Racconti dell’io - Valerij Brjusov

Racconti dell’io – Valerij Brjusov

Racconti dell’io di Valerij Brjusov è uno di quei libri da avere in casa nelle sere buie in cui cerchiamo un’emozione forte da vivere ad occhi aperti, ma che possa inquietare anche i sogni che ne verranno.

Racconti dell’io di Valerij Brjusov

Valerij Brjusov, tra gli scrittori russi di fine Ottocento, fu sicuramente quello che maggiormente accolse motivi e stilemi della letteratura europea. Complice il suo ruolo di scrittore e traduttore, nella sua prosa si distinguono bene il simbolismo e il materialismo, cardini della poesia di Stéphane Mallarmé o di Verlaine. Anche le sue traduzioni di certo arricchirono la sua letteratura densa di influenze e suggestioni provenienti da altri mondi, tanto da definirlo “l’Edgar Allan Poe russo”. Dal suo romanzo L’angelo di fuoco, Sergei Prokofiev trasse l’omonima opera musicale, come a dimostrare la grande poliedricità delle opere di Brjusov.

I temi cari da sempre allo scrittore russo sono gli stati dell’io, l’immaginazione ai confini del delirio, la lisergicità della visione sull’azione. Tutti temi che accompagneranno la strana produzione dell’opera di Brjusov, che si staglia difatti nel panorama russo a lui contemporaneo ma anche futuro.

I racconti dell’io sono un perfetto viatico verso la conoscenza di questo autore sui generis, sia per la forma breve tipica dei racconti, sia per la nettezza con cui i racconti colpiscono il lettore. Troviamo infatti, nei nove racconti raccolti in questo elegante libretto tascabile, tutti i temi della sua opera: il delirio, il dubbio fra realtà e finzione, la disquisizione filosofica, il paradosso, l’auto convincimento.

In tutti i racconti la realtà appare quella narrata, anche se, dopo un’analisi più distinta, ci si accorge di come la narrazione sia quella di una visione distorta, inficiata da allucinazioni provenienti dell’anima o indotte da sostanze.

Di certo è questo l’effetto che si ha leggendo il primo racconto del libro, Ora che mi sono svegliato, con un sottotitolo chiarificatore (se ce ne fosse bisogno): Dalle memorie di uno psicopatico. Il racconto è svolto in prima persona dal protagonista che inizia a dare alcuni cenni biografici del proprio percorso da aspirante maniaco.

Naturalmente venivo considerato perverso fin dallinfanzia e naturalmente cercavo di convincermi che non potevano esistere uomini che condividessero i miei sentimenti.

Racconti dell'io

È affascinante come Brjusov riesca a far parlare il protagonista con grande franchezza e senza alcun pudore della propria infanzia, della propria adolescenza e quindi dell’età matura. Il matrimonio, da sempre in letteratura come nella vita, un momento di transizione e di tranquillità raggiunta, è analizzato invece dal protagonista come un periodo di quiete prima della tempesta. La mente del protagonista è attraversata da perversioni, visioni, demoni che non si riescono a riappacificare neanche col raggiungimento di un rapporto appagante e maturo.

Seguiamo da vicino l’aspirante maniaco fino alla sua inevitabile conclusione, attraversando la sua coscienza e i suoi stati di allucinazione, in un racconto che se da un lato potrebbe far pensare ad un Dostoevskij ancora meno contenuto, dall’altro fa emergere il gusto per racconto noir in perfetto stile Edgar Allan Poe.

L’allucinazione non è solo il tema portante della realtà che si confonde con il sogno, ma è anche ciò che fa amare ad un vecchio alcolizzato una donna che forse non è mai esistita, una donna che forse è solo una testa di marmo. Oppure che trasforma una cartoleria in un mondo autoctono che rapisce la commessa che vi lavora, fino a trasformare il negozio nella sua unica realtà esistente.

Il dubbio è anche sul proprio io: siamo quelli della visione o quelli della realtà? Dubbio che sgomenta la protagonista di Nello specchio.

Racconti dell’io è uno di quei libri da avere in casa nelle sere buie in cui cerchiamo un’emozione forte da vivere ad occhi aperti, ma che possa inquietare anche i sogni che ne verranno.

Valerij Brjusov – Racconti dell’ioPaginaUno
Curatore: Giovanna Spendel

Voto - 95%

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Su Andrea Labanca

Andrea Labanca cantautore, laureato in filosofia e performer, ha scritto tre album impregnati di letteratura. "I Pesci ci osservano" disco della settimana di Fahrenheit Rai RadioTre e "Carrozzeria Lacan" ospitato a Sanremo dal Premio Tenco. Ha collaborato con diversi scrittori (tra cui Aldo Nove e Livia Grossi) e ha lavorato come attore per Tino Seghal. Quest’anno è uscito il suo terzo album, “Per non tornare”, racconto noir-poetico in chiave elettro-vintage.

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