La natura di un crimine
La particolarità dei racconti
Quasi tutti i grandi scrittori prima o poi cadono nella vanità di scrivere il racconto perfetto. Vi sono caduti Dostoevskij, Melville, Tolstoj e naturalmente Conrad. Tutti questi grandissimi autori hanno cercato, secondo me riuscendoci, di ritrarre di nascosto l’anima umana prendendola in controluce, di riflesso attraverso il gioco di specchi, illuminandola con una candela come una lettera scritta con l’inchiostro simpatico. Perché lo hanno fatto attraverso il racconto? Le risposte sarebbero molteplici, ad avercela sarebbe davvero gradita una verità in questo senso, ma quello che ci rimane sono solo alcuni indizi e nessuna prova certa. Ma tant’è, a rimanerci fra le mani, guardando alla storia della letteratura, sono solo piccoli gioielli che non superano le cento pagine e che raccontano di coscienze sporche e segreti da nascondere, di crimini e di autoassoluzioni, di diavoli che allo specchio si trasformano in bambini alla ricerca del giudizio dal Padre (Dio?).
Non sappiamo se sia la forma racconto ad alleggerire le menti aggrottate di questi imminenti pensatori, non sappiamo se sia una sorta di impennata sulle ruote posteriori fra grandi scrittori, ma sappiamo che incredibilmente tutti questi lavori sono eccellenti esempi di quello che dovrebbe essere la letteratura nel suo senso più profondo: conoscenza dell’animo umano.
Per questo apprezziamo a maggior ragione l’idea della giovane Edizioni Paginauno di dare alle stampe una serie di racconti di grandi scrittori in grado di farci cogliere le pennellate ancora grezze di scrittori celebri, attraverso le loro opere più istantanee, più dirette.
L’incontro tra Joseph Conrad e Ford Madox Ford
Non ho volontariamente usato il termine opere minori, perché nel caso di La natura di un crimine
Il libro nasce dall’incontro con lo scrittore polacco con Ford Madox Ford, due uomini con storie completamente differenti che si ritroveranno su un punto e su quello inizieranno a costruire le opere a quattro mani: cercare una cronaca dei tempi attraverso un’esposizione quasi in diretta di fatti e avvenimenti accaduti a singoli soggetti. Ford Madox Ford, uomo dal temperamento acceso e vicino a posizioni anarchiche e socialiste, influenza Conrad e insieme riescono ad uscire dal romanzo vittoriano accedendo ad una letteratura immersa nella realtà e vicina alla critica sociale quando non politica.
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La natura di un crimine tra racconto e filosofia
La natura di un crimine cattura e insieme disgusta per la cattiveria calcolata del protagonista che decide di punire i ricchi del mondo attraverso la truffa ai danni di un giovane bell’imbusto colpevole di essere figlio di una ricca e potente famiglia inglese.
A scrivere in prima persona è un pezzo grosso della finanza che gestisce il fondo in cui il giovane rampollo ha chiuso la propria eredità, con conseguente prosperità. A leggere è una donna, si immagina la moglie di qualche collaboratore a cui lo spietato agente decide di rivolgere, in forma di lettera, le proprie confessioni sulla vita, sulla politica e sull’amore.
Non mancano perle di filosofia a cui, forse per la vicinanza di Ford, Conrad si lascia volentieri andare, tra cui una dichiarazione di anticapitalismo che non fatichiamo ad inserire nella più ampia critica economica che lo scrittore politico fa in libri come L’agente segreto o Nostromo.
Non ho dubbi che arriverà finalmente il momento in cui la proprietà privata non esisterà più. Io sono nato troppo presto.
L’idea di punire un giovane ereditiero è accompagnata da riflessioni su cosa sia la trasgressione in una società ipocrita e benpensante
“è introducendo i principi morali nella gestione dei piaceri carnali che uno indulge nella disolutezza”
e cosa rappresenti il matrimonio
“un atto di immaginazione”
che trasformano il racconto interiore in un piccolo trattato di filosofia morale con spunti davvero notevoli.
Joseph Conrad, Ford Madox Ford – La natura di un crimine