La coscienza è un istinto. Il legame misterioso tra il cervello e la mente
La coscienza è un istinto. Il legame misterioso tra il cervello e la mente di Michael S. Gazzaniga
Un interessante viaggio alla ricerca del misterioso legame che intercorre tra mente e cervello, fino a giungere ad un cambio di prospettiva nell’affrontare la questione, un tentativo di avviare la discussione verso canali poco frequentati per riuscire a superare un’impasse lunga duemila anni.
Stiamo parlando di divulgazione e quindi si tratta di un testo accessibile, anche perché l’autore fa di tutto per metterci a nostro agio, l’avvertenza però è che ci sono alcuni passaggi che richiedono parecchia attenzione: non è un invito a non leggerlo, piuttosto un incitamento a farlo. Alcuni argomenti non possono prescindere da una certa profondità.
In compenso vi avventurerete in un’immersione appassionante in una delle questioni più intricate, intriganti e aperte riguardanti l’uomo. In più, Gazzaniga ci mette il tentativo di percorrere nuovi binari per cercare di uscire dal pantano.
Una bella gatta da pelare
Gazzaniga ci fa percorrere la storia del pensiero e della ricerca sulla mente, concentrandosi su quelli che, secondo lui, sono stati gli snodi fondamentali. La conclusione di questa panoramica ci porta ai nostri giorni che, nonostante i grandi sforzi, vedono la questione ancora aperta. L’uomo non ha ancora capito quale rapporto ci sia tra coscienza e cervello.
Quel che è certo, per Gazzaniga, è che la strada del riduzionismo ci ha portato ad un vicolo cieco, perché non possiamo considerarci macchine. Nessun fantasma o sostanza incorporea calata dall’alto, beninteso, però continua a sfuggire il collegamento tra la coscienza e il supporto fisico.
Gazzaniga, al contrario di molti colleghi e in direzione opposta alla nostra fantasia, non crede che l’intelligenza artificiale sia possibile in termini di coscienza, perché l’uomo non è una macchina, al massimo può produrre macchine. Ma una macchina sarà sempre priva del passaggio che la natura, in tutta la sua fisicità, ha attivato negli organismi viventi.
Nessuna monarchia
Noi specialisti di scienze cognitive tendiamo a rimanere prigionieri dell’idea che la coscienza sia un fenomeno distinto da tutti gli altri processi psicologici. E se invece la coscienza fosse un aspetto intrinseco di molte delle nostre funzioni cognitive? Quando perdiamo l’uso di una certa funzione perdiamo anche la coscienza che la accompagnava, ma non per questo la coscienza come tale si estingue.
Forse l’errore che ha sempre accompagnato le teorie riguardanti la coscienza ha radici lontane, tanto lontane da essere diventata una cattiva abitudine: quella di pensare che esista un nucleo centrale della coscienza. Non solo si è sempre pensato alla mente come ad un’unica unità operativa, ma quando si è voluto trovarle una collocazione si è sempre cercato un luogo deputato nel cervello.
E se questo luogo non esistesse? Se lo sviluppo del cervello avesse partorito una struttura modulare per strati che renderebbe la coscienza presente in tutto il cervello? In questo modo spiegheremmo alcune evenienze cliniche, ma soprattutto eviteremmo di teorizzare un nucleo decisionale assurto su un trono da cui comanda i propri sudditi inferiori.
L’alternativa di Gazzaniga prevede moduli specializzati che cercano di farsi ascoltare ai piani più alti che si sono sviluppati nel tempo, come bolle che nell’acqua bollente vengono in superficie per esplodere, in continuazione. Ogni modulo porta il proprio contributo di coscienza, non alla coscienza, un contributo effettivamente cosciente. Un po’ di democrazia anche nel cervello non guasterebbe.
La vita in principio
Per quanto mi riguarda, penso che un aspetto gravemente sottovalutato della ricerca fisica e matematica sia l’idea della complementarità: il principio secondo cui una stessa entità può ammettere due tipi di descrizione e appartenere a due diversi ordini di realtà.
Ma il vero nocciolo della svolta auspicata da Gazzaniga è quella di provare a metterci un po’ di fisica nello studio della coscienza. La fisica quantistica ci ha consentito di considerare alcune entità esistenti in un doppio stato, senza fossilizzarci sulle leggi che valgono nel mondo che esperiamo con il nostro livello. E se adottassimo lo stesso punto di vista nella questione mente-cervello?
La strada che abbiamo percorso alla ricerca del segreto della coscienza ci ha condotti avanti, indagando i livelli più alti della piramide. Gazzaniga ci invita a voltarci, a percorrere a ritroso quella strada per prestare maggiore attenzione a qualcosa che forse ci è sfuggito, là dove la vita si è staccata dalla materia inanimata. La coscienza accompagna, anche se in misure diverse, la vita, perché non andarla a cercare alle origini invece di concentrarsi solo sul risultato?
Il viaggio di questo libro è interessante, stimolante e disegna scenari che sanno intrigare. Le argomentazioni forse non hanno tutte la stessa forza, alcuni punti di snodo non convincono a pieno (per la serie pareri occasionali di un profano), ma si è rivelata una lettura capace di smuovere la mente.
Michael S. Gazzaniga – La coscienza è un istinto. Il legame misterioso tra il cervello e la mente
Traduzione: Francesco Peri
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