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Frida e Diego. Una favola messicana – Fabian Negrin

Frida e Diego. Una favola messicana di Fabian Negrin è un albo illustrato tutto da scoprire! Negrin è riuscito a portare tra le pagine di una storia semplice servendosi di disegni ricchi di dettagli e di colori, garantendo al pubblico una storia coinvolgente in cui nulla è stato lasciato al caso.

Frida e Diego. Una favola messicana di Fabian Negrin

Frida e Diego. Una favola messicana è un albo scritto e illustrato da Fabian Negrin ed edito da Gallucci nel 2011.

Con questo libro l’autore ha voluto rendere omaggio ai colori, all’arte e al Messico, luogo a lui molto caro (per sua stessa ammissione), e per farlo ha scelto di dedicare una favola alla famosa pittrice messicana Frida Kahlo. Ovviamente non si può parlare di Frida e della sua vita intensa e difficile senza nominare Diego Rivera, il suo unico amore e una delle due condanne che hanno segnato la sua esistenza.

La vicenda si svolge in Messico il primo di Novembre, giorno dei morti. In questa giornata tutti sono indaffarati nella preparazione dei dolci e di tutto l’occorrente per la tradizionale festa che si terrà la sera presso il cimitero. Sarà qui che i piccoli Frida e Diego si inoltreranno in un mondo altro, un sottomondo, e, proprio come Alice nel paese delle meraviglie, conosceranno un luogo inaspettato, abitato da personaggi bizzarri, in cui sia il tempo che lo spazio sono sovvertiti, ma che, ahimè, di meraviglioso avrà ben poco, trattandosi del Paese degli scheletri.

Discesa e risalita

La fruizione di questo albo illustrato spinge il lettore a riflettere e ricercare un significato in ogni parola, in ogni disegno, in ogni colore, in ogni azione. Frida non è solo l’anonima protagonista di questa storia, ma le doppie pagine parlano di lei, della sua vita privata e di quella artistica, sono lei in tutta la sua essenza.

Ma partiamo dal principio. Il fatto che la storia sia ambientata in un cimitero nel Giorno dei Morti non è una scelta casuale, ma anzi risponde a un’esigenza imprescindibile quando si parla di una pittrice che ha vissuto mano nella mano con la Morte, o la Pelona, come la definisce Frida stessa, una donna che «ha urlato in faccia alla morte la sua ostinazione a vivere».[1] 

La caduta dei due protagonisti nel sepolcro è un evento assai significativo che ci dice molto sui loro caratteri soprattutto se si pensa ai motivi che li hanno condotti lì: Diego ci finisce per pura distrazione, mentre Frida sceglie volontariamente di salvare il suo bambinone, ma con ingegno e coraggio.

La genialità di Frida è rappresentata dalla treccia; infatti, come una moderna Raperonzolo, lega la sua lunga treccia a un albero di manghi prima di scendere verso l’ignoto e salvare il suo Diego in modo da assicurarsi una via per fare ritorno al suo mondo. Questa lunga ancora di salvezza mette in luce il solido e risaputo attaccamento alla vita dell’artista nonostante gli imprevisti e le avversità.

Il riferimento alla vita piena di ostacoli di Frida è tangibile in tutti gli elementi, verbali e iconici, di questo libro, ma lo è ancora di più nel momento in cui la Kahlo si lascia cadere nel buio più totale, un buio con cui ha dovuto inevitabilmente stringere un rapporto di amore e odio per non lasciarsi sopraffare.

Sarà grazie a questa sua capacità che riuscirà a salvare se stessa, Diego e un xoloitzcuintle, un cagnolino finito nella fossa perché in cerca di ossa da rosicchiare. Infatti i compagni di avventura faranno ritorno dal sottosuolo forse cresciuti, forse migliori o forse no ma sicuramente diversi.

Frida e Diego. Una favola messicana è un albo illustrato tutto da scoprire! Negrin, grazie alla sua ormai nota maestria, è riuscito a portare tra le pagine di questo picture book una storia assai semplice servendosi di disegni ricchi di dettagli e di colori, garantendo al pubblico una storia coinvolgente in cui nulla è stato lasciato al caso.

Spunti didattici:

La lettura di questo picture book è consigliata a studenti dai 7 anni in su. Alla scuola primaria, questo supporto può divenire un valido punto di partenza per un percorso interdisciplinare caratterizzato da flessibilità, in quanto consente di affrontare con i bambini svariati argomenti. Per esempio con loro è possibile accendere i riflettori sulle figure femminili che hanno segnato il nostro tempo nei diversi campi professionali partendo proprio da Frida, ma si può anche discutere di arte e di tradizioni.

Non dobbiamo però dimenticare le tematiche complesse che la storia di Frida Kahlo porta con sé e che gli adulti tendono a trasformare in tabù, in nome di un’apparente rassicurazione, quando invece sarebbe necessario parlare di questioni difficili, come la morte.

Lo consigliamo a…  a chi sa colorare i momenti bui e a chi sa urlare, nonostante tutto, Viva la vida.


[1] Cfr. P. Cacucci, ¡Viva la vida! [2010], Milano, Feltrinelli, collana Universale Economica Feltrinelli, 2014.

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