Come la sabbia - Alice Rivaz

Come la sabbia – Alice Rivaz

In Come la sabbia, Alice Rivaz ritrae la profondità e la disperazione della vita quando si aprono interrogativi sulla nostra presenza nel mondo. Le frasi dedicate all’amore, al destino e a tutto l’umano errare sono gemme incastonate in un meraviglioso affresco di società a cavallo tra le due guerre mondiali.

Come la sabbia di Alice Rivaz

Ginevra, col suo lago e il suo status di isola in mezzo all’Europa, è il teatro perfetto per costruire un dramma sull’esistenza e sull’incapacità di raggiungere la felicità. Anche quando quest’ultima appare proprio lì a portata. Ma di quale felicità parliamo? Della nostra individuale, personale? Affettiva? O forse parliamo della felicità del mondo, del raggiungimento della pace o dell’uguaglianza? 

Dibattito difficile quello sul rapporto tra felicità individuale e collettiva, chiosato alla perfezione da una battuta di Woody Allen in Io e Annie: “Io non posso godere di niente se non ne godono tutti, se uno da qualche parte muore di fame già mi ha rovinato la serata”.

La tensione fra individuale e universale è proprio il motore dello straordinario libro Come la sabbia della scrittrice svizzera Alice Rivaz, pubblicato in Italia da Paginauno. Titolo che dimostra ancora una volta il grande gusto nella proposta di questa piccola ma preziosa casa editrice.

Siamo quasi sempre al chiuso in Come la sabbia, negli uffici chiassosi ma ordinati di un grande ente che si occupa di diritti dei lavoratori, ancora al chiuso quando le inquadrature diventano soggettive in cui i protagonisti possono finalmente raccontare con onestà le loro aspettative in mezzo a due poltrone Luigi-Filippo. Siamo al chiuso ancora quando Alice Rivaz ci porta ad un party o in un teatro amatoriale.
Chiusa anche la sensazione che si ha degli esterni che compaiono nelle narrazione, come il Luna Park immaginato come parcheggio delle solitudini.
Resta la sensazione di chiuso anche quando all’improvviso appare sulla scena il lago su cui Ginevra si affaccia, anche se è l’unico a dare ancora la sensazione che la fuga sia possibile.

Profondità e disperazione della vita

È in questo teatro con dei limiti ben fissati che si apre un mare infinito di pensieri e di rapporti, di aspirazioni e delusioni. Hélène, Claire-Lise e le altre donne del romanzo, appaiono figure caratterizzate da colori forti anche se dipinte in penombra, con quella luce discreta, mai spregiudicata, di alcuni paesaggi svizzeri. Ed è grazie ai meravigliosi ritratti di queste donne, ma anche di alcune figure maschili tra cui spicca quella di André Chateney, che possiamo addentrarci nella società borghese e apparentemente spensierata della prima metà del ‘900 proprio nel cuore dell’Europa.

Alice Rivaz, con una grande eleganza stilistica che la pone immediatamente tra le grandi scrittrici europee del Novecento, distilla interiore ed esteriore tra monologhi, osservazioni e dialoghi. L’amore e la sensualità strisciano tra i banchi dell’ufficio, irrompono tra le camere arredate con preziosi oggetti d’antiquariato e le case vecchie e fuori moda. Un ritratto della società mitteleuropea che non può non colpire al cuore, con quel misto inconfondibile di malinconia e antica tragedia.

Certo Alice Rivaz è considerata una scrittrice femminista ante litteram, ma sarebbe davvero limitante ridurre ad una riflessione sociale i ritratti che ci regala la scrittrice svizzera. Alice Rivaz ritrae la profondità e la disperazione della vita quando si aprono interrogativi sulla nostra presenza nel mondo. Le frasi dedicate all’amore, al destino e a tutto l’umano errare sono gemme incastonate in un’opera più grande che dipinge a meraviglia uno scorcio di società a cavallo tra le due guerre mondiali. Sarebbe un peccato imperdonabile da parte vostra non inserire Alice Rivaz tra le dieci migliori scrittrici che lo scorso secolo ha salutato.

Alice Rivaz – Come la sabbiaPaginauno edizioni
Traduzione: Grazia Regoli

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Su Andrea Labanca

Andrea Labanca cantautore, laureato in filosofia e performer, ha scritto tre album impregnati di letteratura. "I Pesci ci osservano" disco della settimana di Fahrenheit Rai RadioTre e "Carrozzeria Lacan" ospitato a Sanremo dal Premio Tenco. Ha collaborato con diversi scrittori (tra cui Aldo Nove e Livia Grossi) e ha lavorato come attore per Tino Seghal. Quest’anno è uscito il suo terzo album, “Per non tornare”, racconto noir-poetico in chiave elettro-vintage.

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