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La La Land, suonala ancora Seb

Prometto di non spoilerare niente, parola di lupetta. Voi però andate a vedere il film che si è guadagnato 14 candidature agli Oscar, 7 Golden Globes e ritirato da poche ore 5 premi al Bafta, “gli Oscar britannici”.

Sto parlando di La La Land”, scritto e diretto da Damien Chazelle, film che ha come protagonisti uno showman bello bello in modo assurdo di nome Ryan Gosling e una stratosferica interprete come Emma Stone.

Scettica di natura verso i musical, ma spinta dalla critica positiva e da cotanta presenza maschile sullo schermo, ho deciso di andare.

 

Sola, come sempre in queste occasioni, mi sono seduta in ultima fila.Certe cose meritano privacy. Appunto. Alla seconda canzone avevo già voglia di alzarmi e ballare in mezzo alle file di poltroncine in velluto rosso. Immaginavo fasci di luci che mi puntavano addosso e attori improvvisati, spettatori sotto falso ruolo che mi accompagnavano in piroette e spaccate alla Heather Parisi.

Niente.Tutti zitti, tutti fermi tranne i miei piedi e, se avessi potuto, sarebbero partite anche le mani per tenere il tempo.

Pazzesco. Al di là del fatto che Sebastian, uno squattrinato musicista jazz -Ryan Gosling– suona, canta e balla senza nessuna controfigura, che l’aspirante attrice Mia-Emma Stone è pura poesia interpretativa, nelle frasi, nelle espressioni e nei silenzi, questo è un film che non deve essere visto su una semplice televisione.

Va visto sul grande schermo, là dove i grandi classici sono entrati nella storia del cinema. I minuti che scorrono sono dall’inizio alla fine un tributo al Cinemascope degli anni Cinquanta e Sessanta, Hollywood è celebrata con citazioni e rimandi che arrivano da Gioventù Bruciata, Singin’in the rain, Casablanca, Un americano a Parigi e le canzoni, i sottofondi di tromba, clarinetto e le suonate di piano sono energia per le orecchie.

Loro sono dei moderni Fred Astaire e Ginger Rogers sullo sfondo di una frenetica Los Angeles a cui è dedicato il titolo del film, infatti L.A. si pronuncia elei e la parola lalaland esprime uno stato mentale sognante e distaccato dalla realtà.  

In La La Land c’è tutto. I club fumosi, le luci e le scarpe da tip tap che domani vado a prendermene un paio bianche e nere.Tutto.

Ma soprattutto c’è il sentimento.

Quello che muove il sole e le altre stelle, quello che scambiamo per irritazione e fastidio, quello che ti fa fare cose che nella vita mai e poi mai, ma che alla fine fai.

Quella stessa vita che potrebbe andare in un modo oppure in un altro, ma la sorpresa è che comunque vada, ne è valsa la pena.

Ecco, li La La Lacrima.

La scritta The End era offuscata.

Scusa Ryan, colpa tua.

E di quell’ultima nota di piano.

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