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Cane nero – Levi Pinfold

Cane nero di Levi Pinfold è caratterizzato da figure semplici e allo stesso tempo affascinanti e seducenti, dove in ogni pagina testo e immagine ci aiutano a comprendere quanto le paure siano spesso date dal fatto che non ci si prende il tempo per conoscere l’altro, il diverso da sé.

Cane nero di Levi Pinfold

Cane nero è un picture book scritto e illustrato da Levi Pinfold ed edito da Terre di Mezzo. Questo libro a figure racconta una vicenda familiare, nell’intimità della propria casa, interrotta da un cane nero grande “come una tigre”, o forse grande “come l’incredibile Hulk”?

Tutta la famiglia Hope è ancora in pigiama, chiusa in casa per il freddo tra pantofole e berretti invernali, tra storie di dentifrici e pappe per gatti, tra coperte spesse e bollitori pronti a scaldare tutti, mentre un cane nero grande come “un elefante” (o forse “come un Tyrannousaurus rex”?) scruta gli abitanti della grande casa in mezzo al bosco con fare sospetto.

Parte così un gioco di parole in cui grandi e piccoli temono l’attacco di questo pauroso animale, tra telefonate alla polizia e ricerche disperate di rifugio e protezione offerta dalle coperte. In effetti, quando fuori fa freddo e si intravede un pericolo, la soluzione a qualsiasi problema si trova sotto al proprio piumone. Sono tutti impauriti e tutti si nascondono. In realtà non proprio tutti: la più giovane della famiglia Hope, un cappuccetto giallo di nome Small, guarda con aria di rimprovero i propri parenti ed esce con tranquillità a osservare questo spaventoso cane, o meglio l’enorme “cagnone puzzone”.

Small si mostra come la più coraggiosa della famiglia Hope, o semplicemente come la più saggia. Porta così “il cagnone puzzone” a giocare con lei, cantando e giocando, attraversando scivoli e laghi ghiacciati, portandolo poi con sé a casa e facendolo entrare dalla porta basculante del loro gatto con la stessa semplicità con cui lei stessa ha sfidato le terribili sorti prospettate dai familiari.

Come può passarci un cane grande come una tigre, un cane grande come un elefante, un cane grande come un Tyrannousaurus Rex, un cane grande come l’incredibile Hulk?
Beh, forse perché in realtà il cane tremendamente spaventoso era semplicemente un cane con la voglia di giocare e correre nella neve.

La storia si conclude con un lieto fine, in cui il cagnone puzzone e la famiglia Hope si godono il tepore casalingo sotto una luce che filtra lieve nelle pagine, sottolineando dettagli che ci fan venire voglia di entrare nell’immagine e sederci con loro davanti al camino. Sapore di casa, sapore di incontro.

La paura dell’altro

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Questo picture book, è caratterizzato da figure semplici e allo stesso tempo affascinanti e seducenti, in cui accanto alle tavole principali vediamo scorrere tavole minori ma con dettagli importanti, dove in ogni pagina testo e immagine ci aiutano a comprendere quanto le paure siano spesso date dal fatto che non ci si prende il tempo per conoscere l’altro, il diverso da sé. Se ci prendessimo tutti del tempo per approfondire ciò che ci spaventa potremmo fare come Small, e abbracciare le nostre paure, per capire che in fondo son fatte di niente.

Small, grazie all’ingenuità infantile, capace di vedere le cose come realmente sono e senza pregiudizi o stereotipi di alcun genere, vede un semplice cane, solo, che vuole semplicemente essere accolto all’interno di una famiglia, tra coccole e coperte, pappe e giochi. Grazie alla sua allegria e al suo modo divertente di prenderlo in giro, apostrofandolo come un cagnone puzzone (si sa insomma, i cani non sanno di Chanel n.5), riesce attraverso le risa a mostrare ciò che il cane nero è.

Anche J. K. Rowling, in Harry Potter e il prigioniero di Azkaban, mostra come attraverso l’ilarità si possa vedere la propria paura trasformarsi in molteplici risate.

«L’incantesimo per respingere un Molliccio» continuò Lupin, «è semplice, ma richiede una grande forza mentale. Sapete, ciò che sconfigge un Molliccio sono le risate. Quello che dovete fare è costringerlo ad assumere una forma che trovate divertente.» […] «R…r…riddikulus!» strillò Neville. Si udì come uno schiocco di frusta. Piton barcollò; ora indossava un lungo abito orlato di pizzo, in testa aveva un alto cappello con sopra un avvoltoio mangiato dalle tarme, e agitava una grossa borsa scarlatta. I ragazzi scoppiarono a ridere; il Molliccio si fermò, confuso.[1]

Si vede così come la forza delle risate sconfigga anche i mostri fantastici, e come le grandi paure possano essere esorcizzate attraverso formule magiche, canzoni e corse nella neve. Come ci dice Small “non c’era niente di cui avere paura”.

Spunti didattici:
Cane nero è un albo illustrato che può essere inserito all’interno di un percorso didattico sia alla scuola dell’infanzia, quando si affrontano le emozioni, sia per parlare di come gli esseri umani esprimano le loro emozioni attraverso l’arte. Lo si può leggere per il piacere del narrare una storia al termine di una giornata o inserirlo all’interno di percorsi che tocchino diversi aspetti: la solitudine, la paura, l’amicizia, la famiglia, i pregiudizi. Durante i primi anni di scuola primaria si potrebbe utilizzare la storia e le figure per poi riscrivere un libro personale in cui ognuno può provare a esorcizzare la propria paura attraverso il giocare con essa.

Lo consigliamo a… Cane nero è stato il primo albo illustrato che ho incontrato nel mio percorso, ero nella Libreria dei ragazzi di Milano e il libro era nello scaffale “Albi illustrati per adulti”. Sono rimasta fin da subito affascinata sia dalla copertina sia dalla quarta di copertina (se si legge il testo si nota come tutto il libro faccia parte di un piano grafico dettagliato). Tra libri in mano e uno zaino molto pesante pieno di cianfrusaglie, questo albo mi colpì moltissimo e me ne innamorai fin da subito, ma ciò che mi sorprese più di tutto fu il fatto che fosse inserito soltanto all’interno della sezione adulti e non in quella per bambini. Cane nero è un albo che ho poi utilizzato a scuola con ogni classe in cui son stata e i bambini amano il gusto delle parole battute dalla Pinfold e si godono il piacere delle immagini con entusiasmo. Inoltre, ridono tantissimo dall’inizio alla fine. Lo consiglio quindi dagli anni zero ai novantanove, a  tutti coloro che vogliono leggere una bella storia gustando figure senza sbavature, amanti di cioccolate calde e piumoni, ma soprattutto a tutti coloro che amano i cagnoni puzzoni (e io sono senza dubbio tra questo genere di persone!).


[1] J. K. Rowling, Harry Potter e il prigioniero di Azkaban, Salani Editore, Milano, 2002, pp. 113-114. Il corsivo è nel testo.

Levi Pinfold – Cane neroTerre di Mezzo

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