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Benevolenza cosmica – Fabio Bacà

Benevolenza cosmica di Fabio Bacà si candida a pieno titolo ad essere uno dei libri meglio scritti e pensati dell’anno sulla scena italiana.

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Benevolenza cosmica di Fabio Bacà

Cosa fareste se all’improvviso vi cadesse addosso una sconsiderata ed imprevista quantità di fortuna? Come reagireste? Apparentemente sembrerebbe abbastanza banale porsi questioni di tale semplicità, ma andando ad analizzare la faccenda in profondità scopriremmo risvolti molto interessanti. A scandagliare la materia ci ha pensato Fabio Baccà, scrittore originario di San Benedetto del Tronto al suo primo libro, pubblicato dalla prestigiosa Adephi.

Per tutti quelli che, come me, sono cresciuti nel mito di molti libri pubblicati dalla casa editrice milanese (tra cui ricordiamo Hesse, Márai, Faulkner, Calasso, Gadda, tanto per citare i primi nomi che mi vengono in mente), vedere un autore alla sua prima opera uscire con Adelphi vuol dire immediatamente essere incuriositi ed anche un po’ spiazzati.

Francesco Bacà è perfetto nell’interpretare il ruolo di nuovo autore in mezzo a così tanti santi. Ironico, pungente, decisamente dissacrante Benevolenza cosmica trascina dalla prima pagina in un atmosfera cosmopolita e surreale a cui si fatica a rinunciare, non fosse che per cenare e pranzare.

Una fortuna sfacciata

Tutto accade un pomeriggio in cui il protagonista Kurt affronta il responso di un medico, per una patologia che avrebbe potuto rivelarsi mortale e che invece contro ogni probabilità statistica si rivela essere (stata) transitoria. La fortuna sfacciata di questo evento non sarà che la prima occasione capitata a Kurt per riflettere sulla strana coincidenza di fortuna concentrata tutta in una persona.

Benevolenza cosmica

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Constatato in modo concreto di essere uno strano “prescelto” dal destino, il protagonista cerca la soluzione nella filosofia, nella meditazione indiana, nella psicologia e in tutto ciò che promette una risposta. Particolare decisamente azzeccato e avvincente della narrazione è che Kurt guida un istituto di statistica, abituato quindi ad affrontare i numeri e a costruire su di essi ipotesi e previsioni, il nostro protagonista faticherà ad accettare risposte aleatorie.

Lo scenario è decisamente affascinante: una Londra ricca e opulenta che cerca di nascondere la propria aria macabra ed esoterica, segno di tante colonizzazioni ed incroci culturali.

Immagini precise e oniriche

Bacà è caleidoscopico nel raccontare una vicenda straordinaria (nel vero senso della parola, fuori dall’ordinario), ma soprattutto ha la piacevole dote di confrontarsi con il mondo della riflessione, magica o razionale che sia, con un trasporto ironico e distaccato davvero invidiabile.

Se per certi versi la mia mente, mentre leggevo Benevolenza cosmica, è volata a Pynchon e addirittura a Lansdale, per altri aspetti c’è qualcosa della ricerca del magico nel quotidiano di molto milanese e specificatamente manganelliamo, il Manganelli di Centuria per essere precisi.

Nelle ambientazioni Benevolenza cosmica soddisfa i lettori che hanno bisogno di immagini precise ed allo stesso tempo oniriche. Compaiono piscine all’ultimo piano di un attico, ristoranti etnici densi di magia e soprattutto una città ricca e frenetica che ospita insieme centri di Statistica e studi di cartomanti. Una goduria per i lettori.

In una trama piacevolmente lineare, vediamo comparire sullo sfondo terroristi, santoni indiani, diplomatici, broker, agenti discografici e cinici psicologi italiani, in un continuo di belle fotografie.

L’angoscia è dietro l’angolo, ovvio, qualcosa è accaduto e qualcosa accadrà a violare questo gioco perfetto, ma non è il momento di scoprirlo. Ora c’è da scoprire perché, anche di fronte ad una fortuna sfacciata, non possiamo dirci sereni e appagati.

Benevolenza cosmica si candida a pieno titolo ad essere uno dei libri meglio scritti e pensati dell’anno sulla scena italiana.

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