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Traffic. La corsa ai clic e la trasformazione del giornalismo contemporaneo – Ben Smith

Traffic. La corsa ai clic e la trasformazione del giornalismo contemporaneo di Ben Smith aiuta a capire alcuni passaggi della società dellinformazione su cui forse non ci siamo soffermati a sufficienza in anni passati. Una visione meramente analitica inoltre offre la possibilità di raccontare un ventennio in cui blog, social network, sensazionalismo hanno guidato una rivoluzione antropologica.

Traffic. La corsa ai clic e la trasformazione del giornalismo contemporaneo di Ben Smith

Quando nel febbraio 2015, sulle bacheche di tutti i nostri amici, abbiamo visto comparire l’enigma del Vestito, ovvero una foto accompagnata dalla didascalia “Ragazzi, per favore aiutatemi: questo vestito è bianco e oro oppure è blu e nero?”, non potevamo sapere di essere di fronte al cambiamento epocale della comunicazione del potere dei social network. Ma anche di fronte ad un cambiamento di paradigma giornalistico, di aggregazione delle nuove forme di potere politico.

Ben Smith parte da lontano a raccontare questa storia. All’incirca dal 2001, quando alcuni giovani studenti universitari iniziano a scommettere sulla propria capacità di influire su eventi economici, grazie ai loro nascenti strumenti tecnologici. In particolare Jonah Peretti scommette di poter piegare il potere dei grandi marchi con la sua capacità di condividere “lamentele”. Sono i primi anni in cui le e-mail sostituiscono ogni altra forma di comunicazione, da lì ai blog, e quindi ai blogger, il passo è molto breve.

Gruppi geograficamente distanti e tendenzialmente anarchici, non tanto per convinzione politica quanto per mancanza di orizzonti ideologici, iniziano a pensare che la nuova informazione debba essere distruzione della verità propinata dei mass media classici.

Da qui in poi, Traffic racconta le vicende incrociate di blog di estrema destra, di femministe radicali e giovani blogger alla ricerca soltanto di scoop sensazionali per fare il pieno di clic: ovvero traffico. Questo è il punto di partenza anche della nascita di alcuni siti fondamentali della cultura degli anni zero e 10 del 21º secolo tra cui: Huffington Post, Gawker e BuzzFeed.

Questa rivoluzione culturale nata per gioco, ma attorno a cui si sono mossi grandi capitali e una grandissima capacità di influenzare l’opinione pubblica, sono alcuni dei protagonisti disegnati da Ben Smith come se fossero dei personaggi di un thriller legale. Su tutti spiccano Jonah Peretti e Nick Denton, rispettivamente fondatori di BuzzFeed e Gawker. Due personaggi diversissimi nella psicologia ma uniti da un fiuto clamoroso per i trend virali, ovvero quei contenuti in grado di generare milioni di visualizzazioni spesso in pochissimo tempo.

Se Jonah Peretti è un personaggio furbo, accattivante, il tipo insomma capace di vendere ghiaccio ai pinguini, Nick Denton è il personaggio cinico e dal black humour che ad un certo punto cede alla legge del cuore, scoprendo un romanticismo ingenuo in grado di sorprendere primo fra tutti lui. Infatti, anche i percorsi delle rispettive creazioni seguiranno i caratteri dei loro fondatori, portando Gawker ad essere tristemente oscurato dopo una causa quantomeno ambigua nel 2016 per volontà di un potente miliardario oscuro.

La svolta di Facebook

Il libro è avvincente, Ben Smith racconta 15 anni del mondo digitale con la passione di chi quegli anni li ha vissuti in prima persona, ma anche con la freddezza del saggio romanziere. Ma circa a due quinti delle pagine che Traffic diventa un libro prezioso da tenere tra le mani.

L’entrata in scena di Facebook, molto più di Twitter, cambia da subito le regole della comunicazione e anche dell’aggregazione politica, lasciando la sensazione ai suoi creatori di aver inventato un modo per far bloccare la società più democratica e progressista. Non è un caso che sia uno stato californiano a guidare questa rivoluzione.

A sondare i vantaggi di questa nuova forma di comunicazione sarà proprio Barack Obama, primo politico a sbarcare con grandissimo successo sulla piattaforma ideata da Mark Zuckerberg. Proprio questo ingresso trionfale della componente democratica del popolo americano lasciò pensare che Facebook avrebbe potuto essere una grande rivoluzione positiva per il mondo contemporaneo. Passeranno alcuni anni prima che la platea americana, in anticipo su quella mondiale, si renda conto che lo spirito di Facebook cambia in base alletà anagrafica di chi lo utilizza.

Infatti, solo cinque anni dopo l’amministrazione Obama, l’altro grande protagonista della rivoluzione social sarà Donald Trump, con risultati ancora più straordinari.

Le analisi di Ben Smith, difficili da ridurre in poche righe, riguardano soprattutto la capacità negli anni 10 di alcuni blogger anarchici distruggere l’informazione tradizionale a favore però non della libera circolazione di informazioni, ma della ossessiva occupazione degli spazi da parte di loschi figuri reazionari.

Sono inoltre molto interessanti le considerazioni sulla libertà di Facebook, “testata giornalistica“ che per la prima volta ottiene gratuitamente milioni di contenuti ogni giorno. Curioso, e tutto sommato innocuo, questo processo porterà molto velocemente ad una nuova guida delle informazioni che non sarà una visione ideologica, bensì il sensazionalismo e la capacità di creare engagement.

Ben Smith non giudica gli eventi né tantomeno dà una connotazione semplicemente politica alla sua riflessione, ma leggendo attentamente le sue parole possiamo capire alcuni passaggi della società dellinformazione su cui forse non ci siamo soffermati a sufficienza in anni passati. Una visione meramente analitica inoltre offre la possibilità a Traffic di raccontare un ventennio in cui blog, social network, sensazionalismo hanno guidato una rivoluzione antropologica.

Ben Smith Traffic. La corsa ai clic e la trasformazione del giornalismo contemporaneo – Altrecose
Traduzione: Andrea Grechi

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Su Andrea Labanca

Andrea Labanca cantautore, laureato in filosofia e performer, ha scritto tre album impregnati di letteratura. "I Pesci ci osservano" disco della settimana di Fahrenheit Rai RadioTre e "Carrozzeria Lacan" ospitato a Sanremo dal Premio Tenco. Ha collaborato con diversi scrittori (tra cui Aldo Nove e Livia Grossi) e ha lavorato come attore per Tino Seghal. Quest’anno è uscito il suo terzo album, “Per non tornare”, racconto noir-poetico in chiave elettro-vintage.

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