La terza storia - Sabrina Sigon

La terza storia – Sabrina Sigon

La terza storia di Sabrina Sigon, fra flash-back e momenti attuali, la narrazione si affaccia sulla storia di una famiglia normale della Mitteleuropa, dove qualcuno parla un’altra lingua e dove tutti sono legati da morti e nascite. Il confine alpino diventa solo un gioco di perimetri, infrangibili naturalmente alla legge dell’amore e della protezione.

La terza storia di Sabrina Sigon

L’arte di narrare le storie nasce da tanti spunti: possono essere visioni, sensazioni o veri e propri confronti con il reale o l’immaginario. A volte capita che un libro si confronti con diversi generi e diversi canoni, ne nascono di solito libri coinvolgenti e affascinati che ci portano in più mondi contemporaneamente.

È il caso di La terza storia di Sabina Sigon, autrice che vive da anni sul Lago di Como, pur essendo milanese di nascita. Dopo due raccolte di racconti, Numeri imperfetti e Solo 12 minuti, il nuovo libro è uscito per Castelvecchi. Appare evidente la liaison con i numeri, sempre presenti nei libri dell’autrice, una consuetudine, quella matematica, che però non si osserva nel nuovo libro della Sigon. Si nota però un amore per l’architettura letteraria e per l’arte dell’incastro, dell’incontro.

Incontriamo una madre e una figlia, una madre energica e decisa, una figlia che ogni tanto anticipa. C’è una partenza improvvisa verso la Francia, una macchina da far sistemare e un autista da trovare. Sistemata la partenza improvvisa, rimane un viaggio che parte attraversando il Monte Bianco, un tunnel vivo perché “mentre lo scavano è morta della gente” come dice Kostas, l’autista della scompaginata combriccola.

Durante il viaggio i paesaggi si succedono e quindi anche le riflessioni, i pensieri, le malinconie e le nuove energie. Tutto sembra scorrere liscio, fino a quando non spunta un altro personaggio inaspettato, Mastro Don Gesualdo. Esattamente, proprio il vegliardo verghiano che spunta dal libro risposto tra i bagagli.

L’incontro non è semplice, domina l’imbarazzo di dover parlare con un libro, ma come dice lo stesso Don Gesualdo, niente accade a caso e anche quell’incontro deve avere un motivo. Così mentre la macchina guidata da Kostas supera il Monte Bianco, un corpo a corpo fra personaggi in carne e ossa e personaggi in carta tiene banco.

la terza storia

Raffinato gioco letterario

Fra flash-back e momenti attuali, la narrazione si affaccia sulla storia di una famiglia normale della Mitteleuropa, dove qualcuno parla un’altra lingua e dove tutti sono legati da morti e nascite. Il confine alpino diventa solo un gioco di perimetri, infrangibili naturalmente alla legge dell’amore e della protezione.

Sabrina Sigon, guidata dall’ironia e dal gioco letterario, fa comunicare il capolavoro di Verga con dei personaggi di oggi, senza che per questo si percepisca un divario di profondità. Alcuni passaggi di Mastro Don Gesualdo sono accomodati alla narrazione e questo rende tutto più divertente e affascinante.

Quello scritto da Sabrina Sigon sembra una perfetta sceneggiatura per un film della durata non superiore all’ora, oppure una pièce teatrale alla Yasmina Reza. C’è, nella scrittura dell’autrice, una raffinatezza tipica di ama la letteratura, infatti non caso sceglie di immergersi nella metaletteratura.

Non manca la componente femminile, infatti il tratteggio della mamma e della figlia, ma soprattutto la loro dinamica intima fa mergete una grande sensibilità nell’osservazione e nel racconto.

C’è un altro elemento che fa apprezzare La terza storia, la scelta non casuale delle Alpi che attraversano Italia, Svizzera e Francia. Lontana dal racconto territoriale, Sabrina Sigon scrive una storia che fa emergere una passione per il viaggio, per l’incontro, che pure non dimentica legami di sangue. Compare anche la nebbia, elemento che, sebbene nasconda, in qualche modo coccola e protegge i protagonisti dal tempo e dalla necessità del mondo.

La terza storia è un libro da amare in una notte fredda, oppure in un pomeriggio caldo mentre si architetta un viaggio. Oppure un libro da portare con sé sperando che ad un certo punto Mastro Don Gesualdo si palesi nel vostro abitacolo.

Sabrina Sigon – La terza storiaCastelvecchi

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Su Andrea Labanca

Andrea Labanca cantautore, laureato in filosofia e performer, ha scritto tre album impregnati di letteratura. "I Pesci ci osservano" disco della settimana di Fahrenheit Rai RadioTre e "Carrozzeria Lacan" ospitato a Sanremo dal Premio Tenco. Ha collaborato con diversi scrittori (tra cui Aldo Nove e Livia Grossi) e ha lavorato come attore per Tino Seghal. Quest’anno è uscito il suo terzo album, “Per non tornare”, racconto noir-poetico in chiave elettro-vintage.

Un commento

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