Blu di Giorgia Tribuiani è romanzo, intenzionato a inquietare. Una terza persona incalzante, innervata di interventi in prima, che asfissia con il suo andamento accusatorio, che si impiglia tra le ossessioni della protagonista, si frammenta nei labirinti delle manie percorrendone tratti senza uscita e mai fino in fondo, braccando pensieri e paure senza scampo, senza sconti.
Blu di Giorgia Tribuiani
Per non finire preda dell’obiettivo, diventi predatore. Passi la tua prima e ultima festa di carnevale a fotografare gli invitati; immortali tracce di rossetto sui denti e giravolte di persone che non ti amano, Blu, crei ricordi cui non appartieni, ma volando da una parte all’altra della stanza, il mare di palloncini che si apre ai piedi dell’unica bambina che corre, immobilizzi gli altri, impari il potere di fermarli con un solo: Cheese.
Su questo sito trovate già i racconti di Guasti (clicca qui) e Padri (clicca qui), ora invece siamo al libro pubblicato tra quei due: Blu. L’insieme delle pubblicazioni ci restituisce una scrittrice inquieta nella forma, alla ricerca di vie espressive che nervosamente si divincolino dalla piattezza. E anche alle prese con temi forti, magari incisi nella quotidianità, sviluppati all’interno delle ricadute più minuziose, ma pur sempre d’impatto. Insomma una scrittrice che prova, riuscendoci, a restituirci pagine intense e sofferte, di una tensione non accomodante.
E così è questo romanzo, intenzionato a inquietare. Una seconda persona incalzante, innervata di interventi in prima, che asfissia con il suo andamento accusatorio, che si impiglia tra le ossessioni della protagonista, si frammenta nei labirinti delle manie percorrendone tratti senza uscita e mai fino in fondo, braccando pensieri e paure senza scampo, senza sconti. Un atto di accusa interiore insistito, uno stato di fermo psicologico alienante, che immerge il lettore senza lasciargli fiato, così come la protagonista non ha pace.
Blu è la protagonista, una ragazza alle soglie della maggiore età che vive un disturbo ossessivo-compulsivo che la getta in stati d’ansia costanti, le scarica addosso un senso di colpa inestinguibile che non le consente di avere una vita sociale, la isola anche dal mondo famigliare che ha visto la separazione dei genitori e l’ingresso di una sorellastra fin da bambina. Studentessa d’arte si appassiona d’improvviso alla performance art, una strada che forse la rimette in gioco.
Le relazioni difficili
Con lo zaino su una spalla e la cartellina coi disegni per mano fuggi sulle scale e sulle scale già ti penti. Quel sorriso che lei aveva – Buona scuola, ti aveva detto soltanto Buona scuola – hai dovuto spegnerlo, perché? Dovresti scriverle, Blu. Non hai pensato all’amore con cui stamattina ti ha scaldato il latte?
Blu è il soprannome con cui desidera essere chiamata Ginevra, la controparte buona che cerca di tenere a bada i sentimenti non potabili dell’altra. Ma la vita di Blu è costellata di sensi di colpa che devono essere espiati, che esigono punizioni reiterate, perché ogni pensiero ed ogni azione è marcia, sporcata dal suo essere sbagliata. Così il mondo esterno diventa solo lo specchio dei propri errori, il campo di battaglia delle sue sconfitte che la inducono ad una ritirata sofferta, ad un’inquietudine snervante.
Blu, chiusa nella gabbia che si è costruita, non riesce a farsi vedere, o meglio è Ginevra che non riesce a calcare il mondo, nascosta dal secondino Blu che non le lascia nemmeno l’ora d’aria. Ginevra vorrebbe essere amata per quella che è anche se Blu ritiene impossibile un amore indotto dai suoi sentimenti cattivi, interessati, senza una sincerità accettabile dagli altri. Famiglia e scuola diventano il teatro dell’isolamento, dove esprimersi non è possibile, la compromissione della propria anima dev’essere nascosta e così deve nascondersi Ginevra, deve rifugiarsi in Blu alimentando un cortocircuito che la ancora ai blocchi di partenza, in un’involuzione circolare.
La scrittura di Tribuiani segue passo passo i rigurgiti emozionali di Blu, in una trama interiore che richiama il passato per agganciare il presente e il presente per prevedere il futuro. Una prosa che procede per associazioni, interruzioni e ripescaggi, parcellizzazioni di realtà che si incastrano sempre nello stesso modo, che non trovano aria per respirare. Un turbine di sentimenti che si autoalimentano, si richiamano e intasano le vie d’uscita, un mondo interiore che Tribuiani asseconda in ogni più minuto moto, spezzettandone gli impulsi che alimentano un universo in contrasto con sé stesso, in cui i pensieri sono in perpetua rotta di collisione: un’animoscopia.
Espressioni artistiche
Ginevra deve venire fuori, ripete Dora. Ginevra è cattiva, hai detto, disobbediente, ma allora perché accetta l’ordine di rimanere in disparte? E Blu, nata per isolare la bontà ideale, non ha preso forse troppo potere? Non è forse crudele, nella sua totale assenza di compassione verso Ginevra?
La presenza dell’arte nel libro è fondamentale. Non solo Blu la studia a scuola, ma nel punto di svolta del racconto viene abbagliata da una performance artistica e dall’artista di nome Dora. Blu è una ragazza dotata per il disegno, forma d’espressione che declina insistentemente sul proprio volto, collezionando autoritratti che la dicono lunga sulla lotta interiore che porta avanti, sull’attenzione che vive per sé stessa e la propria presenza nel mondo, la percezione che di lei ha il mondo.
La performance art le spalanca un mondo nuovo, in cui non è la bellezza o la perfezione tecnica a guidare l’artista, ma un’esperienza molto più coinvolgente, che mette in gioco il performer e il pubblico in modi molto lontani dalla contemplazione, ben più immersivi. Questa scoperta invasa Blu di una nuova ossessione, perché in fondo si tratta di una ragazza in cerca di un modo di esprimere sé stessa, di presentarsi al mondo per quella che è, di farsi guardare, ricevere attenzione e non impallidirne.
Dopo aver convogliato la mania su Dora, averle fatto impersonare la figura messianica della salvatrice, Blu arriva forse a percepire che è la forma d’arte la via da percorrere, non la persona a cui l’ha vista applicare. Perché Ginevra deve emergere attraverso la propria espressione, non dall’aspettativa altrui, deve riuscire ad agganciare il mondo esterno con i propri mezzi, e sapere perdonarsi, sapersi imperfetta sì ma senza colpe, o almeno senza colpe inenarrabili.
Una corsa mozzafiato nei meandri di un animo turbato, un libro pressante che decide di disturbare, di insidiare.
Giorgia Tribuiani – Blu – Fazi Editore