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RoadToStramilano #1/1 – Indignazione da tribunale, non per forza sportivo

RoadToStramilano o più probabilmente RoadToSopravvivenza o ancora meglio RoadToFallimento. Sarà il diario di una questione da poco per quasi tutti ma di un’impresa per il sottoscritto che ha con tutto ciò che non sia sedersi sul divano un rapporto di odio e odio. Ma ci proverò, perché sfide e scommesse già perse sono la mia specialità.

Indignazione, ecco quello che desidero soprattutto esprimere in questa prima pagina di diario. Un’indignazione che, considerati i molti amici avvocati che mi circondano, sarebbe potuta benissimo evolvere in denuncia, in un mondo ideale persino penale, ma nel nostro mondo malato mi sarei accontentato di una causa civile. Alla fine ho deciso di non portare il mio socio in tribunale ma di rispondere coi fatti, sulla strada.

Sono sempre stato un tipo incline alle sfide e alle scommesse, per altro di solito perse poiché quelle che più mi attirano sono le sgangherate, quelle che vinceresti in un mondo possibile su cinquanta. Massimo deve averlo intuito e così mi ha lanciato questa sfida: partecipare alla Stramilanina 2017, non solo, ma farlo con un tempo di 45 minuti (parliamo dei 10 km naturalmente). Successivamente mi ha detto che anche 50 minuti sarebbero un ottimo risultato, quindi obiettivo stabilito tra i 45 e i 50 minuti.
Ma allora da cosa nasce questo mio rancore che desidero seppellire sotto i chilometri macinati?
Partita la sfida abbiamo subito pensato ad un diario da pubblicare, nell’assurda convinzione che a qualcuno possa importare qualcosa. Ma Massimo ha pronunciato le colpevoli parole: aspettiamo un mese, prima di partire con il diario voglio essere sicuro che tu mantenga l’impegno per non doverlo interrompere. Farabutto dall’impertinenza offensiva e degno di un fiume di parolacce che non posso scrivere qui ma che ho tutte in mente in un concerto di tre ore consecutive.
Cosa lo ha spinto ad un atteggiamento dall’inaudita offensività? La mia pancia che ha deciso di precedermi di qualche metro? La mia pigrizia fondata sulla genetica e coltivata dall’abitudine? Un’inattività pluridecennale spezzata solo da qualche partita a tennis in cui i crampi fanno capolino al terzo game? Un’incostanza caratteriale partita come caratteristica e trasformata in arte? La profonda idiosincrasia verso tutto ciò che sia lontano più di un metro dal posto sul divano modellato dalle mie chiappe? D’accordo, qualche appiglio alla sua arroganza forse esiste, ma questa mancanza di fiducia rimane inconcepibile.

Anche perché non ho potuto raccontarvi del neofita che si reca in Decathlon ed inizia a tirare su la qualunque e solo grazie a chi lo accompagna non si presenta alla cassa con mille euro nel carrello. Di come la ragazza a cui ho chiesto consiglio per le scarpe non mi convinceva e alla fine ho scelto quelle che mi pareva avessero il giusto rapporto bellezza-prezzo, cioè quelle che avrei portato più volentieri ai piedi e insieme le più costose. Del programma che prevedeva un inizio molto tranquillo perché il mio fisico deve essere risvegliato da un sonno da coma muscolare. Del dolore alle gambe che mi attanagliava dopo le prime sedute (che per un essere umano normomovimentato sarebbero state bazzecole). E i dolori alle braccia che non credevo possibili, che cazzo c’entrano le braccia se corri? Forse perché quando sei fermo da così tanto tempo basta poco per ricordarti che hai muscoli dove non pensavi potessero esistere.

Concludo per non sbracare. prima però vorrei puntualizzare un paio di questioni.
Correre non mi è mai piaciuto e credo che mai mi piacerà. Io sono sempre stato uno sportivo canino, cioè, anche non praticando nessuno sport, se vedo una palla che rotola la rincorro finché qualcuno non dichiara concluso il gioco.
Sono allergico e asmatico, non così per dire ma attestato in strutture pubbliche e specializzate, quindi la corsa non è il migliore sport possibile. Ma io ci proverò, oltre i limiti fisici e la debole forza di volontà.

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