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Trento 1475. Storia di un processo per omicidio rituale – Ronnie Po-chia Hsia

Trento 1475. Storia di un processo per omicidio rituale di Ronnie Po-chia Hsia è un libro meraviglioso per la minuziosa ricostruzione storica e per la qualità di ritmo e scrittura che Po-chia Hsia sa apportare alla narrazione, senza togliere in nessun momento la profondità della ricerca documentale.

Trento 1475. Storia di un processo per omicidio rituale di Ronnie Po-chia Hsia

Capita talvolta, nella lettura di famosi romanzi storici, di meravigliarsi per la cura nella ricostruzione di epoche e atmosfere. Capita un po’ meno spesso di trovare libri di storia che coinvolgano il lettore emotivamente come (o più di) un romanzo. Il caso di Trento 1475, per vicenda narrata e qualità, è abbastanza isolato nella nicchia delle ricostruzioni storiche.

Po-chia Hsia, studioso sui generis di origini coreane ma con cattedra di Storia in Pennsylvania, ricerca da anni sui temi della Riforma protestante, dell’antisemitismo e dell’incontro tra Asia ed Europa. In questo caso lo storico americano ha pescato una storia sconosciuta ai più, ricca di risvolti sociologici nella sua agghiacciante linearità.

A Trento, nella Pasqua del 1475, venne ritrovato il corpo senza vita di un bambino di due anni e mezzo. Il bambino, disperso da alcuni giorni, venne ritrovato già morto nei pressi della casa di una famiglia ebraica. Per quanto le famiglie ebraiche sospettavano da alcuni giorni la possibile accusa di omicidio, viste le leggende intorno ai culti semiti, non poterono fare nient’altro che rivolgersi alle autorità per denunciare il terribile ritrovamento. Naturalmente la denuncia fu girata a loro sfavore e gli ebrei furono ritenuti i principali, per non dire unici, indiziati dell’infanticidio.

Le famiglie ebraiche furono passate al setaccio, le donne rinchiuse, gli uomini torturati, fino ad arrivare all’autodenuncia di alcuni componenti per poter liberare la maggior parte della comunità dall’ondata di violenza che da lì in poi si sarebbe abbattuta. Nel frattempo il reverendo di Trento, Johannes Hinderbach, prima persona a venire a conoscenza dal padre della scomparsa di Simonino, si dimostra abile ad indirizzare gli esiti del processo verso l’accusa alla comunità ebraica e verso la santificazione dell’infante ucciso.

Da questa vicenda parte il saggio che si nutre di documenti storici per poi elaborarli in un scrittura lineare e diretta che coinvolge e accompagna insieme.

Trento 1475

Minuziosa ricostruzione storica e ritmo

Il documento da cui lo storico imbastisce la struttura della propria ricostruzione è il “Prozess gegen dei Juden vor Trient”, un complesso resoconto manoscritto delle circostanze che portarono alla condanna e all’uccisione di buona parte della comunità ebraica trentina nel 1475.

La ricostruzione, che si gioca su molti frammenti originali, e le trascrizioni degli interrogatori  sono inserite all’interno di un tessuto narrativo che permette di cogliere perfettamente l’atmosfera del periodo storico. Molte azioni, descritte dal narratore mentre avvengono, sono talmente calate nel contesto che trasferiscono anche le emozioni e atmosfere dei luoghi e degli eventi.

La prima parte del libro narra della paura di essere coinvolti nella faccenda da parte della comunità ebraica, delle accuse e delle torture che si protraggono nell’arco di due anni, toccando nella fase iniziale un apice di violenza inaudito.

La parte centrale invece stupisce per la qualità delle riflessioni e lo sguardo su un periodo storico considerato di apertura come quelle XV secolo in Europa.

Oltre alla vox popoli che voleva gli ebrei assetati di sangue cristiano per i propri riti, dove l’ebraismo era accostato alle pratiche demoniache invece che ad una religione, un ruolo importante nella diffusione della storia di Simonino è giocato dal mondo scientifico e tecnologico in pieno sviluppo in quel momento.

Hinderbach guida la comunità culturale trentina (poeti, medici, stampatori) ad esasperare la crudeltà della storia di Simonino con odi, documenti scientifici e stampe da diffondere. Po-chia Hsia sfata il mito dell’invenzione della stampa come sinonimo di libertà e lo accosta invece a quello di altoparlante delle paure e delle perversioni più bieche del popolo. Un esempio, quello di Hinderbach, di come si possa guidare l’informazione e l’opinione pubblica. Un esempio che fa rabbrividire se accostato ad alcune pratiche ancora esistenti nella comunicazione politica.

È molto interessante la parte finale del libro in cui viene mostrata la lotta che vi fu all’interno della Chiesa romana per combattere un caso giudiziario che lasciava molti sospetti. Ma, nonostante i tentativi di interrompere la striscia di sangue e persecuzione, non fu semplice fermare la follia omicida che permeava la comunità di Trento in quegli anni.

Trento 1475 è un libro meraviglioso per la minuziosa ricostruzione storica e per la qualità di ritmo e scrittura che Po-chia Hsia sa apportare alla narrazione, senza togliere in nessun momento la profondità della ricerca documentale.

Ronnie Po-chia Hsia – Trento 1475. Storia di un processo per omicidio ritualeGiuntina
Traduzione: Rosanella Volponi

Voto - 95%

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Su Andrea Labanca

Andrea Labanca cantautore, laureato in filosofia e performer, ha scritto tre album impregnati di letteratura. "I Pesci ci osservano" disco della settimana di Fahrenheit Rai RadioTre e "Carrozzeria Lacan" ospitato a Sanremo dal Premio Tenco. Ha collaborato con diversi scrittori (tra cui Aldo Nove e Livia Grossi) e ha lavorato come attore per Tino Seghal. Quest’anno è uscito il suo terzo album, “Per non tornare”, racconto noir-poetico in chiave elettro-vintage.

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