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Black Hole, uno sguardo sull’underground italiano – Turi Messineo

Black hole, uno sguardo sull’underground italiano di Turi Messineo è un libro per chi vuole approfondire un periodo importante per la contro-cultura in Italia, quando ancora c’era una cultura a cui opporsi, poi è sparito tutto e siamo diventati Don Chisciotte con il cerino in mano.

Black hole, uno sguardo sull’underground italiano di Turi Messineo

Black Hole è un libro uscito oramai quattro anni fa, per questa ragione forse vi chiederete perché mi trovo qui, a recensirlo ora. Le ragioni principali sono due: mi era sfuggito questo libro all’epoca, ahimè, ed ora che l’ho trovato voglio dire a tutti che è meraviglioso.
La seconda ragione, ahimè ancora, è che il clima di proibizionismo e controllo degli ultimi mesi in Italia rischia di cancellare un pezzo di mondo importantissimo per migliaia di giovani che cercano il proprio spazio vitale fuori dai centri commerciali e dalle pizzerie.

Poi comunque la rubrica di chiama Libri in Disordine, quindi mettetevi comodi e godetevi la rubrica nella sua limpidezza estrema.

Turi Messineo ha avuto la capacità di raccontare un momento storico della società giovanile che va all’incirca tra la fine degli anni ’90 e l’inizio degli anni ‘10, le date sono molto suscettibili, perché la materia del racconto, l’underground culturale, non è ovviamente etichettabile su una data precisa e lo stesso incipit del libro, essendo biografico, è situato negli anni ‘70.
Quello che conta è il campo della narrazione, ovvero quel substrato culturale, politico, aggregativo e sociale che ha dato vita ad un “movimento” che non è mai sfociato in un appartenenza politica chiara (anche se ovviamente progressista), ma che ha creato una rete intricata di rapporti ed esperienze che hanno segnato una gioventù creativa di migliaia di persone in tutta Italia.

Il racconto sentimentale di una vita di esperienze possibili

E qui viene l’interessante della narrazione di Turi Messineo, personaggio oltremodo catalizzatore di esperienze ed emozioni. In Black Hole non c’è una mappatura dell’underground italiano, non siamo di fronte ad un almanacco, ma ci ritroviamo in un racconto sentimentale di una vita di esperienze possibili. Vecchio detto in voga nel periodo del G8 di Genova era “Un altro mondo è possibile”, ecco il libro di Turi Messineo ci racconta che una vita fuori dai centri commerciali è possibile ed è oltremodo emozionante.

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Raccontare l’underground attraverso le emozioni e non semplicemente facendone una cronaca vuole dire accogliere le esperienze e i punti di vista, farli convergere, farli dialogare, sicuri che al di là delle diversità c’è un orizzonte comune. Vegani, punk, squotter, agitatori politici, squattrinati e ricchissimi, tutti uniti in un modo di intraprendere la vita “differente”, in cui ciò che conta è la condivisione più che la singola, tragica, esperienza solitaria.

Nelle pagine di Black Hole emerge con chiarezza, come se leggessimo Tondelli, che l’intento primario di chi costruiva queste reti di aggregazioni aveva un scopo primario: salvarsi la vita, credere che un’esistenza basata su nuovi valori era possibile.

L’importanza degli spazi

Fino ad ora avrete notato che ho evitato connotazioni spaziali per raccontare il libro, ma è ovvio che nel libro gli spazi ci sono eccome, anzi sono la parte centrale del libro, ma prima di raccontarvi questa parte devo parlare di un’altra cosa importante.

Il libro è composto da capitoli il cui titolo è una categoria kantiana o un sentimento del percorso alternativo: sguardi, risveglio, tempo e soprattuto spazio. Questa trovata orienta il lettore in sorta di lettura accompagnata dalle emozioni dello scrittore.

Ma dicevamo dello spazio, sì perché lo spazio è importante nell’incedere delle cose. Convinti che il mondo sia bidimensionale o al massimo in 3D, anche la trasgressione è stata rinchiusa nel Word Wide Web e di conseguenza anch’essa si è trasformata in solitudine e impotenza.

Quello che accadeva negli spazi invece era importante, Turi Messineo lo racconta bene: prestavi un amplificatore e poi suonavi, cucinavi e poi suonavi, tatuavi e portavi a casa tua a dormire la band che aveva suonato. Fuori dai percorsi ordinari esperienze di condivisione e ricerca della propria fetta di vita a cui dare un sottofondo punk, vegetariano, street, rap o sociale.

Arricchisce il libro un bel documentario, scaricabile dal sito di Eris Edizioni, che con leggerezza mette le facce di chi quella esperienza di underground l’ha vissuta ed è in grado, attraverso le proprie parole, di farcela assaporare.

Un libro per chi vuole approfondire un periodo importante per la contro-cultura in Italia, quando ancora c’era una cultura a cui opporsi, poi è sparito tutto e siamo diventati Don Chisciotte con il cerino in mano.

Turi Messineo – Black hole, uno sguardo sull’underground italianoEris Edizioni

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