Salvini liberaci dal male ma con cautela

Salvini liberaci dal male (e dagli immigrati), ma con cautela

Gentile Redazione,
mi chiamo Giacomo e sono un piccolo imprenditore (non vi dico da dove scrivo per non dare indizi alla Guardia di Finanza). Vorrei un vostro parere su una questione che, in questo momento più che mai, riveste una certa urgenza.

Salvini ora è al governo e non starò qui a disquisire di politica, anche se posso ammettere pubblicamente che a me sta simpatico. Di certo appoggio la sua posizione sull’immigrazione: basta con questi pezzenti che vengono a rubarci lavoro e a stuprare le nostre donne, che bivaccano nelle nostre città sporcando e molestando. A pagare siamo sempre noi cittadini onesti, questi non pagano le tasse e lavorano per pochi spicci, così gli italiani non possono far valere i propri diritti sul lavoro e di lavoro ne trovano sempre meno.

Ma, come dicevo, non voglio dilungarmi su questioni politiche, sono un imprenditore e desidero occuparmi di robe pratiche. Il fatto è che sotto di me lavorano un po’ di questi figuri che provengono da chissà dove, gente che non ha mai voglia di fare un cazzo e che fa male quel poco che fa.
Ora che Salvini è al governo, mi devo preoccupare? Perché un povero imprenditore come me cosa deve fare? Questa gentaglia la pago poco e in nero, il che permette alla mia piccola impresa di stare in piedi e a me di guadagnare qualcosina per fare una piccola vacanza con la mia famiglia, niente di che, giusto un mesetto per riposarci tutti dalle fatiche dell’anno.
Non vorrei che Salvini mi togliesse questa manodopera, obbligandomi ad assumere italiani che pretendono stipendi decenti e tutele. Dico io, un povero imprenditore italiano mica può permettersi tutto questo! Spero che Salvini abbia abbastanza sale in zucca per capire che va bene lo stop all’immigrazione, ma piano. Voi cosa prevedete?

Giacomo

Caro Giacomo, la tua lettera ci coglie di sorpresa -non tanto perché da un simpatizzante leghista ci saremmo aspettati un post-it con disegnate figure rupestri firmate con una X- ma perché da un uomo che crede nei poteri taumaturgici dell’acqua del Po non avremmo mai sospettato questa sfiducia nei confronti dell’attuale vicepremier.

Giacomo, tu credi davvero che Matteo Salvini possa davvero fare del male al suo popolo, privando parte della sua base elettorale della manodopera che rende certe regioni le “locomotive d’Italia”? O peggio ancora -perché per quanto tu non le abbia citate, non vanno dimenticate- pensi davvero che Matteo Salvini possa privare parte della sua base elettorale, quella forse meno imprenditoriale ma più verace, del sollazzo offerto dalle negre in fila sulla statale? Ovvio che no. Tu pensi davvero che l’asse politico Lega-M5s introdurrà misure come la flat tax, il reddito di cittadinanza oppure l’abolizione dell’obbligatorietà dei vaccini? Ma certo che no.
E questo, caro Giacomo, non te lo diciamo per denigrare il tuo partito o le tue idee, ma per far capire a quelli come te che ora, ciò che un tempo si definiva politica adesso è diventata qualcosa di diverso. Qualcosa di più vero e rispondente al desiderio degli italiani. E ora ti spieghiamo il perché.

Il Governo del Cambiamento è chiamato così non certo perché cambierà l’ordine delle cose, ma perché cambierà la nostra percezione di esse. Noi, Giacomo, in quanto italiani non abbiamo bisogno di fatti concreti ma di qualcosa in cui credere ciecamente e con esso, qualcosa a cui appellarci per trovare una giustificazione all’insoddisfazione. E questo il Governo del Cambiamento lo sa bene. Non serve cambiare per cambiare davvero, basta credere di poterlo fare (se sei in campagna elettorale) oppure credere di averlo fatto sostituendo un bisogno con un altro (se sei al Governo).
Salvini e il Movimento Cinque Stelle sono stati i primi a comprendere che tutto quello che conta per noi italiani è la pulsione del presente. Ma non il presente che vive in funzione di un passato e tende verso il futuro. No, quello fa parte della vecchia politica, sinistroide e pipparola, che non ha mai portato da nessuna parte.
Per il Governo del Cambiamento il presente è una condizione temporale vergine, scollata dal passato, che in quanto passato non ha importanza, e completamente distaccata dal futuro ché si sa, è troppo lontano dalla nostra capacità di visione per poterci davvero interessare.

Per cui, tornando al tuo quesito, caro Giacomo, puoi pure smettere di preoccuparti. I tuoi negri nessuno li toccherà, potranno continuare a lavorare per te e tu potrai tranquillamente continuare a considerarli degli sfaticati inferiori. E se la sera, prima di tornare a casa vorrai farti un giretto con una nigeriana -giusto per ricordarti che tua moglie è una santa donna, ci mancherebbe- beh, potrai farlo.
Ma allora, chiederai, se non cambia nulla resterà il problema dell’immigrazione, del più lavoro agli italiani etc?

Ovvio che no, ingenuo Giacomo. Il problema dell’immigrazione, così pressante in campagna elettorale, semplicemente non esisterà più, perché in noi verrà sostituito da qualcosa di diverso (le malelingue diranno qualcosa di più abbordabile, ma tu non credergli) che consentirà al Governo del Cambiamento di rinnovare il nostro bisogno e allo stesso tempo la sua leadership.

Bello vero?

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