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In amore si vince sulla lunga distanza?

Che non ci credo che non vi siate mai poste la domanda. Forse è una considerazione prettamente legata al genere femminile, ma non credo, o meglio sarebbe da proporre anche agli omettti e attendere segnali dal futuro, perché si sa che certe cose sono più complicate da digerire per loro. Difficili, ma non impossibili.

In ogni caso è un quesito che tratta di relazioni, non sempre legate alla sfera sentimentale, basta varcare la soglia dei rapporti umani e delle pubbliche relazioni, pulendole dai sorrisi forzati e dai falsi complimenti, così da averne comunque il succo del discorso.

Vado diretta eh, perché io so fare solo così: partiamo dal presupposto che le gatte morte e le cagne vive esistono.

Non vi è chiara la divisione?

Ma è molto semplice. Da esperta etologa, ovvero colei che studia il comportamento animale, ve la spiego: la diversificazione si fa netta nel momento dell’osservazione in branco. La gatta morta fa finta, é subdola, ammaliatrice con fusa e fare sornione, fa credere di avere sempre quel malessere indotto dalla vita per avere attenzioni da parte del maschio allocco pronto a fornire carezze e pesce fresco. La cagna viva invece scodinzola. È ovunque ci siano i cacciatori in cerca di una bestiola da riporto, pronti a lanciarle l’osso per farla felice e per avergli facilitato il compito.

Sono metafore allusive, penserete voi.

Fate bene. Sto rendendo la storia pubblicabile per non creare dissapori tra chi si sente toccato nel profondo e chi ha il compito di decidere delle righe su cui posate gli occhi ora. Perché sì, se ve lo state chiedendo, questo spunto parte da qualcosa che ho vissuto personalmente.

Tornando alle succitate animalette da compagnia: alla fine vincono loro?

Apparentemente si potrebbe pensare di sì.

Volete mettere la disinvoltura con cui strisciano accanto ai muri per disperdere il loro richiamo?

É un attimo che le si riconosce. Sono quelle da cui si corre immediatamente al primo ululato o miagolio, si sa già come gestirle e lasciano il tempo che trovano.

Addirittura si possono scegliere online, attraverso un social molto noto di nome Tinder, nel quale basta iscriversi e digitare preferenze, che si sa, ora l’online è il territorio preferito di caccia, meno sbattimenti, maggiore efficacia.

Per i maschietti single (e non solo) Tinder è la nuova america. Vero che è così? E non dite bugie, che vi cresce (solo) il naso.

Hanno potenzialità, ma non si impegnano. O non hanno voglia di impegnarsi. Si aggiudicano gli spiccioli appena inseriti, quando invece bisognerebbe puntare al jackpot e portarsi a casa il divertimento e il rispetto.

E se va male, poco problema, la tacca si è messa, si soffre meno e il rimpiazzo è garantito.

Via la roba vecchia e avanti la nuova, olè.

Un vecchio saggio una volta mi disse che “quelle così vincono facile, ma non sulle lunghe distanze”. Da donna a donne, avendola vissuta, vi posso garantire che è stata una ben povera consolazione, e forse i motivi erano molteplici e non del tutto dichiarati, ma sta di fatto che adesso, a distanza di (molto) tempo ogni tanto ci penso e mi scappa mezzo sorriso.

Fortunatamente noi donne possiamo scegliere di non essere né gatte né cagne,  e per farlo basta veramente poco. Serve un cervello per capire che degli spiccioli non ce ne facciamo niente. E serve un cuore per capire chi vale veramente il jackpot.

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