vale la pena.

Gli spunti sono tanti altri, rimane la scrittura funambolica senza averne l’aria, una scrittura di pianura.

Gerald Murnane – Le pianure – Safarà
Traduzione: Roberto Serrai

Voto - 91%

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Su Giuseppe Ponissa

Aga la maga; racchetta come bacchetta magica a magheggiare armonie irriverenti; manina delicata e nobile; sontuose invenzioni su letto di intelligenza tattica; volée amabilmente retrò; tessitrice ipnotica; smorzate naturali come carezze; sofferenza sui teloni; luogo della mente; ninfa incerottata; fantasia di ricami; lettera scritta a mano; ultima sigaretta della serata.

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