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Arte, questa sconosciuta

Arte, questa sconosciuta… ma non irraggiungibile. Questa rubrica, Il bigino dell’arte, non vuole essere saccente né spocchiosa, desidera solo raccontare l’arte e i suoi protagonisti in modo semplice. La domanda a cui desidera rispondere è: perché dovrei andare a vedere la mostra di quell’artista? Al di là del mi piace o meno, come potrei leggere la sua opera? Partiamo con un’introduzione generale.

Entrando in un museo vi è mai capitato di osservare stupiti le espressioni sognanti degli altri visitatori e chiedervi (senza dirlo ad alta voce): per me è solo una tela tagliata? Vi è rimasto, però, un pizzico di curiosità, quella sensazione di esservi perso qualcosa?
Ecco è proprio con voi che vorrei parlare: l’arte non è un sortilegio per pochi iniziati e chi vi cerca di far credere il contrario vi dice una bugia o peggio, spesso non sa a sua volta di cosa stia parlando.
Proverò a raccontarvi l’idea che mi son fatta io e ricordate: non c’è trucco e non c’è inganno!

Partiamo dall’inizio
Che cos’è l’arte? Arte è uno dei modi che l’uomo ha escogitato per rendere speciale la realtà, per rendere unico il nostro quotidiano. In altre parole: fin dalle caverne l’uomo ha sentito l’esigenza di far divertire il proprio cervello e lo ha fatto con l’arte (certo, lo sappiamo, con risultati altalenanti). Pensate: nel buio delle caverne abbiamo capito che l’unico modo per sopravvivere alla forza della natura era il nostro cervello e che l’arte era la sua palestra.
Perchè è importante l’arte? Perché siamo uomini: non in senso filosofico ma proprio biologico-evoluzionistico.
“Dammi 3 parole” diceva una canzone. Questa volta, però, sono arte, scienza e religione ovvero le uniche 3 cose che ci distinguono dagli altri esseri viventi: arte (= rendere straordinario l’ordinario), scienza (= rendere semplice il complesso) e religione (= rendere credibile l’incredibile). Tutto il resto no, non è noia ma lo condividiamo con gli altri.
A cosa serve l’Arte? Ci permette di sviluppare un senso critico (anche quando ci sembra solo un taglio su una tela), fa sì che il nostro cervello si svegli dal torpore e faccia un click. Ed è una cosa irreversibile, un fatto evolutivo inarrestabile: una volta avviato (e mantenuto vivo) potremo osservare con occhio critico tutte le cose intorno a noi. Non è un caso che qualunque dittatura (mascherata o no) faccia dell’arte (o della sua distruzione) una priorità…Eureka/click!

Se non vi ho ancora convinto (posto che non era mia intenzione farlo) prendetevi un minuto e guardate le recenti immagini dell’Isis mentre distrugge l’arte di Ninive: qual è la prima cosa che avete pensato?
Vi saluto con una citazione di un grande storico dell’arte italiano, Salvatore Settis (così si vede che ho studiato) “La storia dell’arte regala conoscenza, regala libertà (anche nel leggere le immagini del potere), regala uguaglianza: purché le sue conoscenze siano condivise.”

Link utili

L`altra lingua degli italiani – Perché nacque la storia dell`arte, Rai Scuola

La libertà di Bernini di Tomaso Montanari, Rai Cinque

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