Versi d’amore erotico per Natalie Zumab di Mario Esposito è un incontro erotico (una penetrazione, uno scambio di sostanze) fra il paziente e il farmaco, fra un evento che prima non c’era nella vita e che poi entra all’improvviso.
Versi d’amore erotico per Natalie Zumab di Mario Esposito
Si racconta che Oscar Wilde, sul letto di morte, abbia pronunciato la frase “O se ne va questa carta da parati o me ne vado io!”. Un ironico modo di abbandonare le cose a sé stesse senza prescindere da un approccio ironico al grande mistero della vita, una modalità dandy di schernire tutto, anche la malattia.
Nel suo nuovo libro pubblicato da Enseble, Mario Esposito, artista di origine napoletana, va oltre: all’ironia e il disincanto aggiunge l’erotismo, la passione. Non è un caso che passione per etimo possa essere ricondotta sia alla follia amorosa, sia al patimento di dolore e sofferenza. Ambiguità etimologica che deve aver stuzzicato molto l’autore di questa raccolta.
Prima di parlare di Versi d’amore erotico per Natalie Zumab, bisogna ricordare però che Mario Esposito è un artista totale, capace di muoversi tra linguaggi e forme d’arte diversi, esibendosi al fianco di artisti come Valerio Millefoglie o Thomas Pololi, cantando, recitando e improvvisando, in modo splendido. O che ritroviamo nel progetto teatralmusicale SUPERLOWed con cui ha pubblicato il libro-disco Storia illustrata dei mezzi di trasporto, o ancora, nel 2022, nel mini-album digitale Trilogia del suicidio nella città di S.
Mario Esposito ha uno sguardo ironico e sensuale sulla vita, che è poi declinato nel suo essere artista, uomo o pubblicitario (lavoro che lo alberga a Milano).
Versi d’amore erotico per Natalie Zumab nasce nel 2021, quando Esposito scopre di essere affetto da Sclerosi Multipla. Viene difficile raccontare questa raccolta di poesie come un libro sulla malattia dell’autore, viene difficile anche se potremmo dirlo, perché lo sguardo di Mario Esposito va oltre e stravolge le categorie.
Quello che ci ritroviamo di fronte mentre sfogliamo le pagine è un incontro erotico (una penetrazione, uno scambio di sostanze) fra il paziente e il farmaco, fra un evento che prima non c’era nella vita e che poi entra all’improvviso. Il farmaco i, questione è il Natalizumab, elemento “nascosto” nel titolo di questo libro, descritto dalla scienza come un anticorpo monoclonale, che cura dalla Sclerosi Multipla, malattia neurodegenerativa del sistema nervoso centrale che colpisce circa 2,8 milioni di persone nel mondo; circa 133.000 solo in Italia.
È naturale la sensazione di sorpresa e di stupore appena si tiene questo volume tra le mani per la scoperta del ribaltamento di realtà compiuto dell’autore, che ha trasformato il farmaco che cura la malattia nell’oggetto dell’incontro amoroso. Anzi nell’oggetto di amore erotico, è proprio il caso di dire.
Amore e malattia
Così ci si addentra nelle parole di Esposito che sono un’esplosione di giovialità, di sarcasmo, di paradossi, che colpiscono per la loro capacità di tenere perfettamente il paragone amore/malattia. Il paragone è sostenuto proprio dalle sostanze che si incontrano ed entrano in intimità essendo state prima sconosciute.
Nella prima parte del libro, denominata Ventotto poesie sporche, troviamo la descrizione dell’incontro fra il paziente e la sua cura, descritta naturalmente come un incontro amoroso. Come in un incontro amoroso, l’innamorato si chiede come mai lui, come mai prima l’oggetto amoroso non c’era e ora c’è.
Nel passaggio
dall’infusione al lavaggio, penso
e col pensiero vago:
ma come hai fatto Natalie, a entrare nella mia vita?
Risposta scema, dall’ago.O ancora l’innamorato si chiede chi sia l’amata.
Ma basta parlare di me.
Parliamo di te piuttosto:
chi sei veramente?
Natalie Zumab, personificata nell’oggetto amoroso e cura e malattia insieme, scava nelle debolezze del paziente (la Maestrina/ Sadochina-Masochina) e si scopre anch’essa afflitta da “una patologia […] socialmente accettabile sindrome da crocerossina.”
Vi è una seconda parte nel libro, intitolata Dieci volte ti amo, in cui l’amore si interroga su sé stesso e sulla sua durata e poi vi è una terza parte, a mio avviso davvero degna di nota.
Dopo la fine Salomè Zumab è la terza e conclusiva parte di questa raccolta di poesie e si manifesta immediatamente come sublime, in primis per il modo in cui è impaginata. Con le parole che si assestano sul fondo del foglio, lo spazio bianco diventa momento di riflessione, momenti di intimità dell’autore e momento di libertà per il lettore. Le parole qui si fanno riflessive, meditative, come si addice ad un addio amoroso che sappiamo rimarrà comunque sotto pelle.
Versi d’amore erotico per Natalie Zumab è un viaggio leggero sulla vita, sulla malattia e sulle mille altre inezie che ci colpiscono mentre cerchiamo di restare innamorati di tutto ciò che ci accade. Complimenti Mario Esposito.
Mario Esposito – Versi d’amore erotico per Natalie Zumab – Enseble Edizioni