Site icon EsteticaMente

MotoGP Pagelle GP Argentina 2018 – Nel delirio vince Cal Crutchlow, “botte” tra Marquez e Rossi

crutchlow vince gp argentina

GP Argentina 2018 – Cal Crutchlow vince una gara folle dopo aver regolato Zarco e Rins. Dietro di loro si piazzano il poleman Miller, poi Vinales e Dovizioso. Marquez ne combina di ogni stendendo pure Rossi che, come si poteva facilmente immaginare, non la prende bene

Il GP di Argentina è iniziato con una partenza inedita, causata dalla scelta di quasi tutti i piloti di cambiare le gomme rain in griglia a pochi minuti dallo spegnimento dei semafori. Risultato, la direzione gara ha deciso di differire lo start di 15′ accorciando la gara di un giro, con buona pace di Ducati Pramac perché Miller era l’unico ad avere già scelto le slick. La Commissione dunque ha deciso di far partire Miller dalla sua casella mentre gli altri sono ststi relegati in fondo allo schieramento, distanziati dall’australiano di tre file.  Alla fine la gara la vince Crutchlow, seguito da Zarco e un ottimo Rins, che riporta la Suzuki sul podio. Dietro succede di tutto, con Marquez che ne combina una dietro l’altra beccandosi prima un ride-trought e poi una penalizzazione di 30 secondi per aver steso Rossi. Ma andiamo con le pagelle. 

Cal Crutchlow 10 – Cal o’ Pazz vince una gara matta quanto lui, mettendo in campo, guarda un po’, una linearità stupefacente. La sua RC213V 2018 fila come deve e lui l’ha guidata con una precisione da killer. Prima osserva pacifico Miller e Rins che si consumano le gomme a suon di sorpassi, poi, quando serve, piazza un sorpassone pulito su Zarco e va a vincere alla stragrandissima, con buona pace delle coronarie di Cecchinello che a momenti sviene ai box.

Johann Zarco 9 – Stende Pedrosa con un sorpasso al limite nelle prime battute, poi s’attacca ai primi senza mollare mai e provsndoci sempre, come del resto fa da un anno. Il francese è un pilota completo, veloce dove serve e cattivo sempre. Bellissima la sua convinzione nell’intervista post gara: “La vittoria? Beh, arriverà a breve”. Lo confesso, se non fosse così… francese, mi starebbe un sacco simpatico.

Alex Rins 9 – Il pilota Suzuki riporta sul podio la casa di Hamamatsu con una gara gagliarda. Stupendo il suo duello con Miller, segnato da staccate al limite e una gran voglia di fare bene. Va detto, ci era mancato lo scorso anno e non immaginiamo quanto sia mancato alla Suzuki. Chissà se le sue prestazioni saranno in grado di dare la sveglia pure a Iannone, che oggi, francamente ha combinato ben poco.

Jack Miller 8 – Fa una gara col cuore in mano. Se la gioca finché le gomme reggono e alla fine porta a casa un quarto posto che, sommato alla pole meravigliosa del giorno prima, a conti fatti vale molto. E poi è la prima Ducati all’arrivo, mica male.

Marc Marquez 4 – Comincia spegnendo la moto prima del via, che riaccende con una culata e poi, da fenomeno dei parcheggi, con due mosse da gatto rimette nella sua casella. Per la manovra (ovviamente non regolamentare, e io mi domando cosa stesse guardando la commissione gara in quel momento) si becca un ride-through che lo spagnolo digerisce alla sola maniera che conosce, e cioè guidando da matto, recuperando secondi e posizioni. Peccato che nel risalire, a momenti stende Espargaro e poi butta giù con un ingresso killer (e senza senso) l’unico che proprio non doveva stendere, se non altro per sperare in un campionato senza veleni. Quello che segue nel dopogara sono 30 secondi di penalità che lo relegano al 18esimo posto e lo spagnolo che bianco in volto si dirige verso il box Yamaha per chiedere scusa. Ti aspetti un chiarimento (come successe a parti invertite tra Rossi e Stoner nel 2011 a Jerez) e invece arriva Uccio, novello Peter Clemenza, che gli si para davanti a muso duro, facendo presente al pilota che non è il benvenuto (video sotto). Ah, che meraviglia.

Io dico solo una cosa, poi la chiudo qui: è evidente che c’è un problema e Dorna dovrà essere brava a gestire la situazione, soprattutto se non si vuole arrivare ai picchi patetici raggiunti nel 2015. Nell’attesa di una decisione sensata (che dovrebbe prevedere una punizione esemplare per Marquez e magari un’iniezione di palle e coraggio alla Direzione Gara), togliete la possibilità di parlare a Paolo Beltramo. Ve lo chiedo per pietà. 

 

Exit mobile version