Venus Williams vs Stefanie Voegele 6-3 / 6-2
La Venere risolve comodamente la pratica, concedendomi di andare a letto prima che mai in questi tre giorni. D’altronde quando le semidee scendono in campo elargiscono favori con regale munificenza anche agli ultimi.
Venus Williams 7
Eccola lì, ciondolante e felpata a regalarci ancora la sua presenza in campo. Ha nel braccio un paio di marce in più dell’avversaria e le giostra senza fatica. Stare il meno possibile in campo per le altre è un buon consiglio, per lei una questione di sopravvivenza. Tanto che nel primo set scende a rete spesso caracollante e dinoccolata per giocare volée imprecise e titubanti. Nel secondo dice a se stessa che con quella di oggi basta palleggiare per farla capitolare velocemente, per imparare il gioco di volo ha davanti a sé ancora molti anni.
Altro che re Roger o record di Serena, la vera favola sarebbe un suo improbabile e svogliato ulteriore slam, un canto del cigno degno della sua perenne regalità. Per altro oggi ci ha messo pure la grinta che non ha, in un paio di situazioni ha rincorso la pallina come una giovincella qualsiasi, lei che della giovinezza non se ne fa nulla.
Stefanie Voegele 6
Non può nulla e poco fa. Le riconosco due grandi meriti: ha lottato secondo le sue possibilità per tenere in campo Venus abbastanza da farcela godere ma senza eccedere per non intralciarla; collegandoci a questo mi ha concesso una buona mezz’ora in più di sonno. Brava la svizzera a riconosce il proprio ruolo e a non accanirsi sul suo destino segnato.
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