Poteri illegittimi. Clima, guerra, nucleare: affrontare le sfide del nostro tempo di Noam Chomsky ha la capacità di far entrare nel dibattito questioni troppo velocemente derubricate come poco moderne. In un momento storico in cui il pensiero ecologista stenta a trovare un proprio approdo, forse proprio Noam Chomsky potrebbe fornire una base su cui impiantare la critica alla società dei consumi.
Poteri illegittimi. Clima, guerra, nucleare: affrontare le sfide del nostro tempo di Noam Chomsky
Si dà per scontato, parlando di donne e di uomini, che con l’età le opinioni, le riflessioni e forse anche le utopie si facciano meno accentuate, più lievi, meno radicali. Dimenticando l’adagio del grande Franco Battiato che rivelava come “i desideri non invecchiano quasi mai con l’età”.
Mai passionalità accesa e gusto della sfida intellettuale potrebbero essere applicati meglio ad una persona che non pensando a Noam Chomsky, il grande intellettuale americano che da pochi giorni è tornato protagonista del dibattito politico con la sua ultima pubblicazione Poteri illegittimi, edito per Ponte alle Grazie.
Bisogna un po’ inquadrare il personaggio Noam Chomsky, anche se appare evidente che non abbia certo bisogno di presentazioni. Famoso per le sue teorie linguistiche e per aver applicato il metodo informatico al linguaggio, con il netto anticipo di trent’anni sul resto del mondo, il professor Chomsky ha fatto delle provocazione politica, del bastian contrario, dell’anticonformismo più estremo la propria bandiera. Se di certo la sua visione del capitalismo come metodo di assoggettamento delle masse è quanto meno da ponderare, difficile invece seguire il professore in alcune considerazioni sull’attualità espresse nel tempo.
Ricordiamo per esempio le uscite entusiastiche sull’allora Presidente venezuelano Chavez, che gli valsero le critiche di buona parte della sinistra mondiale (oltre che della destra), oppure la valutazione delle barbarie perpetuate dai Kmer rossi, in seguito ritrattate in base ad informazioni più accurate emerse dopo la caduta del regime cambogiano.
Ad ogni modo sarebbe troppo facile archiviare il pensiero di Chomsky come estremo, radicale, poco fondato in alcune occasioni, bisogna coglierlo nel suo intero. Sarebbe più appropriato parlare di pensiero anti-sistemico, ovvero di un pensiero che non si fa rinchiudere in una dicotomia o peggio in un’uniformità, portando ad estremo limite un ragionamento privo di padroni politici.
Nel caso di Poteri illegittimi, Noam Chomsky addirittura dedica un capitolo al ruolo degli intellettuali rispetto al potere, risolvendo la questione attraverso la dimostrazione che la dialettica, la saggezza, la logica, sono sempre state al servizio del ribaltamento della realtà, non prospettiche allo status quo. Una sorta, ancora una volta, di meta cognizione rispetto al proprio pensiero.
Pensiero laterale
Di certo la parte più interessante del libro è quella in cui, grazie alla belle interviste di C. J. Polychroniou (arricchite nella versione italiana dall’intervista di Valentina Nicolì proprio sul ruolo del capitalismo nell’Europa contemporanea), emerge il punto di vista del professore su temi caldissimi come la lotta ambientale e ancora di più sulla situazione ucraina.
Ricordiamo tangenzialmente che Chomsky ha origini ebraico-ucraine, per cui nel suo punto di vista potrebbero esserci influenze spiazzanti. Ma anche qui Chomsky sorprende per originalità e non ne fa una questione di bandiera. La lettura del professore è quella di una lotta globalizzata che trascina lentamente i grandi interessi economici nelle mani di pochi, gestiti attraverso sfere di influenza. Per questa ragione Chomsky parla di una guerra sottovalutata da tutti (americani e russi), ma che invece ha rivelato un aspetto dei rapporti di forza mondiali.
Cosa rimane della considerazione geopolitica che parte da visione ancorata alla sconto di classe? Rimane, secondo Chomsky, la constatazione che la globalizzazione e la pandemia non sono state che occasioni fallite per poter risistemare l’ordine delle cose a favore dei più deboli.
La visione di Chomsky, anche quando radicale ed estrema (il paragone tra poteri nazionali e mafia per esempio), ha la capacità di far entrare nel dibattito questioni troppo velocemente derubricate come poco moderne. In un momento storico in cui il pensiero ecologista stenta a trovare un proprio approdo, forse proprio Noam Chomsky potrebbe fornire una base su cui impiantare la critica alla società dei consumi.
Noam Chomsky – Poteri illegittimi. Clima, guerra, nucleare: affrontare le sfide del nostro tempo – Ponte alle Grazie
Curatela: C. J. Polychroniou, Valentina Nicolì