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Il concetto di Dio dopo Auschwitz – Hans Jonas

Pochi sono gli eventi della storia che hanno messo profondamente in crisi l’umanità nella sua essenza, ma di fronte a questi eventi si rimane attoniti, e il filosofo, il vero ricercatore del senso delle cose, pone i suoi interrogativi e propone le sue risposte.

Hans Jonas (1903-1993) è un filosofo di religione ebraica che ha insegnato e scritto fino alla fine dei suoi giorni: è proprio del 1993 la prima edizione di questo libricino di appena 70 pagine, in cui egli, di fatto, si pone lo stesso interrogativo di Giobbe, e cerca di rispondere seguendo il filo conduttore della concezione ebraica di Dio.

Il libro non è uno scritto teologico: è più una interpretazione filosofica della teologia.

Auschwitz simboleggia tutto ciò che, fin da prima della Seconda Guerra Mondiale, ruotava intorno alla “soluzione finale”, che ha permesso lo sterminio di massa di sei milioni di ebrei. Questo sterminio, come abbiamo avuto modo di leggere in molteplici opere, è stato preceduto dalla disumanizzazione dell’essere umano: non è stata solo una mera uccisione dell’altro, bensì una sistematica riduzione dell’altro a oggetto, per consentire a tutti di non sentirsi colpevoli della distruzione di un oggetto.

Jonas si concentra sullo spiegare perché, per l’ebreo, Auschwitz rappresenta un prima e un dopo: e per fare questo non può non riferirsi all’interrogativo di Giobbe.

Dio permise che ciò accadesse. Ma quale Dio poteva permetterlo? Si deve considerare a questo punto, il fatto che l’ebreo, di fronte a un simile interrogativo, si trova teologicamente in una situazione più difficile del cristiano. Infatti, per il cristiano che attende l’autentica salvezza nell’al-di-là, questo mondo (e in particolare il mondo umano a causa del peccato d’origine) è il mondo di Satana e conseguentemente un mondo non degno di fiducia. Ma per l’ebreo che vede nell’al-di-qua il luogo della creazione, della giustizia e della salvezza divina, Dio è in modo eminente signore della storia.”

Jonas ripercorre così il concetto di Dio e cerca quella spiegazione che Giobbe cercava nel libro biblico, attraverso la logica e la filosofia, per poter continuare a credere in Dio.

Egli arriverà ad una conclusione inattesa, ma, di fatto, importante per tutte le religioni monoteiste, non solo per l’ebraismo, stimolando una riflessione profonda e lasciando il lettore in bilico tra fede e ragione.

Nonostante siano solo 70 pagine, la lettura è molto complicata e l’uso di termini strettamente filosofici e di sillogismi complessi, costringe spesso a rileggere le frasi per essere certi di averne compreso il senso.

Autore:Hans Jonas
Traduttore:C. Angelino, M. Vento
Editore:Il Nuovo Melangolo
Collana:Opuscula
Edizione:10
Anno edizione:2005
In commercio dal:24 maggio 1993
Pagine:49 p., Brossura
EAN:9788870181975

Su laura quagliarini

Nonostante lavori ormai da vent’anni come medico psichiatra, abbia tre figli grandi e una vita, per così dire, sufficientemente tranquilla, non ho perso l’ambizione di seguire le mie passioni, prima fra tutte la scrittura e la lettura. Proprio per questa raggiunta tranquillità, forse, oggi ho più tempo da dedicare a ciò che mi rende felice

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